Come sapete, oltre a fare la scrittrice, l'editrice etc etc, guido dei laboratori di scrittura totalmente folli, ma la follia è un'espressione artistica e quindi non potrebbero essere diversi.
Dovete sapere che uno di questi laboratori è composto da autrici che infilano, spesso e volentieri, nei racconti che scrivono per compito: malati di tutti i tipi e morti come se piovesse.
Così un giorno ho dato loro un esperimento da svolgere molto particolare per tre motivi:
1) fare una sorta di staffetta dal nome ANDATA E RITORNO dove dovevano portare avanti una storia tutte insieme e passarsi questa palla all'andata e al ritorno, avendo quindi due occasioni per dare il proprio apporto alla trama. Avevano solo dieci righe a testa, dieci all'andata e dieci al ritorno. Non potevano mettersi d'accordo ma dovevano accettare ciò che trovavano scritto nel file, al loro turno, e proseguire tenendo conto dell'intreccio già in atto, potendo farlo evolvere come desideravano: insomma, un gioco di abilità con le parole.
A cosa serve?
A divertirsi!
A essere elastici e a scrivere basandosi sull'improvvisazione e senza un progetto, per imparare a trovare soluzioni narrative in modo rapido e creativo.
Ah, poi c'era la regola di non infilare morti e moribondi vari. E poi, regola delle regole: non usare AVVERBI perché fanno tanto tanto tanto male alla prosa.
Bene, questo il risultato.
Hanno giocato, si sono divertite, anch'io ho riso mentre leggevo, sono passate dalla tragedia alla hot narrazione (non so come sia accaduto :-O)
E quindi ecco a voi il racconto a 18 mani.
Troverete il nome dell'autrice di turno prima delle sue dieci righe.
Andata e Ritorno
da un'idea di Stefania Convalle
come esperimento di scrittura
Un racconto a più mani
Dieci righe a testa all’andata
Dieci righe a testa al ritorno.
1.andata
Elena Caio
Lo ammetto: sono una vigliacca. Ho
troncato con lui senza neanche un minimo di preavviso. Ho preso la scusa che si
era dimenticato del mio compleanno per tagliare i ponti di netto. Un taglio
chirurgico, da bisturi del cuore. Il mio, però. Perché fa male, malissimo, da
lacerarsi le notti. E sono sicura che lui si starà chiedendo, con quell’aria da
finto innocente, ma che ho fatto? Come se non lo sapesse! Cazzo, quanto lo
odio, sempre ondivago, mai una certezza, magari sbagliata, ma certezza. Se fosse
una donna sarebbe una minchia di gattamorta, una profumiera, di quelle che ti
fanno credere chissà cosa e poi... E invece è un uomo.
Un uomo che, seppure stronzo
all’ennesima potenza, è stato capace di forgiarmi a suo piacimento, per tanto,
troppo tempo.
Ancora adesso non mi so spiegare
come abbia potuto lasciarlo fare, vederlo giorno dopo giorno impadronirsi
della mia mente, del mio cuore, della mia vita.
Ecco! Se c’è una cosa che non
bisogna mai dare a un uomo sono le troppe certezze, fungere quasi da rete di
protezione.
È questo che l’ha fatto rammollire!
Ora basta, però, con la Anna
accomodante, materna, disponibile.
Non sopporto più di essere così.
Così diversa da me!
Federica Madeddu
Sto qui a crogiolarmi nel letto
fissando il soffitto così bianco da dar fastidio. La verità è che non so cosa
fare. Mi sono fatta trasferire nella filiale di Milano per stare con lui, e
ora? Che faccio? Sto in città o torno al sud dai miei amici e parenti? Chiedo
ferie o congedo? E se mi mettessi in malattia? Ho preso la varicella, anzi no,
il morbillo! È più virulento. Lunedì non ho alcuna intenzione di incontrarlo
in ufficio. Devo sfogarmi e l’unica che può capirmi è Laura; anche se l’ultima
telefonata non è stata delle migliori e
le ho chiuso il telefono in faccia. Ero furiosa.
Dai, Laura, rispondi, ho bisogno di te.
4.andata
Adelia Rossi
Te pareva, pensò Laura, vedendo
apparire sul display del telefonino il nome di Anna. Scommetto che ha bisogno
d’aiuto! Da quando ha conosciuto Arturo, mi ha messo da parte come uno straccio
vecchio; tranne cercarmi quando sente il bisogno di scaricarmi addosso i loro
battibecchi. Se penso all’ultima telefonata, mi sale il sangue alla testa. È stata capace di chiudere la comunicazione perché avevo osato mettere in
discussione il suo comportamento.
Laura guardò il display del
cellulare: Anna aveva riattaccato. Lasciò sfumare la rabbia ma poi, in un impeto di
solidarietà prese il telefono e compose il numero dell’amica.
5.andata
Giulia Landini
Ma vaffanculo, pure Laura! Spengo il
telefono, tanto non mi capisce nessuno. Non torno al sud dai miei, Milano è
casa mia e non voglio sentirmi dire il solito, te l’avevo detto, trovi tutti
uomini sbagliati! Apro le finestre, c’è odore di chiuso e pure un po’ di lui.
Devo uscire da questa casa; indosso un paio di jeans e una maglietta scollata,
un po’ a maiala, proprio come non gli sarebbe piaciuto. In pochi secondi sono
sul pianerottolo. Dove ho messo le chiavi di casa? Le ho lasciate dentro. Ok
perfetto, suono alla vicina che ha una copia. Apre il figlio, un uomo sulla
quarantina: «Ciao! Cercavi mia madre? Non è in casa, entra pure.»
Pinuccia Sassone
«Scusa, ho dimenticato le chiavi, il doppione l'ho dato a tua madre.»
«Accomodati, prendiamo un caffè» mi dice
Livio. È un bronzo di Riace, coperto a stento da mezza asciugamano sul bacino.
Prende le tazzine, noto il suo fantastico
fondoschiena. Oh Dio, quanto ben di Dio, chi cazzo se ne frega, è un’occasione
da non perdere. Gioca con le dita tra i miei capelli, tempo un attimo ci
ritroviamo avvinghiati in un bacio da sballo. Sembra conoscere ogni punto del
mio corpo, abbracciandomi mi trascina nella sua camera.
«Dove eri nascosta?» mi sussurra sfiorandomi
il collo.
7.andata
Giusy Li Vecchi
Mi ha stregato, non ci sono altre
spiegazioni e devo ammettere... non ho opposto resistenza.
Avevo voglia di essere desiderata
senza metterci la testa, volevo sentire delle mani delicate e sicure sul mio
corpo. In effetti mi è sembrato di essere la protagonista di uno di quei film
americani, dal drink al letto in un semplice cambio scena.
Si è giustificato dicendo che sua
madre gli ha sempre parlato di me, e che in fondo era come se mi conoscesse. Ma
non aveva certo bisogno di spiegarmi le dinamiche, mi è piaciuto, eccome se mi
è piaciuto. Devo raccontarlo a Laura, non ci crederà, non solo ho mollato
Arturo, l’ho pure tradito.
Graziella Braghiroli
Credevo che mi sarei macerata nel
rimorso di avere tradito Arturo, in realtà, non me ne importa un accidente. Da
ben due ore sono acciambellata sul divano a ripensare a Livio, alle sue mani
sul mio corpo, alle sensazioni travolgenti che non ricordavo di aver provato
fino a ora. Adesso chiamo Laura. Arturo l’avrà già messa al corrente della
situazione e lei sarà dalla sua parte, ancora una volta. Ha sempre avuto un
debole per lui, forse troppo... a pensarci bene. Ecco, adesso squilla anche il
cellulare, chi sarà mai? No, non posso rispondere!
9.andata
Laura Sala
Arturo! Beh, tanto non rispondo! O
forse dovrei? Per dirgli cosa poi? Che mi sono scopata Livio, e che mi è pure
piaciuto? Già, mi è piaciuto. È stato come liberatorio. Della serie chiodo
schiaccia chiodo. Bene, non suona più, meno male. Mi guardo allo specchio. Ho
il rossetto sbavato e i capelli tutti scompigliati. Ma la Anna perfettina di
sempre dove è finita? E chi è questa nuova Anna che vedo riflessa? Mi ammiro
girandomi e rivoltandomi e… mi piaccio!
9.ritorno
Laura Sala
Suona il campanello. E chi sarà
mai? Livio?
«Senti, scusa, non volevo sembrarti
poco educato, ma tutti i racconti che mia madre mi ha fatto di te, mi hanno
portato a desiderarti.»
«Tranquillo, penso sempre che nessuno arrivi per caso
nella nostra vita e forse l’Universo ha voluto mandarmi un segnale. Baciami e
accarezzami come hai fatto prima, ora voglio conoscerti meglio, anzi… andiamo
in camera.»
Sono distratta dall'arrivo di un messaggio: “Anna, ti prego
rispondimi! Arturo".
8.ritorno
Graziella Braghiroli
E adesso? Spengo il cellulare e mi
lascio tutto alle spalle o rispondo allo scocciatore? La nuova Anna sa
benissimo cosa dovrebbe fare ora, tutti i suoi sensi glielo urlano, ma la
vecchia e saggia Anna ha il sopravvento e chiamo Arturo... che non risponde.
Atteggiamento tipico del maschilista offeso ma se crede che me ne importi
qualcosa, si sbaglia di grosso. Butto il cellulare sul divano e mi rifugio tra
le braccia di Livio che mi solleva di slancio e si dirige verso la camera.
Il cellulare che credevo di avere
spento inizia a suonare senza sosta. E io non risponderò.
Giusy Li Vecchi
Non so se questo sia normale, se io sia normale; fino a ieri ero innamorata di Arturo e oggi è Livio a occupare
gran parte dei miei pensieri.
Finalmente l’ho raccontato a Laura,
non voleva crederci, era convinta che mi stessi inventando tutto. In effetti
anche io l’avrei trovato assurdo.
Mi ha anche fatto discorsi strani
su come le cose cambino, sembra essersi convinta che Arturo non facesse per me.
Ora comunque non ho più dubbi, da Milano non mi muovo, è una città che adoro.
Livio questa sera ha un impegno e
Laura sta poco bene, io ne approfitterò per andare nel mio bar preferito, lì ci
trovo sempre qualcuno con il quale chiacchierare.
Pinuccia Sassone
Al tavolo vicino alla finestra,
sorseggio il caffè, pensando a Livio. Il
suo modo di possedermi mi sconvolge, ogni volta vibro come corde di violino.
Arturo? Che vada a farsi friggere, a letto è un rammollito, spegne le mie
emozioni, a momenti misura col centimetro ogni posizione.
Bevo un sorso
d’acqua, mi va di traverso, mi pigliasse un colpo: Livio! Sta baciando una donna! Porco, bugiardo,
schifoso. Ti odio! Pago il caffè. Torno a casa.
Dopo tre ore Livio è da me.
Tesoro, mi sono liberato prima del previsto, non vedevo l’ora di rivederti, mi
dice il traditore. Lo guardo, non riesco a resistergli, lo desidero da
impazzire ma, mi assale la vendetta. Ora tocca a me, lo prendo, lo uso, lo
getto.
5. ritorno
Giulia Landini
Suona il campanello e Livio è già
in casa. Spero che sia: l’idraulico, il postino, la Sacra Annunciazione,
chiunque, ma non Arturo.
Ovviamente la divina provvidenza
non è dalla mia.
«Arturo, quale sorpresa! Ti va una
cosa a tre?»
Cala un silenzio glaciale e Arturo
parte come un toro verso la camera da letto, mentre mi offende, e trova Livio
sdraiato su un fianco, più nudo del giorno che venne al mondo che serafico
dichiara: «Anna cara, non credevo ti
piacesse il poliamore!»
4.ritorno
Adelia Rossi
Poliamore? Anna guardò Livio, il
corpo coperto da un misero telo che lasciava in bella mostra la sua intimità. Quanto è
ridicolo, pensò.
Si girò verso Arturo che, rimasto a
bocca aperta come un baccalà, guardava allibito la scena.
È veramente quello che voglio? Si
chiese Anna, facendo scorrere lo sguardo da uno all’altro. No, non avrebbe messo
in atto la sua vendetta come si era ripromessa; voleva ritrovare se stessa, sì,
ma non passando da un letto all’altro per il solo gusto di pareggiare i conti. Uscì di scena salutando entrambi con una fragorosa risata.
In quel momento, aveva fatto la sua
scelta.
3.ritorno
Federica Madeddu
Non capisco cosa mi sia passato per
la mente, finalmente mi sento così leggera. Una cosa l’ho ben capita: per
essere felice non ho bisogno di un uomo. Non devo elemosinare né amore né
attenzioni. Devo ammetterlo, imparare a vivere fuori dalle convenzioni e dagli
schemi ha un altro sapore. Mi va di fare una cosa? La faccio! Senza
ripensamenti, la vita è una e non la devo di certo sprecare dietro certe
persone. E che se ne vada a quel paese anche la dieta, ho bisogno di un bel
gelato al cioccolato. Mi sento un po’ bambina, con questo cono più grande di
me.
«Ops, scusami! Non ti ho proprio visto!» certo che sei carino eh...
2.ritorno
Giovanna Agata Lucenti
Eh no, Anna! Basta con i colpi di
testa. Abbiamo già dato abbastanza.
Mentre gusto il mio gelato, penso
che mi sono assaporata la mia vendetta nei
riguardi di Arturo.
Livio mi ha dato solo l’occasione
di attuarla in breve tempo, quasi come cavarsi un dente. E adesso? Dovrei
sentire la mancanza di Arturo ma non riesco a provare altro che un senso di
vuoto.
Per quello che credevo ci fosse e
non c’era.
Per quello che credevo essere e non
sono.
Forse dovrei cercare di scoprire
una volta per tutte cosa desidero, trovare il coraggio per dire semplicemente: voglio altro!
1.ritorno
Elena Caio
Ma io si sa, sono una vigliacca e
non trovo neppure la forza di voltare pagina. Ho fatto un gran casino in soli
sette giorni! Cerotto-Bertelli-Livio mi ha aiutato ad alleviare il dolore acuto
ma le ferite, quelle no, dovrò leccarmele da sola.
Mi giro e mi rigiro nel
letto. La notte cambia le prospettive: non sono convinta di aver chiuso con
Arturo, lo sento ancora mio. Ma questo finale è tanto doloroso quanto
necessario. Ho bisogno di cambiare aria, forse un viaggio potrà farmi bene.
Cazzate. So benissimo che mi porterei ovunque il suo ricordo. Questa notte sta
per finire, sento il freddo del mattino.
Un altro senza di lui.
The end
Brave le attrici ma che dire del coach? È incredibile che sia riuscita a correggere i compiti prima del loro svolgimento, tracciando una linea invisibile ma regalando alle sue allieve il potere di vederla e percorrerla fino in fondo con un ottimo risultato.
RispondiEliminaGrazie, Rosalba! Tanti cuori per te:-)
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