Quando ero piccola imitavo i grandi,
affascinata dalle loro vite.
Sognavo.
Quando sono diventata grande ho capito
che la vita bisognava viverla giorno dopo giorno essendo me stessa.
I sogni,
poveri loro, non avevano ali, però ho scoperto il punto del corpo da cui
nascevano: tra stomaco e pancia. Ho cominciato, poco per volta, a ripercorrere
alcune tradizioni culinarie, scrivere qualche pensierino, poesie in dialetto
sardo, giocare a osservare la natura, finché le parole hanno preso il
sopravvento e in quelle poche righe, posso parlarti di me?, ho messo le basi
per costruire ali robuste per i miei sogni. E ringrazio il cielo che a quella
domanda, un giorno d’inverno, Stefania Convalle, cacciatrice di sogni e amante
delle belle parole, abbia risposto sì, certo; e sempre la ringrazierò per
avermi dato fiducia in poche frasi. Una febbre eccezionale mi ha portato in
pochi giorni a scrivere il racconto classificatosi in decima posizione alla
seconda edizione del Premio letterario “Dentro l’amore”, nel 2016. Che gioia, provai! Fu la consapevolezza di aver trovato qualcuno che comprendesse il fuoco
che mi bruciava dentro. Il laboratorio di scrittura di Stefania, che nel
frattempo aprì la casa editrice omonima, unito al fondamentale confronto e
condivisione con le compagne di scrittura, fu il trampolino di lancio, le ali
le avevo proprio io, e in diciotto mesi ho costruito, disfatto e rifatto,
trentasei racconti che parlano tutti della mia terra, la Sardegna, raccolti nel
libro “Pane e Fragole”, edito da Edizioni Convalle nel 2018.
È stato come
tornare bambina, ho perseguito quel sogno, ci sono salita sopra, senza
tralasciare la successiva edizione del Premio letterario che, nell’Ottobre del
2017, mi ha vista sbandierare i Quattro Mori sul palco di Monza e abbracciare
per la prima volta Stefania.
Scrivere, imparare a farlo, provando emozione ma
soprattutto suscitarla nel lettore, trasmettere lo stesso fuoco che metto nella
scrittura al lettore; perché scrivere non è solo un’evasione, ma è
comunicazione muta di sentimenti.
Avanti così, con determinazione e fatica, ho
scritto il primo romanzo, forte di carattere, "Mandorla Amara", edito nel 2019.
Ora sono davvero grande, ho consolidato le tradizioni culinarie, i pensierini sono
diventati romanzi, il secondo è una fiammella, osservo ancora la natura.
È
meraviglioso scoprirsi bambina a cinquantacinque anni.
Maria Rita Sanna
E ora la parola all'editrice
Ho avuto la fortuna di vedere da
vicino l’evoluzione nella scrittura di Maria Rita Sanna.
Si era timidamente affacciata a una
mia Pagina di Facebook, "Dentro l'amore", con un messaggio dal quale si evinceva la sua grande
voglia - quasi una necessità - di comunicare.
È iniziato così, il rapporto tra
noi, virtualmente, dove dialogavo con una voce senza volto ma ne sentivo
il cuore.
Un passo dopo l’altro, è nata un’amicizia e con essa un percorso che
abbiamo affrontato insieme, Maria Rita e io, nell’ambito della scrittura.
Ha seguito, e ancora è così, i miei
laboratori di scrittura, dove la sua tenacia, la sua volontà di ferro, il suo
amore per le parole, sono emersi dapprima come lapilli da un vulcano, per poi
esplodere in un’eruzione di creatività piena di pathos.
Maria Rita Sanna scrive così.
Col cuore, con la testa, con l’anima.
Col sudore della fronte, con la determinazione di un guerriero.
E ti conquista.
La sua prima opera, la raccolta di
racconti “Pane e Fragole”, è stata l’antipasto per quello che sarebbe arrivato
dopo.
E il dopo è arrivato con “Mandorla
amara”.
Le sue opere sono grondanti d'amore per la sua terra, per la vita, per il mare e per quella voglia di riscatto di talune donne meno fortunate di altre che devono tirare fuori le unghie e i denti per non soccombere alla vita.
Lei è così, una combattente. Lei è come una donna samurai.
Un concentrato di forza, lealtà, capacità di amare, capacità di amore.
Lei possiede il sacro fuoco della scrittura. Talento naturale.
La nostra amicizia, nata per uno strano caso del Destino, è cresciuta negli anni e sono davvero felice che faccia parte della mia creatura, Edizioni Convalle, perché voglio accanto a me persone come lei, soltanto persone come lei.
Persone che sanno mettere in un abbraccio un sentimento vero. Come dimenticare il nostro incontro, la prima volta che venne a Monza, in occasione della finale del Premio, la sorpresa che le feci piombando all'improvviso al bar dove si trovava con Daniela Perego.
Come dimenticare il nostro abbraccio.
Come. Impossibile.
E come dimenticare l'abbraccio nel suo giardino, in Sardegna.
Ma quello è un abbraccio senza foto, molto nostro.
Rimane uno scatto della scorsa mia vacanza in quella terra magnifica e qui, scusate, ma il protagonista è Pepe ;-)
Alla prossima
dalla vostra
Stefania Convalle
Nessun commento:
Posta un commento