RITRATTO DI ANTONIA POZZI
(1912-1938)
a cura di Tiziana Mazza
Vivo della poesia come le vene
vivono del sangue.
In questa frase è racchiusa
l’essenza di Antonia Pozzi, una grande poetessa dalla vita troppo breve.
Antonia Pozzi muore infatti suicida a soli 26 anni, lasciando ai posteri una
grande quantità di opere.
Antonia nasce a Milano, figlia
dell’avvocato Roberto Pozzi e discendente di Tommaso Grossi. La bisnonna Elisa
Grossi è la capostipite di una grande genealogia femminile che Antonia avrebbe
voluto raccontare in un romanzo, ma poi si dedicò alla poesia, più adatta a
esprimere le inquietudini della sua anima sensibile, purtroppo condannata all’infelicità.
Tra le passioni di Antonia Pozzi
c’è sicuramente quella per la montagna, tema largamente trattato nelle sue
poesie. Pasturo, ai piedi della Grigna nei pressi di Lecco, è il suo luogo
dell’anima, dove trascorre le sue vacanze estive e dove chiede di essere sepolta:
pensare di essere sepolta qui non è nemmeno morire, è un tornare alle radici.
Antonia Pozzi adora scalare le
montagne, l’ascesa verso la cima simboleggia per lei un’ascesa spirituale.
Dolomiti
Non monti, anime di monti sono
queste pallide guglie, irrigidite
in volontà d'ascesa. E noi strisciamo
sull'ignota fermezza: a palmo a palmo,
con l'arcuata tensione delle dita,
con la piatta aderenza delle membra,
guadagnammo la roccia; con la fame
dei predatori, issiamo sulla pietra
il nostro corpo molle; ebbri d'immenso,
inalberiamo sopra l'irta vetta
la nostra fragilità ardente. In basso,
la roccia dura piange. Dalle nere,
profonde crepe, cola un freddo pianto
di gocce chiare: e subito sparisce
sotto i massi franati. Ma, lì intorno,
un azzurro fiorire di miosotidi
tradisce l'umidore ed un remoto
lamento s'ode, ch'è come il singhiozzo
trattenuto, incessante, della terra.
Antonia Pozzi frequenta il liceo
classico Manzoni di Milano e qui ha come professore Antonio Maria Cervi di cui
s’innamora perdutamente. Una storia destinata a non avere un lieto fine. Il
padre osteggia questa relazione, infrangendo il sogno di Antonia di avere un
figlio da lui. Il tema del bambino mai nato ritorna spesso nella poetica di
Antonia.
Saresti Stato
Annunzio
saresti stato
di quel che non fummo,
di quello che fummo
e che non siamo più.
In te sarebbero
ritornati i morti
e vissuti i non nati,
sgorgate le acque
sepolte.
La poesia,
da noi amata e non sciolta
dal cuore mai,
tu l'avresti cantata
con gridi di fanciullo.
L'unica spiga
di due zolle confuse
eri tu –
lo stelo
della nostra innocenza
sotto il sole.
Ma sei rimasto laggiù,
con i morti,
con i non nati,
con le acque
sepolte –
alba già spenta al lume
delle ultime stelle:
non occupa ora terra
ma solo
cuore
la tua invisibile
bara.
Antonia Pozzi è dedita allo studio
del pianoforte e delle lingue, motivo per cui viaggia moltissimo, all’università
frequenta la facoltà di Lettere e Filosofia e si laurea in Estetica con una
tesi su Flaubert. Stringe amicizia con vari intellettuali tra cui Remo Cantoni,
il suo secondo amore, destinato anche questo a procurarle sofferenza, in quanto
non ricambiato.
Ma le delusioni per Antonia non
arrivano solo sul fronte amoroso, gli accademici Antonio Banfi ed Enzo Paci
esprimono un parere negativo sul suo lavoro poetico, troppo emozionale, e la
invitano a scrivere di meno.
Antonia trova conforto nella
fotografia, che inizia a sperimentare nel 1929 come strumento capace di
catturare l’essenza delle persone, degli oggetti o della natura: i suoi scatti
sono poesie visive.
Pochi mesi prima del suicidio Antonia
regala le sue fotografia a Dino Formaggio, l’ultimo amore e anche l’ultimo
dolore in quanto, ancora una volta, non è contraccambiato. Le foto sono
accompagnate da una dedica: Caro Dino, l’altro giorno hai detto che nelle
fotografie si vede la mia anima: e allora eccotele. Perché l’unico fratello
della mia anima sei tu e tutte le cose che mi sono state più care le voglio
lasciare in eredità a te.
Il 2 dicembre del 1938 Antonia si
reca a Chiaravalle, dove aveva trascorso tanti pomeriggi piacevoli in compagnia
di Dino. Si sdraia sul prato, assume una forte dose di barbiturici e attende la
morte. Quando la trovano, non c’è più niente da fare, morirà la sera dopo.
Antonia si sentiva come una nave in
balia dei venti e dagli oceani in tempesta, incapace di trovare un approdo
salvifico.
Da: Il porto
Io vengo da mari lontani –
io sono una nave sferzata dai
flutti
dai venti –
corrosa dal sole –
macerata dagli uragani –
io vengo da mari lontani
e carica d’innumeri cose
disfatte
di frutti strani
corrotti
di sete vermiglie
spaccate –
stremate
le braccia lucenti dei mozzi
e sradicate le antenne
spente le vele
ammollite le corde
fracidi
gli assi dei ponti –
io sono una nave
una nave che porta
in sé l’orma di tutti i tramonti
solcati sofferti –
io sono una nave che cerca
per tutte le rive
un approdo –
Risogna la nave ferita
il primissimo porto –
che vale
se sopra la scia
del suo viaggio
ricade
l’onda sfinita?
Del suo viaggio
Oh, il cuore ben sa
La sua scia
ritrovare
dentro tutte le onde!
Oh, il cuore ben sa
ritornare al suo lido!
La protagonista della poetica di
Antonia Pozzi è sempre l’anima, che si interroga sul modo di raggiungere l’agognata
serenità, ma l’unico modo per trovare un po’ di pace è la poesia stessa.
Nell’ultima lettera - testamento ai
genitori Antonia scrive: Ciò che mi è mancato è stato un affetto fermo,
constante, fedele, che diventasse lo scopo e riempisse tutta la mia vita. [...]
Desidero essere sepolta a Pasturo, sotto un masso della Grigna, fra i cespi di
rododendro. Mi ritroverete in tutti i fossi che ho tanto amato. E non piangete,
perché ora io sono in pace.
***
Grazie a Tiziana Mazza per il suo prezioso contributo al Blog, con questo Ritratto della Poetessa Antonia Pozzi.
Tiziana Mazza è autrice di Edizioni Convalle, ha al suo attivo tre romanzi e una raccolta di racconti, tutti giallo/thriller.
Il suo primo romanzo "Sulle tracce di Lucifero", un giallo rosa, ha ottenuto il Marchio della Microeditoria di Qualità.
Inoltre collabora con Edizioni Convalle nella ricerca e la cura di autori, per la Collana Gialli/Thriller.
Le sue opere
https://edizioniconvalle.com/shop/search/sulle%20tracce
https://edizioniconvalle.com/product/26854167/solo-in-apparenza
https://edizioniconvalle.com/shop/search/IL CORAGGIO DI SCEGLIERE
Al prossimo ritratto!
Alla prossima
dalla vostra
Stefania Convalle
Bellissima narrazione. Complimenti a Tiziana Mazza. Avevo già letto di questa poetessa e della sua triste storia. Mi lascia esterrefatta come una mente cosi ricca di sentimenti, sia finita per essere sconfitta proprio da ciò che più professava: l'amore.
RispondiEliminaAdelia Rossi
Brava Tiziana, con le tue parole sei riuscita a rendere molto bene l'anima di Antonia Pozzi.
RispondiEliminaMaura