martedì 21 febbraio 2023

Numero 436 - Esperimenti di scrittura - 20 Febbraio 2022


 

Proseguiamo con l'esperimento di scrittura che sto facendo nei miei laboratori. 
Come avete visto nei numeri 430, 432 e 434 di questo Blog, ho proposto una simulazione di un numero di una rivista creata da un caporedattore che aveva il compito di decidere quale tipo di giornale sarebbe stato, creando poi il numero con articoli o altro, scritti dai redattori assegnati.
Vi ricordo e sottolineo che è un esercizio del laboratorio, NON è una rivista vera. Però sono stati così bravi che un po' alla volta ve li faccio leggere!
La foto che vedete in testa a questo numero è la copertina della rivista immaginaria che ha impostato Cinzia Baroni, caporedattrice per questo esperimento. Una rivista dove la scienza e la cultura sono protagoniste.
Buona lettura!

ARCHIMEDE
Mensile di Scienza e Cultura

In questo primo numero ci occuperemo del tempo, ma non del clima meteorologico, parleremo di colui che impone ritmi, scandisce le giornate ed epoche in modo ineluttabile.
In particolare ci siamo occupati dei tre aspetti fondamentali del tempo: passato, presente e futuro e di come questi tre lati si collocano nelle nostre vite.
Siamo andati a scovare un paesino dove il tempo sembra essersi fermato; abbiamo fatto un'intervista a chi lavora con il tempo, quindi a un musicista, e infine ambiamo provato a dare la parola al tempo per sentire il suo parere.


AVERE CENTO ANNI E OLTRE: 
IN SARDEGNA È POSSIBILE
Reportage dall'inviata 
Emanuela Carmelita Tomiato 
 
Sono volata in Sardegna, zona sud-est, a cercare un paesino nell'Ogliastra, in provincia di Nuoro.
Dopo aver noleggiato un'automobile, ho impostato il navigatore e ho seguito le istruzioni. Trovato! Questo borgo si chiama Perdasdefogu (pietre di fuoco, ndr) ed è abitato da 1740 anime.
Nominato sulle guide turistiche della Sardegna, vanta luoghi di interesse naturalistico. Infatti, è presente una mostra permanente sulla fauna, fossili, minerali, rocce e insetti, tipici del luogo.
I più audaci qui possono visitare anche le grotte nel parco naturale Bruncu Santoru.
Ma questa piccola cittadina tra le colline è divenuta famosa perché detiene un meraviglioso primato: qui abita un numero rilevante di centenari, tanto che, nel Guinness World Record, Perdasdefogu è definito come il paese più longevo del mondo.
Le percentuali parlano chiaro: 1 ogni 222 abitanti ha un’età con tre cifre, la maggior concentrazione di vetusti al mondo, annuncia un famoso quotidiano.
Vorrei scoprire qual è il segreto e mi fermo a parlare con alcuni residenti.
Mi dicono di una storica famiglia, nove fratelli per un totale di 837 anni, di cui faceva parte Consolata. Lei sosteneva che qui si mangia sano, il piatto forte è un genuino minestrone e mio padre diceva che ci si deve alzare da tavola con un po’ di appetito e non con la pancia piena. Facendo così, è vissuta fino a 108 anni.
Deduco quindi che una dieta quasi completamente vegetariana possa diventare uno dei requisiti necessari per portare a questo traguardo.
Mi informano anche che tutti, in paese, lavorano nell'orto, fanno attività fisica, molti vanno al pascolo e custodiscono animali e greggi. Insomma, una sana vita campestre, all'aria aperta, a cui vanno aggiunte la bontà e la freschezza dei prodotti della terra.
Di sicuro ciò che conta maggiormente però è la salute mentale di questi longevi.
Incontro il Sindaco e mi spiega: «Perdasdefogu può costituire un modello, qui il vivere è sentirsi coccolati in famiglia e benvoluti dalla comunità; queste persone con età così avanzata sono tenute in grande considerazione, riusciamo a farle sentire come una risorsa. Anzi, di più, come un fiore all'occhiello per l'immagine del paese. Questo aumenta l'autostima di ogni abitante e favorisce un approccio positivo alla vita, a qualsiasi età.»
Aggiunge che tutto il borgo è coinvolto nella festa di compleanno di questi centenari.
È uno stile di vita molto semplice ed essenziale.
Queste persone, nate nel secolo scorso, hanno vissuto momenti importanti della storia, sono sopravvissute a due guerre mondiali, hanno creato le loro famiglie, ma soprattutto hanno custodito con semplicità il valore più grande: la vita.


IL TEMPO E LA MUSICA
Intervista a cura di 
Vittoriana Motta

Oggi abbiamo la fortuna di avere con noi un personaggio eccezionale, il professore   Adelmo Ghironi. Forse non tutti lo conoscono. Ex docente di Storia e Filosofia della Musica al conservatorio di Milano, ha accettato di concederci un'intervista, in cui l'argomento di cui parleremo sarà il tempo.
Chi meglio di lui, giovane ottantenne, esperto di una materia strettamente legata alla dimensione del tempo, per parlare di questo argomento?
Decidiamo di incontrarci al parco nel primo pomeriggio, durante la sua passeggiata quotidiana.
Lo vedo subito sulla panchina che mi aveva indicato: è un ometto distinto, assorto nella lettura di un libro che tiene in mano a distanza ravvicinata, mentre solleva gli occhiali sulla fronte, da buon miope. Quando mi vede alza il braccio, sistema gli occhiali dorati sul naso e mi viene incontro claudicante, appoggiandosi a un bastone dal pomo d'avorio. Ci scambiamo i classici convenevoli e ci avviamo camminando lungo il viale, mentre conversiamo come nonno e nipote.
«Stavo ripassando il Capitolo Undicesimo delle confessioni di sant'Agostino. Visto che l'argomento dell'intervista è il tempo, mi stavo documentando» dice sogghignando mentre mi fa l'occhiolino.
«E lei è d’accordo con quanto sostiene sant'Agostino?»
«Ogni filosofo ha una sua concezione del tempo: sono tutte molto affascinanti queste teorie. Io, se penso al tempo, penso alla musica. Sarà una mia deformazione professionale, o oserei dire passionale, ma trovo che tra le due ci siano molte affinità.»
«Si può dire che la musica sia un'arte temporale?»
«Direi di sì. La musica è un'arte che inizia, risuona e poi muore, un'arte che non esiste finché non torna in essere. La musica c'è quando è presente e non c'è più una volta svanita.
Un po' come il tempo. Prendiamo l'istante. Nel momento in cui lo pensiamo, lo nominiamo, l'istante appartiene già al passato: sparisce. Eppure tutta la nostra vita non è altro che un susseguirsi di istanti: è solo il presente che ci permette di agire, passato e futuro sono soltanto proiezioni. La musica è fatta di istanti. Scritta nel passato, magari verrà riproposta nel futuro, ma suonata è solo ora. Hic et nunc!»
«Professore, mi dica, si può fermare il tempo?»
«Sarebbe bello riuscire a fermarlo a piacere, ma sappiamo che questo non è possibile. Lui passa inesorabile e spietato. Le lancette scorrono, mentre il sole che va e viene ci ricorda che noi andiamo e non torniamo.
Tuttavia ci sono diversi modi per fermarlo: i ricordi mantengono vivo il tempo dentro di noi. Scrivere poesie, produrre un'opera d'arte: sono modi per farsi condurre fuori dal tempo. Grazie all'arte l’uomo può trascendere sé stesso.
La musica, in quanto arte, non ha tempo, emoziona anche a distanza di decenni o di secoli. La melodia riesce a trasportarci indietro facendoci rivivere momenti vissuti, anche più di quanto possa fare una fotografia o un profumo.
Inoltre viene tramandata in modo da essere sempre presente. Basti pensare a brani del Seicento che reinterpretiamo e rendiamo attuali. Per non parlare dei moderni mezzi di registrazione che permettono di fissare il tempo della musica e di congelare l'istante in cui è stata prodotta traghettandola nel futuro, rendendola così eterna.
Mia cara ragazza, potrei andare avanti all'infinito a parlarle di musica ma il tempo stringe e per me è giunta l'ora di rincasare.»
«E io non mi stancherei mai di ascoltarla, caro Professore.»
Estasiata lo saluto e lo guardo allontanarsi mentre cerco di riordinare le idee.


IL TEMPO CHE VERRÀ
Dialogo speciale con 
Pinuccia Sassone 
 
    
Da oltre una settimana il mio orologio fa scherzi strani, si ferma e si riavvia, e poi, di nuovo, si ferma e si riavvia. Quando riparte compaiono date anomale che non coincidono per niente con il tempo reale. 
Eppure ho sostituito le batterie, è incredibile!
Complice, anche la clessidra dai bulbi di cristallo, posizionata austera sul mobile della sala, che in perfetta sincronia con l'amico orologio non lascia fluire la sabbia. É un regalo ricevuto al mio cinquantesimo compleanno, alta poco più di mezzo metro, sfoggia all'interno granelli dorati, che fanno la gara per scivolare giù, uno dopo l'altro.
Quando mi soffermo a osservare quell'affascinante misuratore del tempo, comprendo che il colore di quei minuscoli frammenti non è stato scelto a caso: il tempo è prezioso, proprio come l'oro.
In questo periodo, piuttosto negativo, mi ritrovo spesso a fissare la clessidra. Le riflessioni a cui mi porta mi causano tanta tristezza; è rimasta ben poca la sabbia che ancora deve scivolare giù, proprio come la mia vita, c'è più passato che probabile futuro.
Nel guardare l'orologio fermo, però, ho l'illusoria sensazione che anche il tempo voglia fare una pausa e invece, imperterrito, galoppa comunque e senza tregua.
Sarebbe meraviglioso, penso, se potessimo, ogni tanto, fermarlo e farlo ripartire a nostro piacimento. Significherebbe allungare la vita, cancellare errori con la gomma di qualche tempo supplementare, eliminare pezzi di passato che non ci piacciono e ricostruirli per un presente e un futuro migliori.
Non illuderti, non mi fermo mai, sembra dirmi, ghignando, l’omino nero a forma di clessidra, stampato sul quadrante dell’orologio.
Mi prende il magone.
Intanto, la sabbia ha ripreso a scendere e l'orologio è ripartito, entrambi nello stesso preciso istante. Non è ieri, non è domani, è un oggi che non conosco. Mi giunge chiara la consapevolezza di aver perso tanto tempo, ingannata dall'illusione di poterne avere sempre altro a disposizione.
Per favore, rallenta, perché tutta questa fretta? dico all'omino del tempo.
Devo obbedire ai cicli della natura, sembra rispondermi, si susseguono ininterrottamente, senza alternative. Voi dovete capire come utilizzarmi al meglio, così da godere tutto ciò che la vita vi riserva. Lasciate per strada la vera essenza del vivere, distratti da falsi miti, perdendovi in cose inutili e assurde, mentre la vostra stessa vita se ne va.
Hai ragione, rifletto ad alta voce, da giovane sognavo il mio futuro, pensavo a tutto ciò che avrei potuto realizzare, sembrava possibile che i sogni potessero trasformarsi in realtà. Ma adesso, questo mondo non mi piace, non so più sognare, tutto è diventato difficile e nessuno è più disponibile all’ascolto.
Non fermarti su questi pensieri, incalza lui, io continuo a correre e tu perdi altri pezzi di me, pensa a ciò che può ancora essere e lascia andare ciò che è stato.
Niente di più vero!
Non è mai troppo tardi, ricomincio da me, penso, forse questo è il mio futuro migliore, convinta di non doverne perdere altro.
Ogni scheggia di tempo è un pezzo di vita che non tornerà più.

                                                   


 the end



Il mio commento da Coach alla rivista simulata:

Cinzia Baroni ha avuto un'ottima idea, quella di guardare il tempo da diversi punti di vista. Emanuela Carmelita Tomiato ci ha parlato della longevità, dei luoghi dove si vive a lungo, cercando di indagare sul perché Vittoriana Motta ha condotto un'intervista immaginaria dove il tempo viene guardato dal punto di vista musicale. Infine Pinuccia Sassone ha dialogato col tempo stesso, quello che corre e fugge via, mentre noi lo rincorriamo per tutta una vita.

Il risultato dell'insieme è risultato interessante, offrendo al lettore lo spunto per diverse riflessioni. Complimenti, dunque, alla caporedattrice Cinzia Baroni che ha proposto un numero di una rivista immaginaria davvero brillante.

Le redattrici, Emanuela Carmelita Tomiato, Vittoriana Motta e Pinuccia Sassone, seguendo le indicazioni di Cinzia, hanno scritto tre bei pezzi, che stimolano la curiosità del lettore.
A voi lettori di questo blog il giudizio, un pensiero, una critica nel bene e nel male serve a crescere.
Nei prossimi giorni posterò nel Blog (uno alla volta) gli altri esperimenti.



 Alla prossima

dalla vostra

 Stefania Convalle

 

 

                                                                                          

 




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