Potrei dire niente e tutto, tante sono le sfumature che l'immagine di uno scrittore, esordiente o stagionato che sia, può assumere agli occhi del suo pubblico. La faccia di una persona è come gli altri la dipingono nel loro immaginario ma è pur sempre plasmata alla maschera che si porta appresso.
Che cosa posso
raccontare, allora, che non sia fin troppo soggettivo o autoreferenziale? Parlo
di me, dunque?
Ci proverò, ma
limitando al minimo i convenevoli e i luoghi comuni. Non interessano a
nessuno, a me per primo.
Razionale e
attento ai dettagli per via della mia formazione economico-aziendale e del
lavoro, sognatore nell’animo, forse è questo connubio caratteriale che mi ha
portato a scrivere un thriller finanziario. O forse sono stati l’indole metodica
e posata di mio padre, commercialista in pensione, peraltro apprezzato nel suo
ambiente, e la natura artistica di mia madre, ex insegnante di musica.
Difficile stabilirlo, ma nell’infinità di combinazioni possibili oggi sono diventato
quello che sono.
Avrei potuto
mandare avanti lo studio di mio padre insieme a mio fratello, ma sentivo che
non risiedeva lì il mio destino.
Nato e cresciuto a
Cagliari, all’età di 26 anni ho lasciato tutto e, alla ricerca della mia
strada, mi sono trasferito a Londra, dove a oggi ho maturato la maggior parte
della mia esperienza lavorativa. Non sorprenderà che anche qui in Inghilterra trovai
impiego in un settore, quello societario, similare a quello di partenza.
Ho provato a
rifarmi una vita a Cagliari dopo qualche anno, ma sono rientrato
definitivamente a Londra nel 2015 insieme a mia moglie e a nostro figlio, il
quale allora aveva tre anni e mezzo. Oggi ne ha dieci di anni e pian piano sta
diventando grande. A volte, lo ammetto, sento un pizzico di malinconia al
rendermi conto che non è più il bambinello di una volta ma cresce e mette su
carattere; e presto, col subentrare dell’adolescenza, forse non vorrà più avere
i genitori intorno. Ma è una cosa che posso solo accettare, e da genitore è
giusto accettare.
Che cos’è quel
qualcosa che mi ha spinto a scrivere un libro?
"Alla luce
dell'ombra" è il mio primo romanzo e nasce dall'idea di raccontare un
mondo tanto poco conosciuto quanto controverso, vissuto sulla pelle di tre
personaggi. Là dove il sistema consentiva a capitali di qualsivoglia origine di
filtrare dalle sue stesse falle e il confine del lecito rimaneva poco marcato.
Questo era il
clima di suspense e incertezza che ho voluto trasmettere. Il tutto segnato
talvolta da situazioni che, pur essendo parte della storia, allentano la
tensione, così come capita nella vita.
Arrivare al
traguardo della pubblicazione non è stato in alcun modo scontato né è stato un
percorso lineare. Mi ha richiesto tanto lavoro interiore, tanta autocritica e
accettazione di quelle che sono state, nel bene e nel male, le critiche degli
altri. Ho elaborato e rielaborato la trama. Ho corretto e ricorretto tante
volte. Tante volte mi sono perso d’animo, ho esaurito l’entusiasmo, ho lasciato
perdere.
Ma poi ho sempre
ripreso.
Così, dopo tante
interruzioni, tanto lavoro e tanto desiderio di riuscire, ho portato agli occhi
del mondo il mio romanzo, “Alla luce dell’ombra”, forte della speranza che
possa rappresentare il primo capitolo di una lunga carriera da scrittore.
Credo che la
scrittura non sia solo aggregante in quanto strumento per trovare affinità con
i lettori ma abbia anche un effetto benefico, liberatorio.
Già! Perché
attraverso la scrittura possiamo raggiungere angoli della mente spesso
dimenticati, spolverare cassetti rimasti chiusi per troppo tempo, dar voce a
quella parte di noi che spesso resta sopita nell’animo, mettere a nudo
contraddizioni e conflittualità che ci contraddistinguono, al di là degli
stereotipi in cui ci troviamo a vivere.
Attraverso di essa
ho potuto viaggiare con la fantasia, evadere anche se momentaneamente dai
problemi, reali e non, che mi hanno accompagnato negli anni, vivere una vita
come qualche volta forse desidererei o avrei desiderato vivere, uscire da me
stesso e dar vita ad altri personaggi, creare situazioni, creare vita.
Alessandro
Nessun commento:
Posta un commento