Occorre anzitutto essere centrati sul nuovo che deve venire, e non sulla propria storia. L'idea più sbagliata è infatti che "io sono la mia storia". Invece il passato è la nostra parte morta.
Niente di ciò che riguarda il tempo trascorso ha davvero importanza. Ciò che abbiamo fatto, quel che ci è successo, ormai se n'è andato.
Guardiamo i bambini, i nostri maestri: ogni attimo li separa dal precedente. Ridono un secondo dopo aver pianto, perché niente si sedimenta, niente diventa zavorra: la loro mente è completamente operativa, agisce, non è impigliata in rimpianti, rimorsi, ripensamenti, e in tutti gli alibi che trattengono gli adulti.
(Raffaele Morelli)
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