mercoledì 30 dicembre 2015

Numero 231 - Diciassette attimi di eterno (con Dario Lessa;-)...) - 30 Dicembre 2015


Ho aspettato l'ultima puntata del Blog del 2015 per dirvi tutta la verità e nient'altro che la verità su 
DARIO LESSA 
e i suoi 
"DICIASSETTE ATTIMI DI ETERNO" 
(Ed. Leucotea)

(tranquillo, Dario:-D)

Partiamo da lontano. Come l'ho conosciuto.
Attraverso Facebook, attraverso un suo annuncio che cercava scrittori da promuovere, attraverso un appuntamento in una certa libreria:
la libreria
Hemingway & Co.
Via Bergamo 8 - Monza

Eh sì, perché il nostro Dario, oltre ad essere un professore di Lettere, oltre ad essere uno scrittore, oltre ad essere organizzatore e conduttore di eventi importanti, come, da ultimo il Brianza Book Festival
porta avanti molto bene una libreria/confetto del centro, insieme alla sua dolce metà, Valentina Casati.

Ed è lì che l'ho incontrato per la prima volta.


La cosa curiosa di quel giorno è che quando ho messo piede in quella libreria è stato come guardare dentro ad una sfera di cristallo.
Vi spiego.
Ero reduce da un mesetto di tira-molla sull'aprire una libreria indipendente modello "C'è posta per te";-), avevo mille idee e anche il nome pronto, ma alla fine avevo considerato che non essendo io Wonder Woman, non potevo aggiungere un carico così grande alle tante cose che già faccio. Però mi era rimasto un po' di amaro in bocca. (Anche se potrebbe essere un progetto soltanto rimandato;-)...). 

Ma non divaghiamo... Entriamo nel vivo di questo numero parlando di "Diciassette attimi di eterno", salutiamo la libreria con questa bella scritta sulla sua vetrina;-)



Lì ho trovato il suo ultimo libro pubblicato, 
l'ho comprato e ho iniziato a  leggerlo.

Secondo me, caro Dario
sulla copertina dovresti scrivere, come prima cosa:
MANEGGIARE CON CAUTELA, 
POTREBBE ESPLODERE;-)

Ve lo dico subito: 
è un libro diverso
Non per niente sulla quarta di copertina c'è scritto:
Se ne consiglia una lettura lenta.

Dario Lessa è uno scrittore molto particolare, direi anche vagamente imparentato con James Joyce che col suo "Ulisse" 
esplorò la tecnica di scrittura definita "flusso di coscienza" in cui i pensieri scorrono senza l'uso della punteggiatura; 
ecco, in alcuni passi del suo libro, Dario si avventura lungo quella strada tortuosa senza avvisarci che potremmo andare in apnea! 

Funambolo delle parole, Dario ci concede, però, momenti di ampio respiro e sono i momenti che ho più apprezzato. Sono i racconti che mi hanno maggiormente coinvolta, quelli dove la narrazione si fa più pacata, anche se pur sempre brillante, ma che dà il tempo a chi legge di fare propri i bei periodi che si susseguono.
Perché nei diciassette attimi, ci sono tantissime belle frasi, profonde riflessioni, espressioni poetiche. 
E in quei momenti si assapora totalmente la sua capacità di raccontare... 
Quando poi, e ce ne accorgiamo, lui accelera accelera accelera, viene quasi voglia di dirgli: "Ehi, Dario, rallenta! Mi fai perdere metà del piacere se corri più dei tuoi pensieri, o se i tuoi pensieri corrono più della tua penna!"

Nei suoi racconti sfilano 17 figure maschili, 17 storie, 17 situazioni. 
17 (è uno dei miei numeri fortunati, ma questo non c'entra)

17 attimi dove l'autore esplora concetti come "il vuoto", quei vuoti che ognuno di noi ha nella propria vita e cerca di colmare come può; 

incontriamo una miriade di riflessioni sul "Tempo", il tempo che passa, il tempo che sfugge, il tempo che fu, il tempo che resta. 

Questi uomini che lui descrive sono spesso uomini soli, delusi dalla vita o da se stessi, uomini che non aspettano più, uomini che si aspettano di più, uomini vissuti, uomini ancora giovani, uomini che si accompagnano con il vino, uomini smarriti.

E tutto questo in uno stile che alterna un susseguirsi di parole espresse attraverso affermazioni e negazioni, periodi strutturati e destrutturati, come a voler esprimere, a mio parere, la confusione mentale di questi protagonisti, ma anche usando la scrittura come metafora della Vita in quanto sfuggevole ed inafferrabile.

Vi dirò, a tratti ho pensato: perdindirindina, ma il Lessa sarà la reincarnazione di un filosofo? Quasi quasi torno al liceo per un ripassino veloce;-)

Scherzi a parte, credo che questo libro sia da assaporare, soffermandosi sui bei passaggi.
Come la parte finale del racconto: "Andata e ritorno".
Commovente.

O come la chiusa del primo: "Cose fatte e non fatte"
"Pensare che basterebbe allungare un braccio, offrire una spalla, comprendere un sorriso, dare-darsi, offrire-offrirsi. Comprendere un sorriso, prendere un sorriso. E restituirlo."

Quanta verità in questo finale...

Caro Dario, ti aspettiamo con il tuo prossimo imminente romanzo in uscita, ormai siamo curiosi!

Che altro dire...

Giusto due righe per un personale grazie: la libreria Hemingway & Co. è stata la prima ad accogliere tra gli scaffali  il mio ultimo romanzo "Una calda tazza di caffè americano" e la prima ad organizzare una presentazione per me.



In bocca al lupo, a te, Dario, per la tua carriera di scrittore, e a Valentina per un seguito radioso da titolare della Hemingway;-)
Siete proprio carini e bravi!

...

Alla prossima
dalla vostra
Stefania Convalle 


E...

BUON ANNO A TUTTI!!!!


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