domenica 14 giugno 2020

Numero 338 - Per la Rubrica "Parlo di me": Maria Rita Sanna - 14 Giugno 2020




Quando ero piccola imitavo i grandi, affascinata dalle loro vite. 
Sognavo. 
Quando sono diventata grande ho capito che la vita bisognava viverla giorno dopo giorno essendo me stessa. 
I sogni, poveri loro, non avevano ali, però ho scoperto il punto del corpo da cui nascevano: tra stomaco e pancia. Ho cominciato, poco per volta, a ripercorrere alcune tradizioni culinarie, scrivere qualche pensierino, poesie in dialetto sardo, giocare a osservare la natura, finché le parole hanno preso il sopravvento e in quelle poche righe, posso parlarti di me?, ho messo le basi per costruire ali robuste per i miei sogni. E ringrazio il cielo che a quella domanda, un giorno d’inverno, Stefania Convalle, cacciatrice di sogni e amante delle belle parole, abbia risposto sì, certo; e sempre la ringrazierò per avermi dato fiducia in poche frasi. Una febbre eccezionale mi ha portato in pochi giorni a scrivere il racconto classificatosi in decima posizione alla seconda edizione del Premio letterario “Dentro l’amore”, nel 2016. Che gioia, provai! Fu la consapevolezza di aver trovato qualcuno che comprendesse il fuoco che mi bruciava dentro. Il laboratorio di scrittura di Stefania, che nel frattempo aprì la casa editrice omonima, unito al fondamentale confronto e condivisione con le compagne di scrittura, fu il trampolino di lancio, le ali le avevo proprio io, e in diciotto mesi ho costruito, disfatto e rifatto, trentasei racconti che parlano tutti della mia terra, la Sardegna, raccolti nel libro “Pane e Fragole”, edito da Edizioni Convalle nel 2018.


È stato come tornare bambina, ho perseguito quel sogno, ci sono salita sopra, senza tralasciare la successiva edizione del Premio letterario che, nell’Ottobre del 2017, mi ha vista sbandierare i Quattro Mori sul palco di Monza e abbracciare per la prima volta Stefania.


Scrivere, imparare a farlo, provando emozione ma soprattutto suscitarla nel lettore, trasmettere lo stesso fuoco che metto nella scrittura al lettore; perché scrivere non è solo un’evasione, ma è comunicazione muta di sentimenti. 
Avanti così, con determinazione e fatica, ho scritto il primo romanzo, forte di carattere, "Mandorla Amara", edito nel 2019. 


Ora sono davvero grande, ho consolidato le tradizioni culinarie, i pensierini sono diventati romanzi, il secondo è una fiammella, osservo ancora la natura. 
È meraviglioso scoprirsi bambina a cinquantacinque anni.

Maria Rita Sanna


E ora la parola all'editrice


Ho avuto la fortuna di vedere da vicino l’evoluzione nella scrittura di Maria Rita Sanna.
Si era timidamente affacciata a una mia Pagina di Facebook, "Dentro l'amore", con un messaggio dal quale si evinceva la sua grande voglia - quasi una necessità -  di comunicare.
È iniziato così, il rapporto tra noi, virtualmente, dove dialogavo con una voce senza volto ma ne sentivo il cuore. 
Un passo dopo l’altro, è nata un’amicizia e con essa un percorso che abbiamo affrontato insieme, Maria Rita e io, nell’ambito della scrittura.
Ha seguito, e ancora è così, i miei laboratori di scrittura, dove la sua tenacia, la sua volontà di ferro, il suo amore per le parole, sono emersi dapprima come lapilli da un vulcano, per poi esplodere in un’eruzione di creatività piena di pathos.
Maria Rita Sanna scrive così.
Col cuore, con la testa, con l’anima. Col sudore della fronte, con la determinazione di un guerriero.
E ti conquista.
La sua prima opera, la raccolta di racconti “Pane e Fragole”, è stata l’antipasto per quello che sarebbe arrivato dopo.
E il dopo è arrivato con “Mandorla amara”.
Le sue opere sono grondanti d'amore per la sua terra, per la vita, per il mare e per quella voglia di riscatto di talune donne meno fortunate di altre che devono tirare fuori le unghie e i denti per non soccombere alla vita.
Lei è così, una combattente. Lei è come una donna samurai.
Un concentrato di forza, lealtà, capacità di amare, capacità di amore.
Lei possiede il sacro fuoco della scrittura. Talento naturale.
La nostra amicizia, nata per uno strano caso del Destino, è cresciuta negli anni e sono davvero felice che faccia parte della mia creatura, Edizioni Convalle, perché voglio accanto a me persone come lei, soltanto persone come lei. 
Persone che sanno mettere in un abbraccio un sentimento vero. Come dimenticare il nostro incontro, la prima volta che venne a Monza, in occasione della finale del Premio, la sorpresa che le feci piombando all'improvviso al bar dove si trovava con Daniela Perego. 
Come dimenticare il nostro abbraccio.
Come. Impossibile.







E come dimenticare l'abbraccio nel suo giardino, in Sardegna.
Ma quello è un abbraccio senza foto, molto nostro.
Rimane uno scatto della scorsa mia vacanza in quella terra magnifica e qui, scusate, ma il protagonista è Pepe ;-)


Alla prossima
dalla vostra
Stefania Convalle




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