Seconda puntata
DENTRO L'AMORE
Sono stati anni difficili, quelli che hanno visto nascere i racconti contenuti nella raccolta "Dentro l'amore".
Anni nei quali ho messo in discussione, di nuovo, tutta la mia vita.
Dopo la morte di mia madre, nel 2005, è come se io mi fossi improvvisamente fermata a riflettere sulla mia esistenza.
Ne parlo spesso, di lei, del legame forte. Mamma, figlia: è normale. Ma lei, artista, mi ha insegnato a respirare il bello della vita, quello sguardo poetico che ci dovrebbe accompagnare sempre. La sua poesia, quella che era dentro la sua anima, la esprimeva attraverso la musica. E quando suonava il pianoforte, era felice.
Quando se n'è andata ho preso davvero consapevolezza che la vita è una e non sappiamo quando finirà, e quindi il nostro dovere è cercare di realizzare noi stessi.
Ho iniziato un lungo cammino che non è certo stato indolore, dove ho imparato a vivere da sola, io che sola non ero stata mai... Ho imparato a essere donna, ma anche uomo, quando serviva. Ho fatto i lavori più disparati, compreso pulire le case altrui, e quanto ho imparato da questo sul comportamento degli esseri umani!
Poi ho cominciato a fare la tata e ho incontrato Rebecca che, posso dirlo: mi ha salvato la vita. Stare con lei tante ore al giorno, da quando aveva sei mesi, vederla crescere, ha fatto crescere anche me e mentre io medicavo le sue ginocchia sbucciate quando cadeva e la incoraggiavo a camminare, lei curava le mie ferite e mi dava l'esempio che bisogna sempre rialzarsi, dieci, cento, mille volte. Tutte le volte che è necessario.
E intanto scrivevo.
Nei racconti sognavo, sognavo un nuovo amore. Ma raccontavo anche, romanzando, le delusioni con gli uomini sbagliati.
Ma piano piano i racconti cambiavano, perché cambiavo io. Ero più forte e stavo imparando a non buttarmi via.
Tutto questo è dentro questa seconda opera.
Dentro l'amore.
Un titolo che voleva rappresentare quel mondo dove stavo vivendo, l'amore per me stessa, l'amore per Rebecca, l'amore per la vita.
E il cammino editoriale è ripartito. Un nuovo editore. Una nuova esperienza.
Ricordo di aver scelto per la prima presentazione proprio il giorno 11 luglio 2013, perché in quel giorno di otto anni prima mia mamma se n'era andata. Ho voluto ricordarla così, dedicandole quel primo grande risultato, per me.
Una presentazione che vedeva anche il battesimo del Poe-Tango, la formula che mi ero inventata per portare in giro le mie opere. L'amore per le parole, l'amore per il tango argentino. Eh sì, perché nel frattempo avevo conosciuto Giuseppe - proprio a una lezione di tango ;-) - e così il viaggio di Dentro l'amore avrebbe coinvolto entrambi.
Il ricordo: avevo chiesto ai partecipanti alla serata di scrivere su questo cartoncino cosa fosse per loro l'amore... Questo poster è ora incorniciato a casa mia.
Quanti ricordi. Quante emozioni.
E da lì è iniziato il primo tour, il Poe-Tango per portare in giro Dentro l'amore.
Un viaggio che mi ha regalato tanta esperienza e gli incontri con le persone, tutte nel mio cuore.
La tappa che più porto nel cuore? Quella a Volterra, in un teatro piccolo ma entusiasmante!
La cena alle undici di sera, come gli artisti ;-) e festa di compleanno a sorpresa per Patrizia e Stefania che compivano gli anni: insomma, alla fine tutte le scuse per brindare sono buone, quando faccio gli eventi ;-)
Vi regalo un racconto. Avevo pensato a "Gli occhi non invecchiano mai", premiato come vi ho raccontato nella prima puntata di questo viaggio nei ricordi, ma poi ho scelto quello che forse rappresenta più la mia "me" di quegli anni.
Improvvisamente sento il conto alla
rovescia.
Forse perché ho visto mio padre non
riuscire più a tenere un bicchiere in mano da solo.
Forse perché l’ho visto salire su
un’autoambulanza mentre gli dicevo stai tranquillo, è solo per qualche
giorno, vai dove ti curano meglio.
Sì, un posto da dove non uscirà
vivo.
Forse perché quando mi alzo al
mattino e mi guardo allo specchio, vedo gli anni nei miei occhi e anche se
tutti mi dicono – caspita, non ci credo alla tua età, fammi vedere un documento
– quegli anni ci sono e la paura di invecchiare, pure.
Mi alzo ogni mattina alle sei e vado da Rebecca – piccolapiccolapiccola – un anno appena. E per fortuna c’è lei nella mia vita, un cucciolo a cui posso dare tutto l’amore che ho dentro che straripa da questo mio corpo rompendo argini di ossa, muscoli, sangue, ANIMA. Ieri mi sono commossa quando l’ho vista ripetere un gesto che le avevo insegnato, lanciare bacini con la manina, lo so, una sciocchezza, si vede che sto invecchiando, ma ogni volta che mi sorride e vuole venire in braccio, penso: per fortuna c’è lei.
Già, però… Quando scrivo? Finisco
alle cinque e poi cane, spesa, casa, yoga, Tai chi, amiche: quando scrivo?
Ma scrivo a lui che non risponde. Battaglia persa, lo so. E infatti sogno mille uomini che mi distraggano da quei maledetti occhi. Che stupido, non ha voluto vivere questo amore.
E allora scrivo, scrivo, scrivo,
sì, ma quando? A notte fonda, quando Rebecca dorme nel suo lettino a casa sua e
anch’io dovrei dormire perché altrimenti, domattina, chi si alza?
Scrivere è fatica, ma è una droga.
Ero già a letto, diligente e
responsabile baby sitter che si concede le giuste ore di riposo, ma ecco che ho
sentito il conto alla rovescia arrivare. Non c’è tempo, non c’è tempo. Devi
farlo ora, alzati, accendi il computer, scrivi, scrivi, scrivi.
Accendo il computer, mi faccio un
caffè.
Dormono tutti, vicini di casa –
sopra, sotto, a fianco – ah no, quella coppia del piano di sopra non dorme, il
figlio sta piangendo. Ecco, il conto alla rovescia mi ha appena ricordato che
un capitolo si è di certo chiuso: non avrò bambini miei.
Le mie dita corrono veloci sulla tastiera del pc, scrivo veloce, penso che sarà a causa del pianoforte che ho studiato, ma non abbastanza – potevo, potevo, potevo –
ma
quante cose volevo, potevo e ancora
potrei, eppure manca la forza e manca il tempo.
Il tempo: la più grande ricchezza di un uomo.
Time out. Gioco fermo. Come ora è
la mia vita, corre dentro le cellule, ma non fuori. Però riesco ancora a vedere
un mandorlo in fiore. Anche la natura non si ferma, è primavera, vietato essere
infelici, è la stagione dei colori, lucido gli occhi, li spalanco e mi viene in
mente quel modo di dire “quante primavere” si sono vissute. Io quarantasette e
torna il tic tac, il conto alla rovescia, non c’è tempo da perdere.
Via le cose inutili, basta
ammucchiare i ricordi per spolverarli ogni tanto. Basta, basta, basta.
Cos’è stata la mia vita? Un
torrente, ma quante volte ho trovato le rapide! Non mi lamento, in fondo mi
piacciono, ti tolgono il fiato. Quando ho trovato delle piccole anse, ho
ripreso un respiro calmo e poi via di nuovo. E quando mi sono incagliata in
qualche ostacolo, ecco che una corrente improvvisa, forte e impetuosa, mi ha
rimessa in circolo e – rapide, rapide, rapide – amori vissuti fino allo spasmo,
emozioni a mille.
Ora, però, vorrei un lago tranquillo, non una palude, ma acque trasparenti e placide.
Il mio corpo è cavo, svuotato da
troppe delusioni, ma il conto alla rovescia mi ha dato uno spintone – ehi,
muoviti! La vita non ti aspetta! – Potrei vendere tutto quello che ho, partire
per qualche paradiso lontano, inventarmi un lavoro, vivere di poco, ma nel
sole, mare, caldo perenne. Chi mi trattiene in fondo?
Le mie paure.
Basta, ho deciso, domani lo faccio.
Domani.
Sì, domani.
Ora, però, spengo il pc e torno a dormire.
è quasi l’alba.
In molte delle cose che scrivi, ritrovo mè stessa e il mio percorso. Sei una grande donna è una grande editrice. Chapeau Stefania!
RispondiEliminaNb: sto leggendo proprio ora "Una calda tazza di caffè americano". Splendido e quanta strada verso la consapevolezza hai percorso nella vita e nella scrittura!
che dire... Mi commuovi...
EliminaIn molte delle cose che scrivi, ritrovo mè stessa e il mio percorso. Sei una grande donna è una grande editrice. Chapeau Stefania!
RispondiEliminaNb: sto leggendo proprio ora "Una calda tazza di caffè americano". Splendido e quanta strada verso la consapevolezza hai percorso nella vita e nella scrittura!
Che belli questi tuoi ricordi, questi tuoi momenti che condividi con noi. Meriti tutto il successo che hanno le tue opere! Vai avanti, Stefania!
RispondiEliminaGrazie, Elisabetta! Sono contenta che questo mio "ricordare" sia un bel viaggio anche per chi mi legge. Il mio successo è essere arrivata fino a qui e aver dato a tante persone la possibilità di iniziare il cammino senza fare la fatica che ho fatto io :-)
EliminaOgni volta che leggo i tuoi racconti di "Dentro l'amore" mi commuovo. Quando nel 2015 ti ho ritrovata su Facebook dopo quasi quarant'anni e ho visto che eri diventata una scrittrice, mi sono procurata subito quest'opera e ricordo ancora di aver pianto leggendola. Ho visto e sentito te in ogni racconto, e quando l'ho riletto, ho pianto ancora. Questi racconti arrivano all'anima❤️
RispondiEliminaWow ma che belle e commoventi parole!!! Grazie (non so come si fa il cuore nel blog :-) )
EliminaQuesto è uno dei miei racconti preferiti, sei tu al 100%
RispondiEliminaè vero, sono io al 100%. Mi conosci bene, Tania :-)
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