Ciao,
sono Marco Lazzaro, classe 1989. Ho schivato il servizio di leva di pochi anni e non posso che esserne felice dato che, sbadato come sono, avrei di sicuro sparato a qualcuno per errore.
Dotato del senso dell’orientamento di un tombino sono in grado di perdermi anche nelle strade più conosciute; per non parlare poi dei problemi dovuti alla mia scarsa memoria e alla bassa capacità di concentrazione dovute alla dislessia.
sono Marco Lazzaro, classe 1989. Ho schivato il servizio di leva di pochi anni e non posso che esserne felice dato che, sbadato come sono, avrei di sicuro sparato a qualcuno per errore.
Dotato del senso dell’orientamento di un tombino sono in grado di perdermi anche nelle strade più conosciute; per non parlare poi dei problemi dovuti alla mia scarsa memoria e alla bassa capacità di concentrazione dovute alla dislessia.
Però, ora basta parlare dei
miei pregi, meglio cambiare argomento.
Ho sempre amato scrivere e fin da bambino riempivo quaderni di storie sconclusionate e guardavo fuori dal finestrino immaginandomi mondi fantastici. Questo mi ha permesso di restare un sognatore e sviluppare un’ottima fantasia (spero).
All’inizio della mia carriera pensavo di voler scrivere solo racconti fantasy. Proposi l’incipit del mio primo libro a Stefania e, grazie ai suoi preziosi consigli, compresi di aver bisogno di cominciare un percorso più strutturato e che tutto sommato non facevo così schifo come pensavo.
Sono passati quasi tre anni da quel 25 novembre 2019, ho fatto parecchi progressi e ho capito di amare scrivere qualsiasi genere di storia. Finché posso dare sfogo alla fantasia mi piace variare il più possibile.
Per lavoro faccio il consulente informatico. Mi piace sviluppare software con la stessa passione con cui scrivo un racconto e, in fondo, per fare bene entrambe le cose è necessaria una buona dose di fantasia e determinazione.
Sono molto introverso e non amo esternare le emozioni e i sentimenti. Ho però la fortuna di essere circondato da amici e avere una compagna che sono riusciti ad andare e scoprire quello che fossi davvero.
Ho passato l’adolescenza ad avere paura di mettermi in gioco. Crescendo ho imparato a farlo e questo mi ha permesso di trovare la determinazione che mi mancava e scrivere la mia prima raccolta di racconti, "Kaleidos", e di partire per un sentiero che non conosco, ma che muoio dalla voglia di percorrere gustandomi ogni singolo passo.
Amo viaggiare e se non ho l’occasione di farlo di persona scelgo un posto e ne guardo le foto o leggo libri ambientati in quella particolare località. Se ne avessi l’occasione non mi lascerei sfuggire l’opportunità di girare il mondo per gustarne i sapori, gli odori e la cultura.
Un’altra passione che mi ha sempre accompagnato è quella per la musica. Mentre lavoro o scrivo non può mancare. È un bisogno necessario quasi quanto respirare. Sarà per quello che ho iniziato a prendere lezioni di canto?
Mi sarebbe piaciuto anche disegnare, ma oltre a essere daltonico non ho mai avvertito quella spinta che invece mi anima quando prendo la penna (o meglio, la tastiera) in mano.
La mia predilezione per il genere fantasy mi ha portato a conoscere il mondo dei giochi di ruolo. Mi esalto creando mondi, storie e personaggi con cui porre sfide sempre nuove agli amici con cui gioco. In questo ambito ho imparato il potere della meraviglia e dello stupore. Mi piace improvvisare e lasciarmi trasportare nella storia insieme ai miei giocatori per vedere dove va a finire… Proprio come nella scrittura.
Per concludere direi che mi definirei come una persona a cui piace appassionarsi e trasportare gli altri nel mio stesso mondo affinché possano stupirsi quanto me mentre lo scoprono.
Marco Lazzaro
Ho sempre amato scrivere e fin da bambino riempivo quaderni di storie sconclusionate e guardavo fuori dal finestrino immaginandomi mondi fantastici. Questo mi ha permesso di restare un sognatore e sviluppare un’ottima fantasia (spero).
All’inizio della mia carriera pensavo di voler scrivere solo racconti fantasy. Proposi l’incipit del mio primo libro a Stefania e, grazie ai suoi preziosi consigli, compresi di aver bisogno di cominciare un percorso più strutturato e che tutto sommato non facevo così schifo come pensavo.
Sono passati quasi tre anni da quel 25 novembre 2019, ho fatto parecchi progressi e ho capito di amare scrivere qualsiasi genere di storia. Finché posso dare sfogo alla fantasia mi piace variare il più possibile.
Per lavoro faccio il consulente informatico. Mi piace sviluppare software con la stessa passione con cui scrivo un racconto e, in fondo, per fare bene entrambe le cose è necessaria una buona dose di fantasia e determinazione.
Sono molto introverso e non amo esternare le emozioni e i sentimenti. Ho però la fortuna di essere circondato da amici e avere una compagna che sono riusciti ad andare e scoprire quello che fossi davvero.
Ho passato l’adolescenza ad avere paura di mettermi in gioco. Crescendo ho imparato a farlo e questo mi ha permesso di trovare la determinazione che mi mancava e scrivere la mia prima raccolta di racconti, "Kaleidos", e di partire per un sentiero che non conosco, ma che muoio dalla voglia di percorrere gustandomi ogni singolo passo.
Amo viaggiare e se non ho l’occasione di farlo di persona scelgo un posto e ne guardo le foto o leggo libri ambientati in quella particolare località. Se ne avessi l’occasione non mi lascerei sfuggire l’opportunità di girare il mondo per gustarne i sapori, gli odori e la cultura.
Un’altra passione che mi ha sempre accompagnato è quella per la musica. Mentre lavoro o scrivo non può mancare. È un bisogno necessario quasi quanto respirare. Sarà per quello che ho iniziato a prendere lezioni di canto?
Mi sarebbe piaciuto anche disegnare, ma oltre a essere daltonico non ho mai avvertito quella spinta che invece mi anima quando prendo la penna (o meglio, la tastiera) in mano.
La mia predilezione per il genere fantasy mi ha portato a conoscere il mondo dei giochi di ruolo. Mi esalto creando mondi, storie e personaggi con cui porre sfide sempre nuove agli amici con cui gioco. In questo ambito ho imparato il potere della meraviglia e dello stupore. Mi piace improvvisare e lasciarmi trasportare nella storia insieme ai miei giocatori per vedere dove va a finire… Proprio come nella scrittura.
Per concludere direi che mi definirei come una persona a cui piace appassionarsi e trasportare gli altri nel mio stesso mondo affinché possano stupirsi quanto me mentre lo scoprono.
E ora la parola all'editrice...
Marco è una persona molto particolare, bisogna scoprirlo, tirandolo fuori da dietro al suo scudo di riservatezza e timidezza.
In questi anni di conoscenza ho imparato a conoscerlo.
Le nostre strade si sono incrociate per un servizio editoriale che mi aveva chiesto, come lui stesso ha spiegato. Nella sua scrittura ho visto delle possibilità che andavano oltre il fantasy e gliel'ho detto. Lui ha deciso di iniziare un percorso nei miei laboratori di scrittura, si è sempre impegnato molto, seguendo ogni consiglio, ogni correzione senza batter ciglio. Ah, ecco: ha una bella dose di umiltà, che non guasta.
La prima soddisfazione me l'ha regalata quando ha partecipato a un premio letterario con un testo (cento parole, una storia) nato nel laboratorio ed è entrato tra i finalisti!
E poi si è portato a casa un secondo posto nel Premio Letterario Dentro l'amore, nella sezione racconti.
Promettente, il ragazzo;-) ho pensato.
Il tempo è passato e la sua scrittura si è mostrata piano piano, facendo vedere le mille sfaccettature che risiedono nella sua penna. Un caleidososcopio, proprio come il titolo della sua prima pubblicazione di cui vado stra-fiera: "Kaleidos".
Leggendo i suoi racconti è riuscito a farmi commuovere (ha una sensibilità e una capacità di immedesimazione non comuni), ma mi ha fatto anche battere il cuore a mille con la tensione narrativa... E poi mi ha fatto anche sorridere, perché Marco ha un senso dell'ironia e dell'autoironia che ti conquista. Una volta ho dato un compito da scrivere per il laboratorio, un piccolo saggio sulla punteggiatura, che poi lui ha letto in una diretta all'interno del gruppo: ci ha fatto morir dal ridere per l'ironia!
Ma tutto questo bisogna scoprirlo piano piano, e quando è caduta l'ultima barriera, ecco che ci si ritrova incantati dalla sua bellezza d'animo.
Questo è Marco, secondo me.
Alla prossima
dalla vostra
Stefania Convalle
Nessun commento:
Posta un commento