Quanta acqua sotto i ponti, da quella serata,
30 Ottobre 2010.
Il primo riconoscimento effettivo per il mio lavoro di scrittrice, un secondo posto al Premio Letterario "Il Poeta e il Narratore", i primi soldi guadagnati attraverso la scrittura. Ricordo che quella sera toccavo il cielo con un dito.
La strada era già imboccata, mi aspettava tutto un percorso fatto di salite e discese, ma pieno di soddisfazioni, di piccoli e grandi risultati che mi hanno portata fino a qui, a credere davvero con tutta me stessa di essere nata per scrivere...
Voglio riproporvi il racconto che mi regalò il piazzamento al Premio. L'ho letto a ogni presentazione, decine di volte, che ho fatto da allora... Lo leggo e lo dedico a tutte le persone "grandi", augurandomi di diventare, se mai ci arriverò, una vecchietta come quella di...
GLI OCCHI NON INVECCHIANO MAI
di
Stefania Convalle
Ho ottant’anni.
Li sento nelle
ossa consumate, nelle ginocchia che scricchiolano, sulla pelle rugosa, ma non
negli occhi.
L’altro giorno mi
guardavo allo specchio e ho visto lo stesso sguardo di me ragazzina. Sarà
proprio vero che gli occhi sono la porta dell’anima? Certo, la vecchiaia è una
gran fregatura. Ti porta via il corpo, ma ti lascia la testa per capire il
tempo che passa. Anche le persone che si hanno intorno contribuiscono a farti
sentire più di là che di qua! L’ho notato in occasione degli ultimi compleanni,
a Natale, nelle ricorrenze varie, insomma quando si presenta il momento di
ricevere un regalo. Da un po’ di tempo a questa parte sono cominciati ad
arrivare cioccolatini, biscotti, dolcetti, come se avessi poco tempo davanti e
quindi mi regalano qualcosa che io possa “consumare” subito, alimenti con una
“scadenza” vicina. Pare mi vogliano dire “mangia in fretta, non si sa mai”.
È da qualche anno
che non ricevo più un libro, forse pensano che non abbia più la testa per
leggere, per capire. Ma avete notato come la gente talvolta si rivolge ai
vecchi? Manca solo che si mettano a sillabare, è come se parlassero con
qualcuno che non capisce la loro lingua. Oppure, quelli che ti chiamano
“nonna”.
Ma perché?
Improvvisamente
si perde la propria identità, si diventa genericamente nonne e nonni.
Non sapete che mi
è capitato, questa ve la voglio raccontare. Ero all’ospedale, dovevo sottopormi
a un esame per cui chiedevano di togliersi, tra le altre cose, eventuali dentiere.
Anche se può apparire strano, alla mia veneranda età i denti sono ancora tutti
miei, ma all’infermiera questo sembrava impossibile.
– Se mi dice
ancora una volta dai nonna togliti i denti giuro la pesto – pensai in quel
momento. Per convincerla e farla contenta le dissi che se era proprio
necessario avrei potuto abbattermi l’arcata dentale a colpi di martello. Alla
fine mi ha creduta, ma che fatica!
La cosa mi
diverte in fondo, non me la prendo, anzi, alle volte fingo di essere sorda se
non mi va di parlare o preferisco stare per conto mio. Allora li vedo che si
guardano tra loro come se non avessi nemmeno più gli occhi, e dicono –
poverina, non c’è più con la testa –
Si dimenticano
che ottant’anni di vita sono carichi di esperienza, vita vissuta, gioie,
dolori, la saggezza dei vecchi. E chi ne tiene più conto ormai. Quanta
tenerezza mi fanno certi giovani, pensano che l’amore sia il teorema di
Pitagora, magari hanno avuto qualche delusione e dicono “basta”, decidono che
gestiranno le loro emozioni, i loro sentimenti. Vogliono razionalizzare
l’amore. Li guardo e sorrido, perché so che si perderanno in tante di quelle
passioni nella loro vita, che loro
nemmeno possono immaginarselo.
E quelli che
pianificano tutto? Quelli che dicono: “Mi voglio sposare e avere due figli, un
maschio e una femmina”. Un maschio e una femmina? Mica siamo al supermercato,
forse non sanno che ogni volta che inizia una vita è un vero miracolo della
Natura, e nemmeno così scontato. Figuratevi se si possono fare ordinazioni sul sesso
del nascituro… Sorrido!
E poi, quanto mi
fanno arrabbiare i vecchi come me che esordiscono dicendo “ai miei tempi”. Di
quali tempi parlano?!? Cosa significa? Qualcuno un giorno me lo dovrà spiegare
questo mistero. Non sono forse anche quelli che stiamo vivendo i “nostri
tempi”? Loro parlano come se la vita non ci appartenesse più e invece io la
sento, eccome se la sento! Ora che dormo di meno, mi alzo e vedo l’alba che non
ho visto da giovane. Ora che non ho più fretta mi accorgo anche delle piccole cose,
come la magnolia davanti alla mia finestra; guardo la sua fioritura, la sua
meraviglia, la vedo, la vivo. E mi entra negli occhi. Questi occhi che sono
quelli di quando ero bambina; sì, forse un po’ appannati, forse con le palpebre
cadenti, le rughe, ma dentro, dentro ci sono ancora i miei sogni, i miei
desideri. Non più le paure, quelle no, le ho lasciate andare già qualche anno
fa. Che strano, alle volte mi
sorprendo a
pensare che non posso più fare programmi a lungo termine, non riesco più a dire
“l’anno prossimo farò, andrò…”
Ma sapete che
c’è? Ora esco, mi vesto, mi agghindo, voglio essere una bella vecchietta.
Vado qui di fronte, c’è un’agenzia di viaggio, tra
due mesi sarà il mio compleanno e io, io voglio prenotare un viaggio
bellissimo, magari quello che non ho mai fatto.
Ecco, sono pronta, ho messo
anche un velo di cipria, un po’ di rossetto. Vicino a quell’agenzia c’è un
Caffè e vedo sempre un signore più o meno della mia età. è sempre ben vestito, la barba curata, legge il giornale e quando mi ha vista altre volte
passare di lì, mi ha sorriso. E sapete una cosa? Ho visto nei suoi occhi la mia
stessa voglia di vivere, lo stesso entusiasmo.
È
proprio vero, gli occhi non invecchiano mai.
https://youtu.be/lodKSiWlgrg (colonna sonora)
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