domenica 6 novembre 2016

Numero 249 - Un laboratorio tra scrittura, abbracci ed emozioni - 6 Novembre 2016


Uno dei primi esperimenti dei  laboratori di scrittura creativa che conduco è indagare il senso del tatto. 
Come? 
Stiamo in un abbraccio, ma non un abbraccio qualsiasi! Un abbraccio di fiducia, di abbandono, di incontro tra due energie. 
E dico sempre: gustatevelo, ascoltatelo, ponete attenzione alle emozioni che suscita, vivetevelo senza fretta e poi... descrivetelo con le parole.

Ecco qui "Gli abbracci" descritti dai miei allievi, abbracci diversi tra loro, abbracci di tutti i generi: spontanei, cercati, amati, imbarazzati, forzati, amichevoli, coccolosi, silenziosi, partecipati, distaccati, titubanti, affettuosi... 
Ma sempre E.M.O.Z.I.O.N.A.N.T.I

Rigorosamente in ordine alfabetico.




L'abbraccio
di Sergio Bertinelli

(Abbraccio lei)

L’ho abbracciata tante volte, a casa sua, a casa mia, la conosco da quasi 30 anni, ma quella volta il contatto con il suo corpo mi ha collegato a tutta la tristezza che c’era nel mio cuore, nei nostri cuori.
Avevo resistito fino alla fine, con un prete che non avrebbe emozionato o ispirato neppure madre Teresa di Calcutta, con quel procedere nella funzione funebre piatto come non mi ricordavo fosse possibile, e mi stava montando una sorta di tristezza in più, di rammarico in più, di convincimento che non era giusto che l’ultimo saluto alla mia mamma dovesse essere così privo di sentimento per mano di quel prete troppo vecchio per capirci e troppo lontano da quella funzione per parlarci.
Quell’abbraccio, però, mi aveva proiettato nel mondo reale, avevo sentito in quel contatto tutto l’affetto e la tristezza di chi aveva perso un'altra Rina, la nonna, della stessa età della mamma e con un rapporto molto, molto simile al mio.
E non c'era stato più scampo, le lacrime, sopite fino a quel momento, parevano scendere senza più freni;  i singhiozzi, in un crescendo scoordinato, muovevano i nostri corpi senza più barriere, senza più inibizioni, in un'unione dove l’amore e il dolore si stavano mescolando, come non mi era mai capitato.
È stato l’abbraccio più emozionante della mia vita.

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L'abbraccio          
di Rosanna Calandra

(Abbraccio al maschile)

 Sei arrivato così di corsa nella sala affollata che prima ancora di conoscere il tuo viso, ho riconosciuto la tua voce: "Eccomi, sono qui, come ti posso aiutare?" Hai esclamato!
 Ho alzato lo sguardo e in pochi secondi ho superato la cattedra e il groviglio di cavi che facevano da spartiacque. Quando le mie braccia oblique, quasi perpendicolari al pavimento, ti hanno circondato, tutta l’aria che respiravo sapeva già del tuo profumo. Giusto il tempo di chiudere gli occhi e ho sentito con le mie mani quella poca carne sulle tue spalle, troppo poca rispetto al mio troppo seno contro il tuo petto.
 Ti ho stretto, ma con timore, trattenendo un po’ il respiro, timorosa che quel lieve movimento del mio torace creasse ulteriori malintesi. Pochi secondi, ma sufficienti per sentire il tuo sesso, innocuo, che allo stesso modo credo si sia imposto un immobile silenzio. C’eravamo conosciuti solo dodici ore prima, quando una telefonata di pochi minuti ti aveva raccontato. Ci siamo visti la mattina seguente e un abbraccio di pochi secondi mi ha detto molto di più di te.

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L'abbraccio
di Michele Fierro

 (Abbraccio a mia figlia)

Il saluto, sulla soglia della porta di casa, è un rituale ormai, dopo quasi sette anni.
Dalla fine del week end trascorso insieme passeranno quindici giorni prima di rivederci e la mia bambina, che ho appena riaccompagnato a casa dalla sua mamma, mi corre incontro nello stesso identico modo in cui lo aveva fatto il giorno prima, quando ero andato a prenderla.
Si stringe forte a me, dopo aver fatto quel balzo in su che diventa sempre più difficile da contrastare a mano a mano che cresce, che diventa più grande.
Ne sento il profumo intenso della pelle, della donna che sta per sbocciare, e delle incertezze di ieri che stanno rapidamente, troppo rapidamente, diventando certezze. Eppure è un bene, si sa.
Posso avvertire la gioia nei suoi occhi, anche senza guardarli, perché è la stessa gioia che mi dà il tenerla fra le mia braccia, la gioia di sentirla serena che è, in ultimo, il solo scopo del mio essere padre, mai abbastanza presente, che solo così riesco a sentire di avere raggiunto.
Mi dà l’ennesimo “strizzone”, con quelle braccette smilze, mentre le accarezzo i capelli morbidi identici a quelli di mia madre e, nel tenerla stretta a me, riaffiorano i ricordi della donna che mi ha dato la vita, in questo abbraccio che sa di “passaggio”, con me nel mezzo nel ruolo di veicolo nemmeno tanto inconsapevole.
Mi saluta aggiungendo alla stretta un sonoro bacio sulla mia guancia, colmo di tutto l’amore incondizionato di cui non ho ancora perso nemmeno una briciola.
E le speranze, quelle che ripasso ogni notte prima di addormentarmi, di vederla donna adulta, forte e risoluta, di sconfiggere ogni paura e saperla al sicuro, di poterla proteggere ogni volta che ne avrà bisogno, si ripresentano nella mia mente nel pieno di questo abbraccio e così, in questo momento, so che ce la farà.
Sicuramente ce la farà perché, almeno lei, è forte.

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L'abbraccio 
di Barbara Gallo

Disagio, secco, ossa, il tessuto del vestito che indossa mi provoca fastidio, profumo di pulito, necessità di porre una distanza, guardando negli occhi ma con distanza fisica. Senso di oppressione, soffocamento, ho bisogno di parlare per mascherare il disagio, riempire il vuoto con parole evitando discorsi personali.

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L'abbraccio
di Marilena Mascarello


(Esperienza di abbraccio una donna)

Accolgo nell'abbraccio mia figlia.
Lei, alla mia richiesta, rimane perplessa - non ci si abbraccia a comando - mi dice. Premetto che non ho mai lesinato abbracci alle mie figlie, anche da adulte quali sono ora, ma sono spesso dimostrazioni di affetto fugaci.
Dopo un primo momento, mi guarda ammiccante con un ampio sorriso e allarga le braccia. Le vado incontro e la stringo io per prima. Lei si lascia avvolgere rimanendo ferma, mi mette le braccia intorno alle spalle, resta rigida, poi ride divertita.
Frequentando un corso di biodanza ho avuto l'opportunità di allenarmi all'abbraccio; con i compagni di corso ho riscoperto l'emozione del contato umano. 
Ma con mia figlia è meraviglioso! 
L'abbraccio stretta, la sollecito con delle carezze, provo un'infinita tenerezza e un senso di calore che proviene dall'energia che inconsapevolmente mi passa. Lei è più alta e sembro essere io la bambina in cerca di sicurezza, appoggio il viso sulla sua spalla, lei ride ancora, poi si scioglie e dopo pochi attimi tutto il corpo aderisce al mio e appoggia la testa sulla mia. Stiamo così… 
E torno al giorno in cui l'abbracciai per la prima volta, un esserino piccolo adagiato sul mio corpo, mi commuovo intensamente. Qualche attimo e poi ridiamo insieme, ancora abbracciate.

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L'abbraccio
di Teresa Pancallo

(Un amore lontano)

E' bastato un abbraccio per riportarmi indietro nel tempo. Sono passati circa vent'anni da quando ci siamo visti l'ultima volta, eppure, quel bacio sul collo, la barba morbida che mi solletica un po', il calore del tuo corpo, mi fanno riprovare le stesse emozioni di allora... Rivedo me, giovane donna seduta alla macchina da scrivere, e te che arrivi alle mie spalle e poni un leggero bacio sul mio collo. Una lieve nostalgia... Forse il rimpianto per quello che poteva essere un grande amore e che le mie paure hanno fatto svanire.

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L'abbraccio
di Daniela Perego

(un uomo)

Così come un ormeggio sicuro in porto, al riparo dalle mareggiate, l’abbraccio è protezione, calore, scioglie le tensioni e regala benessere pacificando le tempeste emotive.
Circondati da braccia amorevoli e forti in cui sentirsi a casa, lasciarsi andare totalmente, alleggerendo il cuore e la mente dai pensieri come una cura alle avversità quotidiane; l’abbraccio è presenza, consolazione, incoraggiamento e molto altro, non solo un semplice gesto d’affetto.
Avvolti dalle braccia della persona amata, abbandonarsi piacevolmente in un abbraccio d’amore che risveglia i sensi e scatena emozioni da condividere, complicità, tenerezza e intimità.
L’abbraccio è un gesto semplice che può racchiudere un mondo.

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L'abbraccio
di Carla Pozzi

(Mia figlia)

L'abbraccio più bello è quello con te. Nel nostro abbracciarci c'è dentro tutto: amore, dolcezza, sofferenza e speranza.
E' un calore avvolgente che sa di buono.
La sensazione che mi arriva dritta al cuore, quando ci troviamo unite nel nostro bisogno di abbracciarci, oltre all'amore infinito, è quella di trasmetterti la forza e il coraggio, che tanto ti servono nella vita.

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L'abbraccio 
di Daniela Quadri

(Andrea)

La tua pelle mi avvolge con il profumo dell'amore. 
Sa di muschio ombroso e spezie lontane. Ruvida e dura, là dove la mia ti accoglie come pesca setosa maturata al sole caldo dell'estate. 
Lecco il sale amaro sulle cicatrici della tua anima.
Sento i battiti del tuo cuore che danzano al ritmo del mio respiro. 
Il tuo calore scioglie quel grumo nero di paura che soffoca le mie notti.
Accarezzo lentamente il tuo volto umido di desiderio e imploro il tempo di fermarsi per sempre nelle pieghe sottili della tua carne.
E mi abbandono  a questo abbraccio eterno che mi salverà dal buio della morte.

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L'abbraccio 
di Carmen Ronco

Cerco di descriverne uno che mi è capitato abbracciando la mia responsabile, sì, la responsabile, proprio lei, che non è un'amica, ma  una persona che mi ha sempre rispettata e accolta bene. 
Non poteva essere che un abbraccio di rispetto, pensando che a lei tenevo e le volevo bene. 
Al mio fianco c'era la mia collega/amica che si era stupita e aveva detto, una volta uscite: "A me, però, un abbraccio così non l'hai mai dato." 
In effetti,  pensandoci bene, poteva risultare differente, perché lei, è sì un'amica, ma ho avuto anche qualche discussione e mai un chiarimento. 
Sentivo che lei aveva percepito qualcosa di diverso, ma per vari motivi io non riesco neanche più ad abbracciarla.

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L'abbraccio
di Maria Rita Sanna

(abbraccio un uomo)

Abbracciare un uomo è diverso da abbracciare una donna: trovo molto più imbarazzo, mi sento goffa e non vedo l'ora di finirlo subito, perché quei pochi secondi mi sembrano un'eternità.
Oggi ho abbracciato Riccardo, è un ragazzo di circa ventiquattro anni, e credo che anche lui fosse imbarazzato, certo non sono una miss, però si è mostrato disponibile alla mia richiesta di esperimento. 
Il suo abbraccio è stato dolce e discreto, quasi a volermi confortare, ho pensato che probabilmente sarà un marito tenero e un padre amorevole. Molto spesso invidio  i giovani perché li vedo abbracciarsi tra loro indistintamente, maschi e femmine, e lo fanno con tanta naturalezza. E' bello vederli.
Purtroppo per l'educazione che ho ricevuto la mia disinvoltura negli abbracci si è fermata a circa sedici anni, e dopo molti anni di dubbi e incertezze adesso riscopro questa splendida esperienza.


Che dire, 
abbracciate di più!


E voi, in quale abbraccio tra quelli descritti, vi siete identificati di più?







2 commenti:

  1. Abbracci molto ben descritti. Tutti belli e "sentiti".... in alcuni viene voglia di perdersi.

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