venerdì 20 dicembre 2024

Numero 459 - Gara Lampo seconda edizione - 20 Dicembre 2024


Torna la GARA LAMPO, la gara di scrittura delle vacanze natalizie, già sperimentata con successo nel 2022.

Vi ricordo il regolamento:

- la gara è aperta a TUTTI, compresi gli autori di Edizioni Convalle. Insomma, è un gioco e tutti possiamo giocare. Quasi quasi partecipo anch'io ;-)

- per partecipare bisogna inviare un racconto di massimo 500 parole (titolo escluso) o una poesia di massimo 30 versi. Ma se volete potete partecipare sia con un racconto che con una poesia. 

- il tema è libero.

- dovete inviare l'elaborato in formato word all'indirizzo steficonvalle@gmail.com ENTRO il 6 gennaio 2025.

- gli elaborati devono essere inediti e mai pubblicati neppure sui social.

- la partecipazione è gratuita MA è gradito e apprezzato l'acquisto di un'opera di Edizioni Convalle. Questo gioco comporta un impiego di tempo da parte mia e quindi credo sia carino da parte di ogni partecipante ricambiare regalandovi una bella opera da leggere. 

- tutti gli elaborati verranno pubblicati in questo numero del Blog, man mano che li riceverò. Questo vi darà modo di leggere con calma i vari testi, ed eventualmente di rileggerli, per poi arrivare alla votazione con le idee chiare.

- la votazione si potrà fare quando tutti i testi in concorso saranno pubblicati nel blog, e cioè dal giorno 8 gennaio 2025. 

- la votazione si svolgerà nel seguente modo: dovrete scrivere in un commento a questo numero del blog quali sono i vostri TRE testi per voi più belli. Il commento dovrà comprendere il nome e il cognome di chi lo sta facendo. Non si accettano commenti anonimi.

- il giorno 16 gennaio 2025, nella diretta del giovedì sera (ore 21) nella Pagina di Edizioni Convalle, verranno letti i racconti che saranno saliti sul podio, ma anche i più meritevoli (a mio giudizio).

- io assegnerò il PREMIO DELLA CRITICA e lo sapete... Sono cattivissima! ;-)

- I vincitori eletti dal voto popolare e quelli che avranno ottenuto il premio della critica riceveranno una nota critica del testo, una sorta di scheda di valutazione che comprende l'analisi dei punti forti e dei punti deboli (se ce ne sono). La scheda di valutazione ha un valore importante perché rientra nei servizi editoriali. Inoltre, i testi vincitori e i relativi autori avranno una puntata del blog a loro dedicata. Una bella vetrina, mi permetto di dire.

Avete letto tutto per bene? Mi raccomando!

Quindi possiamo partire!

Qui di seguito potete cominciare a leggere i testi già arrivati, ma per votare, attenzione, dovrete aspettare la data indicata nel regolamento. 

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Elaborato 1
GLI ASINI VOLANO
Sandra Morara

Se l'Olga gli avesse detto che gli asini volano lui, il Lucio Sempinteri detto Rimbamba, ci avrebbe creduto.
Vuoi i ricci scomposti di quella chioma leonina, vuoi il rosso vermiglio sulle labbra, vuoi le calze nere, a rete, su quelle gambe ben tornite, o vuoi il balcone che trasbordava di abbondanza…
Insomma, bastava uno sguardo a stecchirgli il cuore e - lo so che non dovrei dirlo, e invece lo dico - pure il piano di sotto ci aveva lo scombuglio.
40 scoccati da almeno un quarto di secolo ma, non mi vergogno a dirlo, mia moglie ancora mi produce l'effetto - per non parlare delle fette di prosciutto sugli occhi.
Sul pavimento - lasciati lì alla diavolo boia e con una certa urgenza - un paio di mutande che non erano le sue, un calzino, non solo spaiato, ma pure bucato, e una maglietta nera pubblicitaria con su scritto verde fluo: GINO che lavora di fino - idraulico pronto intervento.
Ma cosa… Ma come…?
Calma e gesso.
Oh caro te, grazie al cielo sei arrivato - per giunta in anticipo - sapessi cosa mi è capitato…
Cose da non credere, e magari tu non ci crederai, perché se non l’avessi visto con i miei occhi nemmeno io ci crederei, ma tant'è…
Me ne stavo bella tranquilla a farmi un pisolino, quando - santapazienza - mi sono trovata un asino nel letto.
E, lo giuro sulla tua testa, io ci ho provato a scacciarlo facendo sciò sciò pussa via con le mani, ma niente da fare.
Sai quanto sono testardi gli asini.
Mah, veramente io sapevo i muli…
Asini, muli, non ha nessuna importanza, non sono forse della stessa razza?
E per fortuna che quando ti ha sentito arrivare si è spaventato ed è scappato via a gambe levate volando dalla finestra.
Ah, questa è proprio bella. Che Gino fosse un asino non è un segreto, che non sa nemmeno fare una O con un bicchiere, e quando giochiamo a briscola fa sempre casino a segnare i punti, per non parlare di quando perde e deve contare i soldi per un cicchetto, ma che ci provasse a volare…
Sai le risate domani quando gliela racconto agli amici del bar.
Il Don - che per via delle voci di popolo, tutto sapeva, anche se non vedeva - non riuscì proprio a trattenersi e, seduta stante, gli scappò uno sghignazzo talmente sonoro da trapassare non solo i timpani suoi e del povero astante, il Lucio Sempinteri detto Rimbamba, che dietro la grata penitente snocciolava i cavoli suoi, ma pure i sette muri.
Non bastasse, anche il confessionale ci mise del suo e - ahimé - con l'eco inopportuno di un maledetto rimbombo rivelatorio, mise tutta la faccenda in piazza.
Una vera goduria per le beghine in fila davanti al rifugio peccatorum per lo spurgo dei peccati.
Un'isperata opportunità. Una golosa circostanza. Un po' d’erba fresca da brucare per almeno una settimana.
Ma sono pronte a scommetterci - forse anche di più.

§§§§§§§§

Elaborato 2
BASTAVA SOLO UN TI AMO
Milena Mutti

Le sarebbe bastato 
uno “scendi, ti aspetto”
un messaggio notturno
un bacio rubato.

Le sarebbe bastata
la follia di un momento
una rima inventata
una rosa portata dal vento.

Bastava solo un “ti amo”, 
il primo di cento.

§§§§§§§§

Elaborato 3
MARIANNA
Graziella Braghiroli

Il portico della vecchia cascina è inondato da un insolito sole autunnale e immerso nel silenzio.  Si sente soltanto il cigolio di una sedia a dondolo. Laggiù, vicino al vecchio glicine, è seduta Marianna, mia sorella. Segue il dondolio ritmico della sedia, lo sguardo perso nel vuoto. Non si accorge della mia presenza. La osservo, notando quanto sia  invecchiata in questi ultimi mesi, quanto si stia allontanando dalla vita, come se un'onda inesorabile la trascinasse via.
Marianna ha quindici anni più di me che sono il più  giovane. In mezzo ci sono, o meglio, c’erano altri tre fratelli, tutti maschi. Lei ci ha fatto da mamma. La nostra è  morta quando avevo cinque anni e non me la ricordo. Per noi l'unico punto di riferimento è sempre stato Marianna. Grazie a lei abbiamo avuto una famiglia. Chissà se lei ha mai desiderato averne una tutta sua? Non ce lo siamo mai chiesto.
Ricordo che per un periodo - avrà avuto una trentina d'anni - ha frequentato un certo Gregorio. Faceva il maestro nella scuola del nostro paese e veniva spesso a casa nostra. Né io né i miei fratelli lo sopportavamo. Gli trovavamo tutti i difetti e ne parlavamo malissimo a Marianna. Ma lei non ci ascoltava. Era radiosa. Non penso di averla mai più vista felice come allora. Era cambiata. Canticchiava mentre faceva i lavori di casa, non si arrabbiava più per il nostro disordine e, cosa inaudita, si metteva un velo di rossetto sulle labbra e qualche goccia di lavanda Coldinava, la sua preferita, dietro le orecchie. Quando avevo capito che mia sorella si profumava per Gregorio, ero corso in camera sua e con tutta la cattiveria dell'adolescente che ero, avevo scagliato la boccetta contro il muro, lasciando a terra tutti cocci. Non ho mai  dimenticato lo sguardo di Marianna mentre, senza dire una parola, raccoglieva i resti del suo profumo.
Qualche mese dopo quell'episodio, Gregorio era stato trasferito in un'altra scuola e non avevamo più saputo nulla di lui. Marianna era tornata a essere quella di sempre, anche se, a volte, la sorprendevo a fissare il vuoto con un'espressione triste che non le avevo mai visto prima.
Gli anni sono passati. Io e i miei fratelli ci siamo sposati,  abbiamo avuto figli e nipoti. Marianna è sempre rimasta il nostro porto sicuro. Per lungo tempo, le domeniche e le feste comandate, la famiglia al completo arrivava alla cascina e lei cucinava per tutti. Divoravamo i casoncelli fatti a mano, l'arrosto, le patate al forno che si fondevano in bocca, la sua torta paradiso. Se chiudo gli occhi mi sembra ancora di sentirne il profumo.
Col passare del tempo, gli inviti si erano fatti più rari per poi scomparire del tutto.
I vecchi se ne sono andati e i giovani hanno di meglio da fare. Siamo rimasti soli, io e Marianna. Ormai, mi riconosce a stento. L'onda la sta portando via. E io l’accompagnerò, tenendole la mano, come lei ha fatto per tutta la vita.

§§§§§§§
 
Elaborato 4
CENTO ANNI
Camilla Terso

Oggi è il suo compleanno.
Negli ultimi tempi la guardo come se, davanti a me, ci fosse una clessidra che mi ricorda che il nostro tempo insieme è ormai poco e prezioso. Osservo il suo viso paragonabile a una cartina stradale montuosa con le cime imbiancate e i suoi occhi a tratti assenti che, con la sola vicinanza dei figli, tornano a brillare. Oggi è più bella che mai: nonna Lina compie cento anni.  Un secolo tondo.
È disorientata perché vede la sua casa piena di gente: figli, nuore, nipoti e pronipoti, così decido di sederle accanto e, prendendola per mano, la rassicuro. Dopo un po' arriva il signore con la fascia, come lo chiama lei.
«Chi è quell’uomo e che ci fa qui a casa mia?» mi domanda agitata.
Le rispondo che è il Sindaco e che è venuto apposta per i suoi cento anni e scherzando le dico che è diventata una celebrità.
In quel momento una domanda sfiora la mia mente: ma conviene vivere tanto?
È una cosa che mi spaventa e mi affascina allo stesso tempo. Sempre mentre la osservo, celando un sorriso che lei ricambia con una bocca da lattante, mi chiedo chissà a quanti cambiamenti è sopravvissuta.  Quante persone avrà incontrato nella sua strada e quante ne avrà perse.  Mi sorprende di come il dolore della morte di un figlio non l'abbia uccisa. La risposta è una sola: è una donna di altri tempi.
Qualche anno fa, quando i suoi ricordi erano ancora tutti interi, era capace di rapirmi con i suoi aneddoti, spesso accompagnati dai colori crepuscolari. Storie dove si perdeva e il suo viso sembrava prendere la forma del periodo a cui faceva riferimento il ricordo, oppure, ero io che m'immedesimavo troppo in lei. Però, se parlava di quando era una bambina e della sua bambola di pezza, fatta di qualche stoffa di abito riciclato fino all’impossibile, proprio in quel preciso momento, il suo volto diventava fanciullesco. Scorgevo il suo sguardo innamorato e ancora pieno di pudore quando parlava del suo grande amore per il nonno; l'unico uomo per lei con cui ha fatto sette figli e trovavo assurdo come rammentasse ogni cosa di ognuno di loro. 
Ora ricorda ben poco e dice cose senza un filo logico. Mi fa tenerezza, quella stessa dolcezza che aveva per me quando restavo i pomeriggi interi in sua compagnia.
Alcuni filosofi dicono che l'ingenuità che caratterizza gli anziani serve a far sparire, in loro, il terrore che caratterizza ogni uomo: quello della morte.
Arriva il momento della torta e del soffio delle candeline, delegato a Sofia, la più piccola della famiglia, perché il secolo appena passato ha tolto a nonna Lina tutto il fiato.
La serata volge al termine, la vedo stanca, così l'aiuto a mettersi a letto, proprio come faceva con me quando ero bambina.
«Buonanotte nonna, ci vediamo domani» le dico dandole un bacio.
«Non chiedere più di ciò che il Buon Dio ti dona» mi dice addormentandosi.

§§§§§§§


Aspettiamo i prossimi testi! 

 Stefania Convalle


martedì 3 dicembre 2024

Numero 458 - "Giorni da cane" e "Le lettere di Esther", le mie impressioni - 3 dicembre 2024


Ci sono dei romanzi che ti sorprendono, inaspettatamente, perché - chissà perché - di fronte alla narrativa contemporanea a volte siamo un po' snob. Ci avete fatto caso? 
Ho incrociato questo libro nella Libreria di Alice di Rimini, in occasione di una mia presentazione. Gironzolavo tra gli scaffali e "Giorni da cane" mi ha incuriosito, sia per la copertina, sia per il titolo, essendo io cane-dipendente.
Quando l'ho iniziato, il breve prologo mi ha lasciata perplessa. Praticamente c'era tutto quello che non mi piace: troppe descrizioni, troppi nomi, insomma, ho pensato che fosse un buco nell'acqua.
Però sono andata avanti.
E... wow...
Anzi: wow-issimo.
Stile, dieci e lode. Brillante, bel ritmo, moderno ma nel senso giusto del termine, perché alle volte si pensa che moderno sia uguale a una scrittura senza cura, banale, piena di luoghi comuni, sincopata ed elementare; forse perché ci sono tante persone che pubblicano ma non sanno scrivere (sono cattiva, lo so) e quindi si diventa diffidenti rispetto ad autori che non conosciamo. 
Ma torniamo al romanzo in questione. 
Erica Waller scrive benissimo, è ha uno stile tutto suo quando descrive macro e micro, che siano paesaggi o caratteri dei personaggi, emozioni o sentimenti, gioie e dolori.
Tre personaggi principali: George, un vecchio rimasto vedovo da poco; Lizzie, una giovane donna che vive in un rifugio per donne maltrattate; Dan, un counselor con un disturbo ossessivo compulsivo. Tutti hanno a che fare con un cane, ma ogni cagnolino in questione rimane laterale, una silenziosa presenza anche per il lettore. 
La storia procede tramite brevi capitoli (adoro i capitoli brevi!) e in una deliziosa alternanza conosciamo la storia dei tre personaggi. All'inizio non c'è alcun collegamento tra loro, ma piano piano ci sarà qualcosa che metterà l'uno sulla strada degli altri.
Non voglio raccontarvi la trama, ma vi invito a leggerlo perché è una grande storia che parla di sentimenti, di perdita, di assenza, di amore, di rinascita.
C'è humor, c'è commozione: c'è la vita.
Insomma, mi è piaciuto tantissimo. Si è capito?

Ma passiamo al secondo romanzo che ho appena terminato.


Questo è stato un regalo da parte di una mia cara lettrice, non solo delle mie personali opere, ma anche di quelle della mia casa editrice: Edizioni Convalle. Laura Beretta, sapendo che conduco da tanti anni un laboratorio di scrittura, è rimasta incuriosita dalla storia di questo romanzo e me l'ha regalato. 
La protagonista, una libraia francese, decide di fare un laboratorio di scrittura anomalo: gli iscritti dovranno scriversi delle lettere, alla vecchia maniera, con carta e penna per poi spedirsele con la posta. L'idea è interessante e si basa su questa conversazione epistolare. All'inizio si fa un po' fatica a seguire questo incrocio di lettere, botta e risposta, perché ognuno di loro deve scrivere ad almeno due dei compagni di laboratorio, e alcuni di loro hanno nomi simili, i conseguenza il povero lettore è quasi costretto a farsi uno specchietto :-D 
Però, quando si entra nelle dinamiche, si rimane coinvolti dalle storie di ognuno e alcune pagine sono davvero coinvolgenti, talmente coinvolgenti che, una volta concluso il laboratorio, quando la parola torna alla libraia, perde molto brio, ma si tratta solo delle ultime pagine per definire come proseguiranno i rapporti nati tra i vari personaggi. Insomma, mi è piaciuto, anche se "Giorni da cane" trovo sia più romanzo come passo narrativo. 

Ora ho iniziato "Diario d'inverno" di Paul Auster, un libro ancora diverso, bello tosto a livello di profondità, ma di questo vi parlerò quando l'avrò terminato.

Naturalmente vi consiglio sempre e PRIMA DI TUTTO ;-) le opere di Edizioni Convalle che, come sapete, sono solobelleopere! 
C'è davvero l'imbarazzo della scelta e leggendo anche narrativa contemporanea, come i romanzi di cui vi ho parlato in questo numero del Blog, devo dire con grande orgoglio che i nostri non sono da meno, anzi, a volte sono anche superiori come scrittura e intensità.
Magari potete dare un'occhiata: www.edizioniconvalle.com





Alla prossima
dalla vostra
Stefania Convalle

sabato 23 novembre 2024

Numero 457 - Parlo di me, Camilla Terso - 23 Novembre 2024


Parlare di me?  Che dire…

Mi chiamo Camilla Terso, sono nata nella vigilia di natale del 1975 a Matera, e per una fatalità astrale, forse il passaggio della stella polare, se così si può dire, quella notte mi ha donato una vita alternativa, cioè la possibilità di vivere su una quattro ruote. In molti vi chiederete: perché dirlo subito? La risposta è semplice. La disabilità fa parte di me. Non capireste chi io davvero sia se ommettessi questa cosa.

Ad esempio, non comprendereste la gioia di essere portata in giro sulla sedia.
Ho la carrozzella a motore, certo, ma vi confesso che adoro essere spinta per la città. Mi rilassa.  Sto in silenzio e osservo ogni cosa, ogni passante, le loro espressioni e mi diverto a immaginare le loro vite. Impicciona? No, curiosa.
Inoltre la mia grande passione è viaggiare e ho la fortuna di poterlo fare spesso. Oltre a farlo realmente, lo faccio anche con la mente e questo accade soprattutto quando scrivo e invento storie, l’altra mia passione.  
Scrivere è una necessità. Lo diventa ogni giorno di più. A volte, quando il mio braccio sinistro fa qualche capriccio, mi spavento. Penso e chiedo al buon Dio, o chi per lui, di   poter farmi bloccare un piede, una gamba, qualsiasi altro arto, piuttosto che la mia mano sinistra. Sì, sono mancina. 
Scrivere non è solo un diletto, ma anche un aiuto nella vita quotidiana. Se devo prendere un appuntamento con parrucchiere, o con l’estetista, ancora più importante dal medico, la scrittura mi viene in soccorso. Perfino quando mi arrabbio. Poiché la rabbia blocca il mio linguaggio, i miei messaggi sono pugnali con la punta ben affilata. Questo è lo svantaggio di chi sa usare le parole appropriate, io, che ho come secondo nome “fiammifero”, con la tastiera divento pericolosa.
Il mio romanzo “LE CREPE DELL’AMORE” nasce da un compito in un laboratorio di Stefania Convalle. Una semplice foto di una casa in città. Un racconto di cinquecento parole. Chi l’avrebbe detto che un semplice compito sarebbe diventato il mio primo romanzo. Tutto ciò è stato possibile grazie a Stefania e Giuseppe che hanno creduto in me. Non li ringrazierò mai abbastanza.
Alla prossima opera (spero).
Camilla Terso 


E ora la parola all'editrice

Sono davvero felice di poter parlare di Camilla, nuova autrice di Edizioni Convalle!
Conosco Camilla da diversi anni, da quando ha iniziato a frequentare il mio laboratorio di scrittura on line. Ricordo che la prima cosa che mi disse all'epoca era che voleva che la trattassi come tutti gli altri allievi, senza farmi condizionare dalla sua condizione. 
Ho una grande ammirazione per lei come persona. Il suo coraggio e la sua determinazione mi hanno conquistata fin da subito, perché non molla mai e si è impegnata sempre tantissimo, senza lamentarsi, anche se - oggettivamente - a volte faceva più fatica degli altri per mettere per iscritto le parole dei suoi testi.
Poi, l'ho conosciuta di persona al Salone di Torino nel 2022.


Ricordo che quello che mi ha colpito all'istante sono stati gli occhi sorridenti ed empatici. Insomma: colpo di fulmine per me, per noi tutti! Inoltre, ci tengo a dirlo, il marito Spartaco ci è entrato nel cuore per la sua simpatia e l'amore che dimostra ogni istante per sua moglie.
Ma torniamo a Camilla e parliamo di lei come autrice.
Il suo percorso di questi anni è stato pieno di impegno da parte sua, ma poi è sbocciata e la forza della sua penna le ha fatto vincere una sezione del Premio Letterario "Dentro l'amore", nella sezione Racconti, e anche un secondo posto nella sezione "Lettera". 
Per essere presente alla serata, ha attraversato l'Italia - e non sapeva ancora che avrebbe vinto! - dalla Basilicata al Piemonte. 
Ma c'era! 
Che gioia per me vedere la sua emozione quando ha saputo di aver vinto!

E ora è arrivata alla sua prima pubblicazione con il romanzo "Le crepe dell'amore" dove emerge la sua penna che parla di sentimenti profondi, di legami dettati dal cuore. Ma sta già scrivendo altro, dove farà emergere il coraggio della sua penna che sta prendendo consapevolezza e forza, ogni giorno sempre di più. 
Glielo dico sempre: lei ha il compito di diventare la paladina di coloro che vivono su una quattro ruote. Ha coraggio e determinazione da vendere e la sua missione nella vita, a mio giudizio, è dimostrare che i propri sogni si possono realizzare in qualsiasi condizione.
Insomma, Camilla è un esempio per tutti noi e con la sua tenacia ci dimostra che lei vola, e sulla quattro ruote - a volte - ci siamo noi con la nostra pigrizia mentale e la scarsa determinazione.

Cara Camilla, io mi alzo in piedi davanti a te e ti applaudo.
Non ti fermare mai, hai un mondo da scrivere e io sarò sempre al tuo fianco!


Alla prossima
dalla vostra
 Stefania Convalle


giovedì 7 novembre 2024

Numero 456 - Aspettando "Seduti allo stesso tavolo" - 7 Novembre 2024


 

Oggi vi racconto una storia che è la mia storia. E lo faccio quando mancano pochi giorni all'uscita del mio nuovo romanzo: "Seduti allo stesso tavolo". 
Questo romanzo è nato in un momento in cui ho messo tutto in discussione, è stato quasi una terapia ;-) Ho ragionato a voce alta, insieme al lettore, affidando i miei pensieri, le mie esperienze e le mie considerazioni ai protagonisti: Penelope, la scrittrice disillusa che sceglie la solitudine; Anastasia, una donna misteriosa, ambigua; Pietro, lo scrittore famoso che rappresenta il sogno mai raggiunto di Penelope, ma poi, questo sogno è davvero qualcosa per cui lottare o alla fine se diventasse realtà non sarebbe così appagante? 
E poi c'è lei, Mara, l'agente letteraria famosa. Mara che dall'alto dei suoi anni, esperta della vita e del mondo editoriale che conosce in ogni suo più nascosto angolo, saprà traghettare Penelope verso la riva della saggezza.
Insomma, in poche parole scrivere questo romanzo è servito a darmi anche delle risposte.

Mi fa piacere - e spero anche a voi - ripercorrere alcune delle opere precedenti, quelle che ho pubblicato con Edizioni Convalle.
Ne approfitto per sottolineare che la mia carriera parte molto prima rispetto al 2 Febbraio del 2017, data della nascita della mia casa editrice. Lo dico perché le malelingue - che sono sempre all'opera - hanno insinuato che pubblico perché ho la casa editrice. Non è proprio così ;-)
Allora vi spiego: la mia prima pubblicazione risale a Gennaio 2012, quando non avevo nemmeno per l'anticamera del cervello di fondare una casa editrice. Nel corso della mia carriera, quando ero solo autrice, ho pubblicato diverse opere con alcune CE. Inoltre "Dipende da dove vuoi andare" era stato acquisito dalla famosa Agenzia Thesis che poi l'ha pubblicato con la sua CE. E vi dico anche che mentre ero in parola con loro, una editor che mi seguiva, mi telefonò per chiedermi se avessi già firmato con loro perché aveva ottenuto la possibilità di far leggere il mio manoscritto presso una grande casa editrice, di quelle che tutti gli aspiranti scrittori sognano. Ebbene, ricordo di averle risposto che, anche se non avevo ancora firmato il contratto, avevo dato la mia parola alla Thesis e quindi non mi sentivo di rimangiarmela. 
Forse ho perso un'occasione, chissà...
Però, vedete, per me la parola lealtà e rispetto verso chi dà un'occasione ha un valore. 
Comunque, questo aneddoto l'ho raccontato per tutti coloro che non hanno rispetto per la mia carriera che parte da lontano e con grande orgoglio posso dire che mi sono sudata tutto, e la penso esattamente come la Penelope del romanzo ;-)
Ma torniamo alla carrellata di alcune delle mie pubblicazioni precedenti, non le metterò tutte - sono 21, compresa l'ultima - e quindi ho fatto una selezione, scegliendo tra le opere pubblicate da Edizioni Convalle.

Andiamo a ritroso.


"Volevo solo avere più tempo" 

In tutti i miei romanzi c'è l'amore, perché fa parte della vita, e quindi come potrebbe non esserci?
Antonio, il quasi ottantenne protagonista, è un personaggio di cui quasi tutti i lettori si sono innamorati e gli hanno voluto bene da subito; i più giovani avranno rivisto in lui il proprio nonno. I meno giovani avranno rivisto il loro padre, e i coetanei si saranno identificati. Secondo me Antonio è stato tanto amato perché lui stesso è capace di grande amore, sia come sentimento per una donna, sia per una ragazza che diventa come una nipote, sia per i suoi sogni e soprattutto per la Vita. Credo sia proprio questo che ha colpito al cuore i numerosi lettori, che ringrazio sempre.

Ma andiamo avanti, e vediamo quello che lo ha preceduto.


"Ti affido i miei pensieri. Abbine cura"

Questo è un volumetto al quale tengo davvero tanto perché contiene, come dice il titolo, i miei pensieri più intimi e profondi. Non so trovare le parole giuste per descriverlo, non si può raccontare, ma solo leggere. 



"A Nord del destino"

In questo romanzo la scrittura mi ha portato - sapete che è la scrittura stessa che mi guida e non il ragionamento o un progetto preordinato - a entrare nel cuore di una famiglia e delle persone più vicine, come un'amica del cuore o un vecchio amore, e scoprire gli scheletri negli armadi: chi non ne ha? 
Aurora, Amelia, Andrea (oddio! Tutti con la stessa iniziale! Giuro che non lo farò più...) e Giovanni, si dovranno spogliare e mettersi a nudo davanti a sé stessi e ai loro segreti, perché alla fine i conti devono tornare. 

Continuiamo questo cammino a ritroso e troviamo "Una straordinaria solitudine".



Questo romanzo, ambientato nel Golfo dei Poeti, dove ho abitato per diversi anni, è una storia d'amore che non conosce confini, di nessun genere. E quando dico di nessun genere intendo proprio che va oltre, perché l'amore è questo, un grande regista nella vita di ognuno di noi. Victor, Sophie, Maryanne. Italia, New York. La loro straordinaria solitudine assume un significato diverso per ognuno di loro.


"Il Manoscritto"

Eh, questo romanzo, quante cose ho da dire...
Partiamo dalle belle. Un romanzo ambientato a Trieste, città che conosco bene e tanti sono i ricordi dell'infanzia che mi legano a lei. Li ho voluti mettere nel romanzo e affidare a Emilia, la protagonista, un'agente letteraria milanese che si trasferisce a Trieste, dove troverà l'amore e tante risposte sulla sua vita. 
Dovete sapere che questo romanzo era stato scelto da una piccola casa di produzione cinematografica indipendente per realizzarne un film. Potete immaginare come ne ero stata felice! Però qualcosa è andato storto e pur essendo iniziate le riprese, con la presenza di attori importanti, tra l'altro, il tutto si è arenato, come spesso accade. 
Eh va beh, dopo la delusione, ci ho bevuto sopra: che potevo fare?
Ma rimane sempre un romanzo che, come tutto ciò che scrivo, contiene tanto di me.


"Lo specchio macchiato dal tempo"

Questo romanzo è stato un po' una scommessa. Dovete sapere che a me piace scrivere anche di dimensioni diverse, parlare di quel filo sottile che lega il mondo dei vivi a quello di chi non c'è più. Qui ho voluto stare ben salda alla realtà, anche se all'inizio non sembra ;-) Ma lo scoprirete leggendo. La cornice è la mia Milano alla quale ho voluto rendere un omaggio, facendo muovere i miei personaggi - Alice, Minerva, il Messaggero, Tommaso, Gabriel - nelle strade e le piazze simbolo, ma anche piccoli angoli conosciuti solo ai milanesi. La storia vede due mondi a confronto, che andranno a intrecciarsi per poi sciogliersi con tutte le soluzioni in mano. Sono ermetica? Un po' sì;-)

Ma adesso entriamo per un attimo nel mondo della Poesia.


"In ordine sparso. Come la vita"

Nella mia carriera ho scritto anche poesie, ma non mi ritengo una poetessa, penso di essere più una romanziera. Questa opera racchiude il mio percorso poetico, che comprende tutte le poesie scritte fino al momento della sua uscita. Qui troverete quella parte di me che osserva la Natura, l'essere umano nelle parti più intime a livello di emozioni. Credo si possa definire una poetica moderna, dal verso libero ma - a tratti - con una punta di ermetismo. Insomma, giudicate voi che è meglio ;-)


"SCRIVERE. Alla ricerca di sé e del proprio stile"

Qui troverete pillole di tecnica di scrittura e suggerimenti per approcciarsi alla scrittura creativa, ripercorrendo il percorso che faccio nei laboratori di scrittura che conduco da diversi anni e che ha formato tanti autori poi pubblicati. Un manuale molto semplice, alla portata di tutti coloro che si avvicinano a questo mondo.


"Anime Antiche"
 
Eh... Anime antiche... Qui ho voluto addentrarmi nel mondo delle vite precedenti, argomento a me caro. Troverete Muriel, una milanese innamorata dell'amore che però non trova l'anima gemella, per così dire. Incontrerà per caso Greg, un ragazzo carismatico che le dirà di essere un'anima antica, affermazione che farà sorridere Muriel, ma allo stesso tempo nascerà un rapporto particolare tra loro. In mezzo, un amore sofferto, quello tra la donna e Lorenzo, e poi un libro antico e un anello che diventeranno parte della storia in modo importante. Insomma, una grande storia d'amore, di quelle che viaggiano nel tempo. 

Andiamo avanti. Ma quanti sono? Direte voi. Eh, un bel po'. Com vi ho detto, con l'ultima opera siamo a quota 21 pubblicazioni. Ma tranquilli, non vi parlerò di tutte!


"Il silenzio addosso"

Cos'è quel silenzio addosso di cui si parla? Si tratta di quella parte di noi che teniamo nascosta sotto una metaforico cappotto che indossiamo. A volte è un cappottino leggero, a volte è pesante e spesso, come quello che s'indossa nel più freddo degli inverni interiori. Un cappottino pesante, come quello che indossa Chiara, una giovane donna che si porta dietro un grande dolore che però non vuole mostrare, ma cerca con le unghie e con i denti di rimettersi in piedi, trovando una stampella in Giulia, una chef milanese di mezza età. E poi troveremo Alessandro, il marito di Chiara; Fabio, chef milanese con le sue frustrazioni e Edoardo, libraio eremita. Le loro vite si incontreranno, portando quel raggio di sole che aiuterà a uscire dalle tenebre individuali. E poi troverete la Sciamana, una figura importante per Chiara: la saggezza incarnata.


"Dipende da dove vuoi andare"

Con questo romanzo entriamo nelle opere che sono state ripubblicate in una nuova edizione con Edizioni Convalle,  ma che avevano iniziato il loro cammino prima che io decidessi di diventare anche editrice.
Questo romanzo tratta un argomento purtroppo attuale, quello del femminicidio, ma lo fa da un punto di vista molto spirituale. 
Anna, la vittima, uccisa dal marito Luca, entrerà in contatto con Maria, giovane donna che conoscerà Luca, ignorando il suo vero essere. Un lotta contro il tempo per salvare Maria, dove Anna sarà una presenza fondamentale, ma dove anche troverete la mamma di Maria, Stefano e Laura (la sensitiva) che saranno al fianco della ragazza in questo percorso a metà tra il thriller e il noir.




"Una calda tazza di caffè americano"

Questo romanzo ha segnato il punto di svolta della mia scrittura, quando ho cominciato a lasciarmi andare e scrivere di pancia. 
C'è tanto di me, qui dentro, proprio per la struttura stessa del romanzo.
Molly mi assomiglia parecchio ;-) e Alan sarà l'amore della sua vita. Emily, la vecchia donna che la ospiterà negli Stati Uniti, sarà per lei quella mano delicata che assomiglia a quella di una madre. E Gabriella? Eh, Gabriella vi sorprenderà.



"Dentro l'amore"

Questa raccolta di racconti ha visto la luce nella la primavera nel 2013, e rieditata da me negli anni successivi con Edizioni Convalle.
In questa raccolta c'è il seme della scrittura che poi si sarebbe sviluppata ed evoluta negli anni successivi. Un titolo che esprime esattamente il mio modo di vedere la scrittura e la vita, perché è così che scrivo e vivo. Dentro l'amore.

Mi fermo qui perché non voglio andare oltre. Ci sono tante opere che non sono in questa carrellata: sono quelle scritte negli anni con altri autori, e anche la prima in assoluto che ancora non ho rieditato con Edizioni Convalle, però chissà, magari ci penso.
Vi risparmio di dirvi i riconoscimenti ottenuti negli anni, per me importanti, ma non voglio annoiarvi. Vi dico solo che quasi tutte le opere hanno ricevuto almeno un premio o riconoscimento, e questo mi rende orgogliosa perché, come a volte mi hanno detto, sono una donna che si è fatta da sola, e scusate se me lo dico da sola, ma ne vado fiera.

Ho voluto fare questo piccolo album virtuale da sfogliare per ricordarvi le opere principali prima che la prossima veda l'uscita imminente e quindi... Se qualche opera manca dalla vostra libreria, potrete provvedere, se avrete voglia di conoscermi a 360° attraverso i miei scritti. :-)

Insomma, grazie a tutti i lettori che mi hanno seguito negli anni e che continueranno a farlo, ma anche a quelli che arriveranno.

Grazie!

Potrete trovare ulteriori informazioni nel sito www.edizioniconvalle.com 
e nella Pagina Edizioni Convalle su Facebook, come anche su Instagram nel profilo Stefania Convalle



Alla prossima
dalla vostra
Stefania Convalle

domenica 20 ottobre 2024

Numero 455 - Parlo di me: Maura Hary - 20 Ottobre 2024

 



Come la protagonista del mio romanzo “Ero invisibile” non amo i riflettori né calcare il palcoscenico, perciò non mi dilungo mai a parlare di me. Ci provo.
Ho un figlio, due tartarughe (una però scappa sempre), colleziono giocattoli vecchi e libri per ragazzi provenienti da tutto il mondo.
Il blu e l'azzurro mi rilassano come la vista del mare, soprattutto se unita al profumo di salsedine e mirto.
Cucinare e la buona tavola occupano un posto importante nelle mia vita, anche perché credo che la felicità sia importante cercarla, ma più ancora godersela negli attimi in cui dobbiamo imparare a riconoscerla.
Sono una buona ascoltatrice, pianificare mi regala tranquillità e organizzare mi dà soddisfazione.
Cado costantemente nel tranello di cacciarmi in troppe attività, ma vorrei fare tutto perché sono curiosa e portata all'entusiasmo; cerco sempre il lato umoristico perché aiuta a vivere meglio e penso che il sorriso sia un ottimo passepartout.
Fatico a ricordarmi le scadenze, ma non i compleanni, sono allergica alle password e rimuovo con sorprendente facilità gli impegni poco graditi.
Sono approdata alla scrittura in tempi abbastanza recenti.
Mi hanno sempre affascinato le fiabe (Barbablu raccontato da mia nonna è al top), come i racconti di vita vissuta: amo la storia, sia con la maiuscola che con la minuscola.
Ho coltivato, col tempo, la passione per la letteratura per ragazzi, forse perché racconta una fase della vita da cui non mi sono mai completamente allontanata, poi ho scoperto che le storie mi piace anche scriverle e ora non riesco più a smettere.
Ho partecipato al premio “Dentro l'amore” e... ho vinto la sezione romanzi inediti!
È stata una grande soddisfazione vedere apprezzata la mia opera e così ho iniziato a conoscere Stefania e la casa editrice Convalle che ho capito essere una grande famiglia: ci sto entrando in punta di piedi e sono contenta di farne parte.
Anche se ho poca esperienza ho apprezzato la cura che viene dedicata a ogni testo: il mio l'ho dovuto rileggere molte volte, ma so che anche Stefania e Giuseppe non si sono risparmiati.

Maura Hary


E ora la parola all'editrice! ;-)

Ho conosciuto Maura Hary alla serata finale del Premio Letterario Dentro L'amore, quando si è portata a casa la vittoria col suo romanzo inedito "Ero invisibile", che poi è stato pubblicato - come prevedeva il bando - con Edizioni Convalle.


Io non l'avevo letto, non essendo parte della giuria, ma avevo ascoltato tutti i pareri positivi dei giurati incaricati per quella sezione. Un parere unanime! E in effetti, quando è arrivato il momento di lavorarci sopra per procedere con le varie fasi della pubblicazione, l'ho letto almeno 5/6 volte per i vari controlli ;-) - lo sapevo quasi a memoria! - e l'ho trovato meritevole della vittoria. Quindi rinnovo i miei complimenti a Maura, per aver raccontato una storia attuale, con un linguaggio in linea perfetta con i personaggi principali - giovani adolescenti - e per i tanti ingredienti che costituiscono e arricchiscono la trama. 
Quindi l'aspettiamo con nuove storie e Edizioni Convalle sarà felice di portare avanti il suo percorso letterario.
E mi raccomando! Se non l'avete ancora ordinato, fatelo subito! 


Alla prossima
dalla vostra 
Stefania Convalle


 


venerdì 27 settembre 2024

Numero 454 - Violeta, Isabel Allende - 27 settembre 2024



Isabel Allende è tra le scrittrici contemporanee da me preferite. Ho sempre amato quel suo narrare tra reale e spirituale, e a lei mi sono ispirata nei primi anni della mia stessa scrittura, amando le stesse tematiche.
Ricordo ancora la prima volta, tanti anni fa, quando la scoprii. Ero in macchina, in coda nel traffico milanese, e ascoltavo la radio. Nel programma, a un certo punto, una voce mi fece arrivare un passo estrapolato dal famoso romanzo "Paula". Fu colpo di fulmine e da quel momento ho letto (quasi) tutto di lei.
Leggendo "Violeta" l'aspettativa era come sempre alta. Un romanzo che racconta una vita, cento anni, in un periodo storico incastonato tra due pandemie: la Spagnola e il Covid. Violeta racconta al nipote Camilo, attraverso una lunga lettera, la storia della sua famiglia. Un saga familiare, dunque. Un romanzo storico, perché, soprattutto nella seconda parte, la parte politica e sociale diventa predominante.
Devo dire che, pur apprezzando senza se e senza ma i romanzi della Allende, all'inizio della lettura, per numerose pagine, non ritrovavo quella parte che di lei amo, quel confine tra la vita e la morte dove si srotolano tanti dei suoi romanzi. Leggevo e mi sembrava che raccontasse - magnificamente, neh - le vicende, ma non sentivo quell'emozione che ho sempre avvertito tra le sue pagine.
Poi l'ho ritrovata, la sua penna da incantatrice, proprio quando i fatti narrati entravano nel passaggio dalla vita alla morte di alcuni personaggi importanti e lì c'era lei, c'era tutta con quel suo modo di parlare del trapasso da una dimensione all'altra come solo lei sa fare. 
Era lì tutta la sua magia.
Lei.
Isabel Allende.
Comunque sempre grandissima.


Alla prossima
dalla vostra
Stefania Convalle


martedì 25 giugno 2024

Numero 453 - Le lettere - Le parole in libertà, di Stefania Convalle - 25 Giugno 2024


Eccoci al terzo appuntamento di questa nuova rubrica, "Le parole in libertà". Uno spazio dove potete lanciare qualsiasi argomento e ne parleremo. Ma potete anche scrivere una lettera "virtuale", come nel caso di oggi, in cui mi parlate come si fa come a un'amica.
Qualche giorno fa, appunto, mi è arrivata una mail da Elisabetta Motta, che parla di un suo momento collegato anche al mondo editoriale. 
Posto qui di seguito il testo della mail e poi la mia risposta.

Cara Stefania,
con molto piacere rispondo al tuo bisogno di comunicare, di parlare con chi ti segue. E tra queste persone ci sono io.
Lo faccio nelle prime ore della giornata, quando il silenzio qui in casa mi accompagna, e in un momento in cui mi sento un po' sfiduciata verso il prossimo. Si sa, nella vita, nel lavoro, ci sono momenti alti e quelli bassi per tutti. E a proposito di pomodori in faccia, non sei l'unica ad averne presi… Magra consolazione, mi dirai.
Sono ormai trent'anni che lavoro nel settore dell'editoria e, come per te, le parole sono sempre state il mio mondo e continuano a esserlo. Un valido mezzo di comunicazione. Anche un ottimo mezzo di sfogo, di distrazione. Forse è nei miei momenti più bui che riesco a scrivere meglio, spinta a cercare nelle parole un mondo migliore. Non so se è così anche per te.
Ed è proprio attraverso la scrittura che si esprime il proprio essere. Per quanto mi riguarda, in ciò che scrivo, che sia un romanzo o un breve racconto, viene sempre fuori qualcosa che appartiene a me, al mio carattere e al mio modo di essere. È inevitabile.
Cara Stefania, concludo dicendo che hai avuto, come sempre, una bella idea a creare questo spazio nel tuo blog, nel tentativo di stabilire dei contatti con chi ti legge. Emerge in questo la tua profonda sensibilità, il volere mantenere dei rapporti umani che spesso vengono annientati da una realtà in cui spesso l’egoismo ha il sopravvento.
Grazie,
Elisabetta


Cara Elisabetta, 
in una lettera breve ma intensa, riesci a farmi sentire una sorta di amarezza per il mondo dove entrambe viviamo: quello dell'editoria. Tu, da più tempo di me, fai trasparire la delusione per eventuali aspettative e anche per l'essere umano che spesso e volentieri tradisce la fiducia e delude. Ma leggo anche tra le righe il dispiacere per anni e anni di lavoro che - forse - non hanno prodotto il risultato atteso.
Vedi, dialogare fa bene! Perché ci si rende conto che non si è da soli e non si è i soli a vivere il malessere che serpeggia nelle strade della piccola editoria (e non solo lì). 
Entrambe scriviamo da diversi anni e abbiamo una carriera di tutto rispetto, ma si continua a lottare ogni giorno come se fosse il primo. Sarà giusto così? Per me, no. Però il mio parere in merito è risaputo e credo che quello editoriale sia un mondo inquinato fortemente da dinamiche distruttive rispetto al talento dei pochi, con lo spazio concesso a chi di talento non ne ha affatto (e sono la maggior parte); mi riferisco alle case editrici a pagamento, ma anche al self-publishing, che produce montagne di opere che opere non sono e intasano spazi che dovrebbero appartenere ai veri artisti. E come non restarci male quando si vede che persone che scrivono e non sanno farlo, vanno avanti perché trovano corsie preferenziali non attribuibili al talento, ma al fatto di conoscere chi... Un mondo davvero triste e deludente, perché poi, come dici nell'ultima parte della mail, l'egoismo regna imperante e, aggiungo, anche il narcisismo e l'egocentrismo sfrenato. E vogliamo parlare della parola gratitudine? Sono davvero poche le persone che ne conoscono il significato.
Però, sai cosa ti dico, cara Elisabetta? Nonostante i momenti grigio-neri che mi colgono, dove penso a quanto tutto sia inutile, il colpo di reni arriva sempre e cerco di volgere lo sguardo verso coloro che sono al mio fianco e mi stimano (e ce ne sono tanti!) ed è proprio da loro che arriva la forza di non mollare e di crederci ancora. Credere ancora, non dico nel mondo dell'editoria che temo sia irrimediabilmente caduto in un vortice senza fine, ma credere nell'essere umano. E per queste persone bisogna continuare a fare quello che facciamo, tu e io, in modi diversi, da tanti anni.
Insomma, cerchiamo di vedere il bicchiere mezzo pieno (se di vino è meglio!).
Ti voglio dedicare, prima di salutarti, un testo che conoscerai sicuramente, ma è talmente pieno di significato che è bello rileggerlo. Lo dedico a tutti coloro che hanno qualche momento difficile, perché è un testo che restituisce calore.

Desiderata

Passa tranquillamente tra il rumore e la fretta, e ricorda quanta pace può esserci nel silenzio.
Finché è possibile, senza doverti abbassare, sii in buoni rapporti con tutte le persone.

Di' la verità con calma e chiarezza; e ascolta gli altri, anche i noiosi e gli ignoranti; anche loro hanno una storia da raccontare.
Evita le persone volgari e aggressive; esse opprimono lo spirito.
Se ti paragoni agli altri, corri il rischio di far crescere in te orgoglio e acredine, perché sempre ci saranno persone più in basso o più in alto di te.
Gioisci dei tuoi risultati così come dei tuoi progetti.
Conserva l'interesse per il tuo lavoro, per quanto umile; è ciò che realmente possiedi per cambiare le sorti del tempo.
Sii prudente nei tuoi affari, perché il mondo è pieno di tranelli. Ma ciò non accechi la tua capacità di distinguere la virtù; molte persone lottano per grandi ideali, e dovunque la vita è piena di eroismo.
Sii te stesso. Soprattutto non fingere negli affetti, e neppure sii cinico riguardo all'amore; poiché a dispetto di tutte le aridità e disillusioni esso è perenne come l'erba.
Accetta benevolmente gli ammaestramenti che derivano dall'età, lasciando con un sorriso sereno le cose della giovinezza.
Coltiva la forza dello spirito per difenderti contro l'improvvisa sfortuna, ma non tormentarti con l'immaginazione. Molte paure nascono dalla stanchezza e dalla solitudine.
Al di là di una disciplina morale, sii tranquillo con te stesso. Tu sei un figlio dell'universo, non meno degli alberi e delle stelle; tu hai il diritto di essere qui.
E che ti sia chiaro o no, non v'è dubbio che l’universo ti si stia schiudendo come dovrebbe.
Perciò sii in pace con Dio, comunque tu Lo concepisca, e qualunque siano le tue lotte e le tue aspirazioni, conserva la pace con la tua anima pur nella rumorosa confusione della vita.
Con tutti i suoi inganni, i lavori ingrati e i sogni infranti, è ancora un mondo stupendo.
Fa' attenzione e cerca di essere felice.
- Max Ehrmann

E a tutti voi che mi seguite, se avete qualcosa da aggiungere o se volete raccontare la vostra esperienza in merito all'argomento di oggi, fatelo in un commento.
Se poi volete scrivermi per dire la vostra su qualsiasi argomento, inviate una mail a steficonvalle@gmail.com e la pubblicherò nel Blog.
Ringrazio tanto Elisabetta Motta per avermi aperto il suo cuore.

Parlare è bello. Recuperiamo la profondità dell'esistere.


Alla prossima
dalla (sempre) vostra
Stefania Convalle