Poi, mi sono chiesta: ma cosa gli racconto di
me?
Non perché non ci sia niente da dire, anzi. Ma
perché raccontarsi agli altri, senza cadere nella banalità o nell'autoreferenzialismo, non è mai semplice.
Passione, determinazione, curiosità e sensibilità
sono alcuni dei sostantivi che mi caratterizzano.
Una passione vera e inestinguibile, per il
mondo dell'arte in generale e della letteratura in particolare, mi ha spinto
sin da giovanissima a scrivere e poi, a iscrivermi all'Università di Lingue e
Letterature Straniere di Firenze.
Ed è lì che ho vissuto per diversi anni e che
ho dato alla luce mio figlio, Leonardo.
Purtroppo, dopo la sua nascita, alcuni eventi
sfavorevoli mi hanno costretto ad allontanarmi da Firenze e a ricominciare una
nuova vita a Udine, ripartendo da zero.
Forse, è proprio in questa fase che si è
manifestata quella determinazione di cui ho scritto poche righe fa.
In quel periodo, la parola d'ordine era
"ricostruire". Sì, perché mi sentivo proprio come il Friuli dopo il
terremoto: una terra senza più un volto, interamente da rimettere in piedi.
Non so se sia stato l'amore che nutrivo per
mio figlio, l'istinto di sopravvivenza o la volontà di ferro, ma ho saputo
lasciare alle mie spalle il passato e reinventarmi ancora.
Poi, nel 2015 c'è stata quella che per me
rappresenta una svolta: ricominciare a studiare.
Così, pur lavorando, mi sono iscritta
all'Università di Lingue e Letterature Straniere di Udine. Era una sfida con me
stessa e non sapevo se avrei vinto.
È stato un percorso che mi ha permesso di
ricongiungermi a una parte di me che sembrava ormai dormiente, ma che invece
era soltanto sopita.
Credo proprio che sia in questa fase che entra
in gioco quella curiosità che mi ha sempre accompagnato e che mi ha spinto a
mettermi in gioco, che mi ha condotto prima a Parigi, poi in Toscana e infine,
in Russia. Tornando sempre, alla mia terra natale il Friuli e alla scrittura.
Un'innata sensibilità verso l'altro e le
situazioni di fragilità è parte del mio corredo genetico. Sin da adolescente,
infatti, ho iniziato a collaborare con Enti culturali e associazioni di
volontariato, perché credo che produrre energia costruttiva ne generi, a sua volta, di nuova.
Martina Campagnolo
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