- la gara è aperta a TUTTI, compresi gli autori di Edizioni Convalle. Insomma, è un gioco e tutti possiamo giocare. Quasi quasi partecipo anch'io ;-)
- per partecipare bisogna inviare un racconto di massimo 500 parole (titolo escluso) o una poesia di massimo 30 versi. Ma se volete potete partecipare sia con un racconto che con una poesia.
- il tema è libero.
- dovete inviare l'elaborato in formato word all'indirizzo steficonvalle@gmail.com ENTRO il 6 gennaio 2025.
- gli elaborati devono essere inediti e mai pubblicati neppure sui social.
- la partecipazione è gratuita MA è gradito e apprezzato l'acquisto di un'opera di Edizioni Convalle. Questo gioco comporta un impiego di tempo da parte mia e quindi credo sia carino da parte di ogni partecipante ricambiare regalandovi una bella opera da leggere.
- tutti gli elaborati verranno pubblicati in questo numero del Blog, man mano che li riceverò. Questo vi darà modo di leggere con calma i vari testi, ed eventualmente di rileggerli, per poi arrivare alla votazione con le idee chiare.
- la votazione si potrà fare quando tutti i testi in concorso saranno pubblicati nel blog, e cioè dal giorno 8 gennaio 2025.
- la votazione si svolgerà nel seguente modo: dovrete scrivere in un commento a questo numero del blog quali sono i vostri TRE testi per voi più belli. Il commento dovrà comprendere il nome e il cognome di chi lo sta facendo. Non si accettano commenti anonimi.
- il giorno 16 gennaio 2025, nella diretta del giovedì sera (ore 21) nella Pagina di Edizioni Convalle, verranno letti i racconti che saranno saliti sul podio, ma anche i più meritevoli (a mio giudizio).
- io assegnerò il PREMIO DELLA CRITICA e lo sapete... Sono cattivissima! ;-)
- I vincitori eletti dal voto popolare e quelli che avranno ottenuto il premio della critica riceveranno una nota critica del testo, una sorta di scheda di valutazione che comprende l'analisi dei punti forti e dei punti deboli (se ce ne sono). La scheda di valutazione ha un valore importante perché rientra nei servizi editoriali. Inoltre, i testi vincitori e i relativi autori avranno una puntata del blog a loro dedicata. Una bella vetrina, mi permetto di dire.
Avete letto tutto per bene? Mi raccomando!
Quindi possiamo partire!
Qui di seguito potete cominciare a leggere i testi già arrivati, ma per votare, attenzione, dovrete aspettare la data indicata nel regolamento.
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il primo di cento.
Marianna ha quindici anni più di me che sono il più giovane. In mezzo ci sono, o meglio, c’erano altri tre fratelli, tutti maschi. Lei ci ha fatto da mamma. La nostra è morta quando avevo cinque anni e non me la ricordo. Per noi l'unico punto di riferimento è sempre stato Marianna. Grazie a lei abbiamo avuto una famiglia. Chissà se lei ha mai desiderato averne una tutta sua? Non ce lo siamo mai chiesto.
Ricordo che per un periodo - avrà avuto una trentina d'anni - ha frequentato un certo Gregorio. Faceva il maestro nella scuola del nostro paese e veniva spesso a casa nostra. Né io né i miei fratelli lo sopportavamo. Gli trovavamo tutti i difetti e ne parlavamo malissimo a Marianna. Ma lei non ci ascoltava. Era radiosa. Non penso di averla mai più vista felice come allora. Era cambiata. Canticchiava mentre faceva i lavori di casa, non si arrabbiava più per il nostro disordine e, cosa inaudita, si metteva un velo di rossetto sulle labbra e qualche goccia di lavanda Coldinava, la sua preferita, dietro le orecchie. Quando avevo capito che mia sorella si profumava per Gregorio, ero corso in camera sua e con tutta la cattiveria dell'adolescente che ero, avevo scagliato la boccetta contro il muro, lasciando a terra tutti cocci. Non ho mai dimenticato lo sguardo di Marianna mentre, senza dire una parola, raccoglieva i resti del suo profumo.
Qualche mese dopo quell'episodio, Gregorio era stato trasferito in un'altra scuola e non avevamo più saputo nulla di lui. Marianna era tornata a essere quella di sempre, anche se, a volte, la sorprendevo a fissare il vuoto con un'espressione triste che non le avevo mai visto prima.
Gli anni sono passati. Io e i miei fratelli ci siamo sposati, abbiamo avuto figli e nipoti. Marianna è sempre rimasta il nostro porto sicuro. Per lungo tempo, le domeniche e le feste comandate, la famiglia al completo arrivava alla cascina e lei cucinava per tutti. Divoravamo i casoncelli fatti a mano, l'arrosto, le patate al forno che si fondevano in bocca, la sua torta paradiso. Se chiudo gli occhi mi sembra ancora di sentirne il profumo.
Col passare del tempo, gli inviti si erano fatti più rari per poi scomparire del tutto.
I vecchi se ne sono andati e i giovani hanno di meglio da fare. Siamo rimasti soli, io e Marianna. Ormai, mi riconosce a stento. L'onda la sta portando via. E io l’accompagnerò, tenendole la mano, come lei ha fatto per tutta la vita.
CENTO ANNI
Camilla Terso
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