Volevo solo avere più tempo

Volevo solo avere più tempo
Il nuovo romanzo di Stefania Convalle

lunedì 10 marzo 2014

Numero 197 - Rivista n°5 - 10 Marzo 2014



Rivista on line 
Numero 5
del 10 Marzo 2014

In questo numero:
- Conosciamo Gianluca Sgattoni, fotografo emozionale;
- L'arte di Giacomo Balla, a cura di Cinzia, in arte Fidanzacinzia;
- Il cibo in poesia, a cura di Marilena Mascarello.

Questa settimana desidero aprire la rivista on line presentandovi un fotografo che ho avuto la fortuna di conoscere. Le sue foto mi hanno da subito colpita perché assai poetiche e di contenuto sociale.

Quest'oggi ve ne propongo tre:

Il volo dell'Angelo

Questa prima foto, "Il volo dell'Angelo", mi ha colpita subito per due motivi: il primo è il movimento che "arriva" osservando l'immagine, quasi come se stessimo guardando un video e non una fotografia; il secondo è la perfetta fusione dell'uomo nella Natura, Terra - Cielo, la lavanda, il campo di grano, e l'uccello in volo con le ali spiegate e in mezzo l'essere umano che trova le proprie radici nella terra, ma che da sempre ambisce a spiccare il volo.



 Questa seconda fotografia fa parte dell'album che nella sua pagina di Facebook, Gianluca Sgattoni ha nominato come "Scatti rubati". E' una foto che mi ricorda un gioco de "La settimana enigmistica": "Trova l'intruso";-) A parte la battuta, credo sia uno scatto che abbia "fermato" in un'immagine un momento della società odierna, il lavoro, il sacrificio, il bambino che gioca, semisdraiato sotto il banco...
Un fotografia che sembra un film a giudicare da quante cose "racconta"...

 Mercato in Provenza

Di quest'ultima fotografia, mi colpiscono i colori, o i non-colori, e come la donna (bellissima) si integri perfettamente, a partire dal colore dei capelli, con i toni circostanti delle mura, della strada, degli oggetti in vendita.

Sapete che la mia passione più grande è la scrittura e devo dire che le fotografie di Gianluca Sgattoni mi procurano un moto d'ispirazione per il quale scriverei una storia per ogni suo scatto.
Bravo davvero, "emozionale" senza ombra di dubbio!


Giacomo Balla

(1871 – 1958)
di CINZIA in arte Fidanzacinzia

Nasce a Torino nel 1871, già da adolescente si avvicina alla musica, con lo studio del violino, per poi interessarsi al disegno ed alla pittura.

Il padre gli trasmette la passione per la fotografia, questa conoscenza tecnica sarà determinante per la formazione della visione estetica della sua pittura.

Vive a Torino fino al 1895, poi si trasferisce a Roma, dove rimane per tutta la vita.

A Roma, si propone come pioniere della nuova tecnica divisionista, incontra seguaci ed allievi, tra cui Umberto Boccioni, Gino Severini e Mario Sironi: questa tecnica trova nella separazione del colore un mezzo efficace per esprimere la dinamica del movimento.

Balla è un uomo di assoluta serietà, profondo, riflessivo e “pittore” nel più ampio senso della parola.

Tratteggia piccoli tocchi di colore primari, accostati gli uni agli altri, che generano un effetto multicolore e cangiante del riverbero luminoso.

Nascono i quadri di Balla : 
                 (Fallimento 1902)  

(La pazza 1903-1905) 

 (La giornata dell’operaio – 1904) 

Sono quadri che ritraggono la questione sociale: le classi deboli, i diseredati, soggetti che Balla predilige.

Mentre, più avanti, il suo interesse si sposta verso un maggior lirismo, nei suoi quadri si avverte un sentimento intimo e raccolto, raffigurando anche affetti familiari:

 (Villa Borghese 1910)  

 (Affetti 1910) –

Il Divisionismo si attenua per diventare morbido e delicato, il colore avvolge le forme e ne determina i contrasti: si alternano vaste zone in penombra con energici bagliori di luce, come in una sovraesposizione fotografica che rivela la forma in maniera improvvisa.

Dall’inizio all’adesione al movimento futurista (1900 – 1910) la pittura di Balla è precisa, quasi fotografica: il comandamento basilare per tutta la sua vita è uno soltanto “La semplicità è la base della bellezza”, anche quando approderà all’astrattismo.

La sua ricerca è l’eliminazione del superfluo per esaltare la verità degli elementi; sostiene che tutte le grandi opere sono eseguite con mezzi tecnici semplicissimi.

E’ una ricerca che mira all’obiettività, proiettandolo verso i fenomeni della scienza, lasciando l’apparenza per la sostanza del vero, arrivando alla scomposizione della luce e del movimento, ne sono, qui di seguito, due mirabili esempi:

(Lampada ad arco 1910 ) 

(La bambina che corre sul balcone 1912)

 “Astrazione” per Balla significa muovere dalla realtà, per indagare lo scheletro e la struttura implicita, arrivando alla fine anche ad una sola linea, non per questo meno vera.

A Parigi, approfondisce la sottile tecnica del “pointillisme”, l’unica che può sintetizzare il movimento e la luce.

Ogni lavoro di Balla è sperimentazione, perché, secondo Balla ed i futuristi, l’Arte non consiste nell’individuazione del Bello ma solo e semplicemente nella Ricerca: ogni cosa non vuole essere realizzazione, ma Progetto.

Balla è un inventore, un mago ed un profeta: lo stesso Balla dice di se stesso “Nel 500 mi chiamavo Leonardo”, da qui, il suo “provare e riprovare”, l’individuazione dei problemi sempre nuovi ai quali dare una soluzione con l’immediata ricerca di problemi successivi da risolvere.

Tra il 1912 ed il 1917 lavora a cicli di pittura, sperimentando ogni mezzo tecnico possibile.

Nelle immagini si accavallano le rondini ed i triangoli della luce, le ruote delle automobili e le auto in corsa, la linea di paesaggio e la “velocità astratta”, Mercurio ed i vortici:
  
(Velocità d’automobile 1913)  

 (Velocità astratta 1914) 

(Mercurio passa davanti al Sole 1914)

La ricerca sull’astrazione la applica anche alla “parola”, mettendo in scena vocaboli o frasi acute come slogan.

I capolavori su questo tipo di ricerca sono le variazioni sulla parola LUCE (nome della prima figlia), le parole sono variopinte, il linguaggio stesso è colore.

Un esempio di linguaggio visualizzato si trova nelle cartoline che Balla indirizza ai suoi amici artisti e non, esse portano in giro per il mondo il suo “verbo” colorato:








           
 Il lavoro artistico di Balla (in ogni sua tecnica sperimentata) consiste nel pensare all’ambiente, vuol dire “uscire dal quadro”, lasciare la soffitta del bohémien ottocentesco per far esplodere il futuro nella strada.


IL CIBO IN POESIA
a cura di
MARILENA MASCARELLO


Dio fece il cibo, il diavolo i cuochi!
... Perche' il cibo e' poesia... il cibo e' vita di tutti giorni; scandisce le nostre giornate, ci accompagna...
Sensazioni e stati d'animo si mescolano a sapori e profumi...
Non solo cibo, ma anche vino... il buon vino e' protagonista,  il buon vino e' cultura e piacere...
E quando addentate una mela, ditele nel vostro cuore:

“I tuoi semi vivranno nel mio corpo,
E i tuoi germogli futuri sbocceranno nel mio cuore,
La loro fragranza sarà il mio respiro,
E insieme gioiremo in tutte le stagioni.”
 (K. Gilbran)



La nespola del Giappone
Per quanto si vogliano uniti, 

non potranno diventare uno 
i suoi noccioli tristi che non ce l'hanno fatta 
a restare divisi, che si sono abbracciati 
con passione sognando 
lo stesso sogno che forma la polpa. 
Gente, gente, non rimproveratela 
per la polpa sottile, e non mangiate, 
non mangiate questa nespola del Giappone.
 (K. Takano)



Poesia del pane
Se io facessi il fornaio

vorrei cuocere il pane
così grande da sfamare
tutta, tutta la gente
che non ha da mangiare.
Un pane più grande del sole,
dorato, profumato
come le viole.
Un pane così
verrebbero a mangiarlo
dall’India e dal Chilì
i poveri, i bambini,
i vecchietti e gli uccellini.
Sarà una data da studiare a memoria:
Un giorno senza fame!
Il più bel giorno di tutta la storia.
 (G. Rodari)



Ode all'arancia
A somiglianza tua,
a tua immagine,
arancia,
si fece il mondo:
rotondo il sole, circondato
per spaccarsi di fuoco:
la notte costellò con zagare
la sua rotta e la sua nave.
Così fu e così fummo,
oh terra,
scoprendoti,
pianeta arancione.
Siamo i raggi di una sola ruota
divisi
come lingotti d’oro
e raggiungiamo con treni e con fiumi
l’insolita unità dell’arancia.
Patria
mia,
gialla
chioma,
spada dell’autunno,
quando
alla tua luce
ritorno,
alla deserta
zona
del salnitro lunare,
alle difficoltà
strazianti
del metallo andino,
quando
penetro
il tuo contorno, le tue acque,
lodo
le tue donne,
guardo come i boschi
equilibrano
uccelli e foglie sacre,
il frumento si accumula nei granai
e le navi navigano
per oscuri estuari,
comprendo che sei,
pianeta,
un’arancia,
un frutto del fuoco.
Sulla tua pelle si riuniscono
i paesi
uniti
come settori di un solo frutto,
e Cile, al tuo fianco,
elettrico,
incendiato
sopra
il fogliame azzurro
del Pacifico
è un largo recinto di aranci.
Arancione sia
la luce
di ciascun
giorno,
e il cuore dell’uomo,
i suoi grappoli,
acido e dolce siano:
sorgente di freschezza
che abbia e che preservi
la misteriosa
semplicità
della terra
e la pura unità
di un’arancia
 (Pablo Neruda)

Oppure tutt'altro genere .. una poesia di Antonia Pozzi, poetessa triste, ma che amo molto.



Confidare
Ho tanta fede in te. Mi sembra
che saprei aspettare la tua voce
in silenzio, per secoli
di oscurità.
Tu sai tutti i segreti,
come il sole:
potresti far fiorire
i gerani e la zagara selvaggia
sul fondo delle cave
di pietra, delle prigioni
leggendarie.
Ho tanta fede in te. Son quieta
come l'arabo avvolto
nel barracano bianco,
che ascolta Dio maturargli
l'orzo intorno alla casa.
 (A. Pozzi)


Buona settimana a tutti coloro che saranno arrivati fino in fondo a questo numero!;-)
Buona settimana, due volte, a chi ci farà il regalo di lasciare un commento;-))
...Va beh, sarò buona;-) buona settimana anche a tutti gli altri :-D


                        

6 commenti:

  1. Per rispondere a queste domande o per lasciare un proprio pensiero, vi ricordo come si fa ad inserire il commento: sopra lo spazio dove dovreste scrivere il testo c'è una scritta che dice COMMENTA COME e sulla stessa riga trovate una piccola freccia sulla quale dovete cliccare; uscirà un elenco e cliccate su NOME/URL, si aprirà una nuova finestra e dovete scrivere il vs nome o nick dove c'è scritto NOME; poi cliccate su CONTINUA, inserite il testo e cliccate su PUBBLICA. Più facile di così!!!

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  2. ciao :-) ho modo di ammirare le fotografie di Sgattoni sulla pagina fb dell'autore,me l'ha suggerito Stefy,la parola "emozionale" calza benissimo..sono affascinata poi dai futuristi,dall'arte in movimento che ci ha proposto Cinzia (Balla è una bella scelta!) anche se però non ero proprio del tutto d'accordo con il manifesto futurista,mi pare ci fosse un pezzo che "glorificava la guerra" ma non sono certa,se sbaglio scusate! anche le poesie di Marinetti erano così "rumorose" però mi piace molto il genere

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    1. Ciao Michela:-) è vero, ho suggerito ad alcuni "intenditori" di mettere un MI PIACE alla Pagina "Gianluca Sgattoni, fotografo emozionale":-) Nel tuo caso, sapevo ti sarebbero piaciute le sue immagini;-)
      Il servizio di Cinzia, come sempre, è molto ben architettato e colgo questa occasione per dirle che è davvero brava ad introdurci nel mondo della pittura e la ringrazio di cuore per il tempo che dedica a proporre i suoi lavori per questo blog/rivista:-)))

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    2. Ciao Michela!

      ultimamente, la critica ha cercato di valutare il rapporto del movimento futurista con il fascismo, facendo fatica nello stabilire effettive adesioni all'ideologia di regime.

      Sicuramente, ci sono tanti punti in comune tra futurismo e fascismo, almeno quanti sono gli elementi divergenti.

      Forse, può essere tutto un equivoco, nato da una casualità di incontri, che ha portato Marinetti accanto a Mussolini.

      E questo, poteva avere senso in un periodo di rivoluzione e non di governo.

      Infatti, il futurismo preesiste al fascismo per dieci anni, dal 1909 al 1919; quindi, sarebbe corretto affermare che l'ultimo nato avrebbe preso spunto da quello già esistente.

      In ogni caso, ho VOLUTAMENTE tralasciato questo aspetto politico del futurismo perché non fa parte del mio interesse ed ho preferito esaltarne l'aspetto che mi affascina, e cioè, il pensiero antitradizionalista, anticlassicista, l'arte del verso libero, della frase libera, della parola in libertà, anzi, dell'abolizione delle parole e dell'arte del tatto e dei rumori.

      Il resto non appartiene all'arte e mi interessa MOLTO meno.

      Un bacio alla fantastica Michela.

      cinzia

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  3. Amo la pazza e l'uomo che tenta di volare, però mi piacciono tutti. In questi quadri che parlano vedo me stessa.

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    1. L'uomo che tenta di volare è davvero fantastico;-) Effettivamente ci sono diversi quadri, a parte le foto, in cui ti rivedo;-) ma non ne LA PAZZA, lì no;-)

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