giovedì 30 aprile 2020

Numero 327 - Per la Rubrica "Parlo di me": Luigi Besana - 30 Aprile 2020


Nella foto: Luigi Besana

Parlo di me, nell’intrico della mia immagine

Ho imparato ad amare leggendo, soprattutto i poeti. 
Da giovanissimo ho cominciato a confessarmi con me stesso e a lamentarmi dei miei dolori precoci, insomma a comunicare al piccolo mondo circostante le mie emozioni dolci e amare. In seguito ho attirato qualche attenzione in diversi premi letterari e questo mi ha spinto a uscire dalla mia cameretta – porto, dove alla finestra fingevo di vedere l’infinito, per confrontarmi corpo a corpo con ciò che la realtà riserva nella la sua bellezza e nella sua crudezza. Mettere il mio io al servizio di una potenza più grande, rischiando più volte la caduta, la mediocrità, il fallimento, perché la scrittura non conosce altri modi, altre forme, è questo il confine fra l’amore e la parola. 
Le mie composizioni sono veramente emozioni, spesso visioni che assalgono durante il corso dei giorni. 
Ho compiuto studi tecnici, per anni sono stato orologiaio, confondendo la risonanza delle ore con la cadenza delle sillabe. (Quel tempo è ricordato in una poesia “L’orologiaio”). A tutto ciò che in letteratura si classifica con il termine cultura classica mi sono avvicinato umilmente da solo. Sono quello che si definisce un autodidatta e i miei versi, pur cercando le migliori assonanze, sono spontanei e liberi. A volte soffro la mia origine impura, magari anche bastarda, impazzendo nel cercare le parole che si nascondono durante i vagabondaggi folli della mente a ogni ora del giorno e della notte. Trovatore contaminato dall’impasto della carne, fiore in bilico sulla parete del cielo con la luna che diventa un volto di donna. Si sa, i poeti si bruciano gli occhi e il cuore in questa passione cucita addosso, ma ribelli e indifesi come bambini la loro pazzia è in definitiva una forma d’amore. 
In questo mondo reale in perenne divenire, grazie alla soavità di Stefania Convalle, ho potuto fissare parte della mia anima sui supporti labili delle pagine de “L’erba sogna il cielo” la mia silloge terrena che guarda al firmamento con tutte le sue tensioni nude e impure, fin quando durerà la memoria.

Luigi Besana


§§§

E ora la parola all'editrice 

Ho conosciuto Luigi Besana in occasione di presentazioni delle mie opere presso il 
Circolo Culturale Dialogo di Olgiate Comasco
(luogo che amo per il calore delle persone che lo animano).

Un giorno si è timidamente proposto per farmi leggere una sua silloge, che poi è stata pubblicata da Edizioni Convalle, "L'erba sogna il cielo".
Devo dire che è stato amore a prima vista con le sue poesie che mi hanno conquistata fin da subito.
Ho persino chiesto il permesso a Luigi di concederci ( a me e Riccardo Simoncini) di pubblicare alcuni versi, come citazione, nella nostra opera 
"Cerca di non mancarmi troppo"

Sulla soglia
ti guardo andare via
senza morire.

Ho avuto modo, poi, di conoscere meglio Luigi che ritengo un vero artista, un Poeta e un uomo tutto da scoprire, che ti sorprende a ogni verso, a ogni chiacchierata.
Cela la sua ironia dentro ai suoi occhi azzurri di una dolcezza infinita, ma quando emerge evidenzia la sua grande intelligenza.

Sono davvero contenta di avere Luigi Besana tra gli autori della mia casa editrice e spero che il nostro sodalizio letterario sia... per sempre...


Alla prossima
dalla vostra
Stefania Convalle









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