Cercando il Sole
Cercando il Sole in questa estate
improbabile, l’ho trovato negli occhi dei calabresi.
Mi ero già accorta di questo durante
la presentazione del romanzo “Il silenzio addosso”, ospite del Circolo Kalabrian,
dove ho conosciuto persone fantastiche tra le quali la Prof.ssa Patrizia
Spaccaferro che mi ha fatto dono di un volume prezioso “L’alba della Tonnina” e
mi ha invitata a visitare il Museo del Mare di Catanzaro Lido.
Questa perla nasce da un’idea della
stessa Patrizia, idea che ha potuto concretizzare grazie alla Prof.ssa Maria
Levato, Dirigente scolastico, e con il contributo in primis dell’Avvocato Gianluca
Bellacoscia.
Ma non solo.
A questo miracolo di museo nato in
tempi record, hanno partecipato svariati volontari che hanno dato il loro
contributo pratico, tecnico, donando tempo, materiale e documenti dal grande valore
storico.
Al mio arrivo ho trovato Patrizia
che dialogava con il Signor Vito, un pimpantissimo novantaduenne che ha energia
più di tre trentenni messi insieme! E anche nei suoi occhi ho visto la medesima
cosa: il Sole di questa terra.
Mi colpisce molto questo leitmotiv
che trovo negli occhi di questi nuovi amici calabresi: una passione, un calore,
un bontà d’animo elargita a piene mani dai loro sguardi.
E tutto questo si ritrova in questo
Museo.
Il Museo del Mare.
Due sono le cose che hanno
richiamato la mia attenzione all’istante: la barca in mezzo al salone, una
vecchia barca dei pescatori, che con le sue reti, le travi turchesi e consunte,
la lampara, evocava la musica del mare e le voci di quei pescatori stessi…
E poi una foto, una vecchia foto
donata al museo, un’immagine di una macchina da scrivere tra le macerie dopo un
bombardamento.
Le parole che uscivano da quello scatto raccontavano della
devastazione della guerra, ma anche della forza della scrittura che nessuna
bomba potrà mai sotterrare.
Un’esperienza particolare, questa visita,
che urla la voglia di questa terra di affermarsi, di portare alla luce le origini e di gridare al mondo, con il garbo di chi possiede un forte “credo”, la forza delle proprie radici che la sanno lunga in termini di sofferenza e umanità.
Alla prossima
dalla vostra
Stefania Convalle
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