domenica 19 marzo 2023

Numero 440 - Parlo di me, Salvina Alba - 19 marzo 2023

 

Sono nata in una soleggiata giornata di fine ottobre di tanti anni fa nella mia amata Sicilia e forse per questo nella mia personalità sono presenti varie caratteristiche contraddittorie: dalla malinconia dell’autunno alla voglia di sorridere, dall’attrazione verso gli altri popoli, che mi ha spinta a studiare le lingue straniere e a viaggiare, al desiderio di starmene tranquilla in casa mia. Sarà perché sono un’isolana, ma adoro la solitudine e da sola non mi annoio mai. Mi piace leggere, vedere film e serie tv, ascoltare musica, suonare il piano (male), a volte perfino disegnare e… mangiare tanti dolci. E ovviamente scrivere.

Non è facile per me descrivermi ma, se proprio dovessi farlo con poche parole, mi definirei un’insegnante che scrive romanzi. Sì, perché tanto tempo fa ho scelto questo lavoro e ho dedicato tutta la mia vita alla scuola, all’insegnamento, ai giovani che mi sono stati affidati nel corso di questi lunghi anni.

La scrittura è venuta dopo, ma non troppo. Scrivo infatti da oltre vent’anni, anche se ho sempre considerato questa attività un hobby, lo strumento giusto per evadere da una quotidianità che a volte annoia, a volte delude, a volte viene stretta.

Ho cominciato quando, cercando nuovi libri da leggere la sera ai miei figli piccoli, ho ritrovato in un vecchio quaderno una storia che avevo iniziato e mai finito diversi anni prima. Completarla è stato un atto voluto poiché avevo sempre desiderato scrivere e dovuto perché mio figlio ha preteso di conoscere la conclusione di quel racconto.

Da quel momento non ho più smesso e la pubblicazione del mio primo romanzo non è stata una sorpresa per nessuno. In fondo, ero sempre stata la classica ragazzina secchiona che adorava leggere e alla quale piaceva studiare e ottenere il massimo dei voti. Da quando ho imparato a decifrare consonanti e vocali, ho subito cominciato a divorare tutto ciò che trovavo attorno a me. La lettura mi ha accompagnata in tutti i momenti della mia vita, anche i più difficili, anche i più importanti, mi ha consentito di conoscere, apprendere, scoprire, viaggiare, vivere tante altre vite. Sono convinta da sempre che i libri impediscano di sentirsi soli.

Della scrittura invece adoro l’atto creativo, la possibilità di far sorgere dal nulla o quasi un mondo tutto mio, il senso di onnipotenza che mi regala la consapevolezza di essere il demiurgo delle mie storie, di poter plasmare tutto a mio piacimento, di poter esprimere le mie idee. Prediligo la narrativa psicologica, il monologo interiore, l’indagine dell’interno piuttosto che la descrizione dell’esterno. I miei autori di riferimento, Stendhal e Camus, provengono dalla letteratura d’oltralpe e forse non avrebbe potuto essere diversamente per una persona che ha insegnato francese per quarant’anni.

L’incontro con Stefania e la sua casa editrice Edizioni Convalle è stato frutto del caso, ma qualcuno sostiene che il caso non esiste e quindi, se ci siamo trovate, vuol dire che doveva andare così. Questo incontro fortuito e fortunato mi ha fatto conoscere una persona speciale e vulcanica e un gruppo unito e solidale che si sostiene reciprocamente. È una grande emozione pensare di farne parte anch’io, almeno un po’. La pubblicazione de "Il bosco di faggi", il mio quinto romanzo edito, un’opera a cui tengo molto, mi consente di proseguire la mia attività di autrice e questa è la cosa che desidero di più perché, in fondo, la mia ambizione più grande è lasciare un ricordo di me ai miei cari e far sì che il mio fantastico nipotino Alessandro, che oggi ha appena otto mesi, possa un giorno sfogliare i miei libri e, attraverso le pagine, ricordare la “nonna scrittrice”.

Salvina Alba


E ora la parola all'editrice ;-)

Nella mia esperienza da editrice, mi capita di conoscere prima l'autore e poi l'opera, o il contrario. E quando si legge prima l'opera, parlano le parole scritte ed è più difficile - secondo me - far breccia nel cuore di chi legge e valuta se l'opera in questione è nelle corde, nel mio caso, di Edizioni Convalle.
Il romanzo di Salvina Alba, "Il bosco di faggi", è stato per me un colpo di fulmine. Amo, in primis, la bella scrittura e leggendo quelle pagine l'ho trovata: corretta, introspettiva, profonda: come piace a me. Nella prima parte dell'opera, credo che la sua penna sia stata davvero abile a delineare il tratto psicologico del personaggio principale, come anche della situazione di vita, tra famiglia e lavoro, di questo ragazzo. E poi ho apprezzato la virata, nella seconda parte, verso il giallo, qualcosa che non ti aspetti e ti cattura perché ci si chiede: ma che succede? 
Di Salvina mi hanno molto colpito due cose: la penna (come già detto) e la sua gentilezza. Lei ha un cuore davvero gentile, che di questi tempi non è proprio cosa scontata. E io sono contenta che sia entrata nella famiglia della mia casa editrice! 
Il suo romanzo è proprio bello e invito chi non l'avesse ancora letto, a farlo, perché parla di Vita, parla dell'essere umano, toccando stati d'animo - quella parte oscura di noi - che forse è la più vera.


Alla prossima
dalla vostra 
Stefania Convalle



 

 

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