lunedì 10 giugno 2013

Numero 99 - Una poetessa, un mito - 10 Giugno 2013



Labirinto (Wislawa Szymborska)

– e ora qualche passo
da parete a parete,
su per questi gradini

o giù per quelli,
e poi un po' a sinistra,
se non a destra,
dal muro in fondo al muro
fino alla settima soglia,
da ovunque, verso ovunque
fino al crocevia,
dove convergono,
per poi disperdersi
le tue speranze, errori, dolori,
sforzi, propositi e nuove speranze.
Una via dopo l'altra,
ma senza ritorno.
Accessibile soltanto
ciò che sta davanti a te,
e laggiù, a mo' di conforto,
curva dopo curva,
e stupore su stupore,
e veduta su veduta.
Puoi decidere
dove essere o non essere,
saltare, svoltare
pur di non farsi sfuggire.
Quindi di qui o di qua,
magari per di lì,
per istinto, intuizione,
per ragione, di sbieco,
alla cieca,
per scorciatoie intricate.
Attraverso infilate di file
di corridoi, di portoni,
in fretta, perché nel tempo
hai poco tempo,
da luogo a luogo
fino a molti ancora aperti,
dove c'è buio e incertezza
ma insieme chiarore, incanto
dove c'è gioia, benché il dolore
sia pressoché lì accanto
e altrove, qua e là,
in un altro luogo e ovunque
felicità nell'infelicità
come parentesi dentro parentesi,
e così sia
e d'improvviso un dirupo,
un dirupo, ma un ponticello,
un ponticello, ma traballante,
traballante, ma solo quello,
perché un altro non c'è.
Deve pur esserci un'uscita,
è più che certo.
Ma non tu la cerchi,
è lei che ti cerca,
è lei fin dall’inizio
che ti insegue,
e il labirinto
altro non è
se non la tua,
finché è possibile,
la tua, finché è tua,
fuga, fuga –

Wislawa Szymborska

9 commenti:

  1. Mi piace da morire!!!

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    1. Anche a me! Ogni volta che scopro una sua poesia, è colpo di fulmine!

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  2. La fiera dei miracoli

    Un miracolo comune:
    l'accadere di molti miracoli comuni.

    Un miracolo normale:
    l'abbaiare di cani invisibili
    nel silenzio della notte.
    Un miracolo fra tanti:
    una piccola nuvola svolazzante,
    che riesce a nascondere una grande pesante luna.
    Più miracoli in uno:
    un ontano riflesso sull'acqua
    e che sia girato da destra a sinistra,
    e che cresca con la chioma in giù,
    e non raggiunga affatto il fondo
    benché l'acqua sia poco profonda.
    Un miracolo all'ordine del giorno:
    venti abbastanza deboli e moderati,
    impetuosi durante le tempeste.
    Un miracolo alla buona:
    le mucche sono mucche.
    Un altro non peggiore:
    proprio questo frutteto
    proprio da questo nocciolo.
    Un miracolo senza frac nero e cilindro:
    bianchi colombi che si alzano in volo.
    Un miracolo – e come chiamarlo altrimenti:
    oggi il sole è sorto alle 3,14
    e tramonterà alle 20.01
    Un miracolo che non stupisce quanto dovrebbe:
    la mano ha in verità meno di sei dita,
    però più di quattro.
    Un miracolo, basta guardarsi intorno:
    il mondo onnipresente.
    Un miracolo supplementare, come ogni cosa:
    l'inimmaginabile
    è immaginabile.

    -- Wislawa Szymborska

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    1. "l'inimmaginabile
      è immaginabile."

      Chiusa stupenda di una poesia stupenda di una produzione stupenda di una poetessa stupenda;-)

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  3. Buonasera,
    mi piace,mi piace sempre più,mi piace come ti prende e ti trasporta attraverso giri di parole verso il finale rimbalzando più volte nei suoi schemi mentali.

    "l'inimmaginabile
    è immaginabile."

    in tre parole condensa tutto.

    non mi intendo di poesie,ma alcune (di altri) non riesco proprio a capirle,sono su un "piano"diverso di come ragiono io,forse dovrei leggerle.....booo...a testa in giù??


    http://img835.imageshack.us/img835/8830/atestaingi.jpg

    Saluti
    Daniele


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    1. Che carina la foto!! Direi che è appropriata;-) trovo che la poesia proposta sia come dici tu, ti prende e ti trasporta a rimbalzi di concetti fino al finale. Davvero grande questa poetessa!:-)

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  4. Labirinto mentale, sapientemente rappresentato dalla poetessa dalle parole vibranti di immortalità, Wislawa Szymborska, nel quale sperimentare improvvise rincorse, repentine svolte, inspiegabili intuizioni od impulsive scelte; tutto, senza immaginare che proprio in quel "labirinto" si ama rimanere (nonostante, sembri di voler uscire) perchè personifica l'essenza umana, complicata, imprevedibile, inspiegabile, provvisoria e definitiva allo stesso tempo, ma, fondamentalmente, intrigante e proprio per questo coinvolgente, al punto che si vuole continuare ad addentrarsi in un territorio sconosciuto abitato dalle nostre emozioni più profonde.

    Per questo, l'uscita ci "insegue" fin dall'inizio, come un'ombra, ma entrare in noi stessi è l'esperienza più appagante della vita; l'uscita ci insegue per 'sviarci', ma, se si riesce a continuare, il percorso è quello 'giusto', ESSERE NOI STESSI è il nostro compito primario e svolgerlo, durante la vita, è la nostra completa realizzazione verso la felicità.

    cinzia

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    1. Essere noi stessi: ma secondo te, in quanti ci riescono o in quanti davvero ci provano o in quanti veramente desiderano porsi agli altri senza maschere? Per rispondere ispirandomi alla poesia che avevo messo nel blog prima di questa, della Szymborska, ci riescono nella misura del 10%, ci provano nella misura del 40%, lo desiderano davvero di porsi senza maschere il 20% e forse è anche troppo :-\

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  5. Io credo che ognuno di noi desidererebbe essere sè stesso in ogni circostanza, ma non è cosa facile e spesso si preferisce adattare la propria personalità in ogni situazione diversa; piuttosto che mettersi in gioco, spesso si preferisce la soluzione più semplice, comoda.

    Credo che la cosa importante sia cercare di esprimersi in modo naturale appena sia possibile e togliere ogni 'maschera' per poter, finalmente, lasciarsi andare liberamente con innocenza, stupore e curiosità verso quella parte di noi stessi che, solitamente, rimane sopìta sotto coltri di paura e convenzioni.


    cinzia

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