Seduti allo stesso tavolo

Seduti allo stesso tavolo
Il nuovo romanzo di Stefania Convalle, sul mondo dell'editoria.

venerdì 3 marzo 2023

Numero 438 - Esperimenti di scrittura - 3 marzo 2023


Continua l'esperimento di scrittura che abbiamo fatto nei laboratori che conduco: una sorta di simulazione di una redazione di una rivista. 
Un modo diverso di allenare la penna!
In questo numero vi propongo l'idea di Silvana Da Roit, caporedattrice per gioco, per così dire.
La foto che vedete in testa a questo numero è la copertina della sua rivista immaginaria. Leggiamo insieme gli articoli che lei ha affidato ai vari redattori della sua squadra.

LO SCAFFALE INFINITO
Periodico mensile di proposte di lettura
gennaio 2023

Cari lettori,
lo scaffale infinito torna anche quest'anno per continuare a stuzzicare la vostra voglia di leggere, indicando romanzi che hanno a che fare con gli articoli pubblicati.
Che cosa c'è di meglio che affrontare il nuovo anno con liste di buoni propositi, già dai primi giorni di gennaio? Se anche voi siete parte di questo pubblico, leggete l'arguto pezzo di Marco Lazzaro e, come diceva Renzo Arbore, meditate, gente, meditate!
Rispetto agli scorsi anni abbiamo introdotto due novità: un angolo dedicato ai proverbi, curato da Adelia Rossi, e una rubrica che propone scrittrici nate nel mese corrente, in questo caso gennaio, seguita da Cinzia Zerba.
Buon gennaio e buona curiosità a tutti.
Silvana Da Roit


Propositi 2.0
Marco Lazzaro

Anche il 2022 è finito.
Ora non ci rimane altro che sederci in riva al fiume e vedere passare i cadaveri di tutti quei propositi che ci eravamo prefissi come obiettivo.
Che cosa possiamo fare per evitare di compiere, anche quest'anno, la stessa strage?
La risposta è più semplice di quello che pensi.
Partiamo dal principio.
Che cosa ci spinge quando, arrivati all’ultimo dell'anno, decidiamo di farci così male da pensare a elenchi di progetti per un intero anno?
È probabile che colti dall'euforia dei festeggiamenti iniziamo a credere di poter affrontare anche i mulini a vento, così ci lanciamo in utopistici propositi come portare la pace nel mondo o altri più abbordabili - ma altrettanto tosti – come da domani mattina, fare una corsetta appena svegli.
Si deduce che la prima cosa che sbagliamo è il tempismo.
Perché aspettare il trentuno dicembre per fare progetti, quando abbiamo un intero anno per procrastinare le nostre ambizioni all'anno successivo?
Quindi, ecco il primo proposito da mettere in atto: scrivere i propositi appena vengono in mente, magari calendarizzarli, così da non dimenticarseli lungo la strada.
Non sarà facile, ma se pensiamo a qualcosa di concreto sono sicuro che troveremo un sacco di errori da non ripetere o di cose da fare meglio in futuro, e quelli saranno dei perfetti candidati per la nostra lista ideale.
Secondo proposito: porre un freno a tutti i tentativi di migliorare il proprio carattere. Quella è una questione che non va rimandata all'anno dopo. Se pensi di avere un problema perché posticiparlo e non affrontarlo subito?
Usciti dalla palude del rimandare, possiamo ora concentrarci su ciò che possiamo in concreto pensare di realizzare.
Il primo punto è banale.
Siamo capaci tutti ad ascoltare Rihanna, no? Perché non provare a trovare un nuovo artista da supportare? E lo stesso concetto si può applicare a qualsiasi arte. Si può leggere un libro di un autore emergente o trovare qualche mostra nelle vicinanze per aiutare un illustratore o un pittore a farsi conoscere.
Il secondo proposito è quello di provare una cucina diversa dal solito. Non sei mai andato in un ristorante stellato? L'anno nuovo potrebbe essere l'occasione per provare un'esperienza diversa, oppure sei tra i pochi rimasti a non aver mangiato il sushi? Cerca un ristorante con una proposta alla carta e buttati a capofitto su sapori alternativi che potrebbero anche aiutare a espandere i tuoi orizzonti.
Ora che abbiamo sfamato anima e stomaco non ci resta che pensare alla sfera sociale. Tutti coloro che non vivono in una caverna nascosta nelle foreste del Molise hanno a che fare con una cerchia di persone più o meno vicine.
Per spiazzare piacevolmente gli altri non c'è nulla di meglio di un regalo. Un pensiero fatto a un parente o a un amico può migliorare la loro giornata, soprattutto se non sanno che è un proposito che hai letto su un articolo, quindi, taci.
Un'altra idea è quella di organizzare una bella vacanza in un posto in cui non sei mai stato, con qualcuno a cui tieni. Questo potrebbe rafforzare il legame con le persone scelte, ma anche farti conoscere una cultura o un modo di vivere differente da quello che conosci.
L'inizio dell'anno è un buon momento per pensare alla propria carriera lavorativa ricordandosi che, a meno di non essere ricchi ereditieri, il posto di lavoro è il luogo in cui passiamo gran parte della giornata, quindi essere soddisfatti è fondamentale.
Potresti partecipare a qualche corso online per aumentare le tue competenze, oppure cercare di migliorare i rapporti con i colleghi.
Se questo però non dovesse essere nelle tue corde, oppure piuttosto che pensare al lavoro preferiresti imparare da autodidatta a sdraiarti sul letto di chiodi di un fachiro, allora ti consiglio di focalizzarti sui tuoi hobby.
Però, non mettere troppa carne al fuoco. Potresti non avere il tempo libero necessario a seguire tutto quanto e finiresti col sentirti frustrato, ci siamo capiti?
Avete preso nota?
Ora che abbiamo considerato tutte queste idee, prendiamole e buttiamole via.
Al giorno d'oggi la vita è troppo frenetica per ragionare su queste cose e bisogna cogliere il momento.
L'unico consiglio valido è quello che, a meno di impedimenti di forza maggiore, non c'è miglior momento per fare qualcosa di quello attuale.
Quindi, il segreto per non dover pensare a uno sterile elenco di volontà per il nuovo anno è, nientemeno, quello di aver cercato di realizzare più desideri possibili in quello passato.
 
Proposta di lettura
Non buttiamoci giù di Nick Hornby, se non altro per il consiglio esplicito nel titolo rivolto come augurio a tutti.


Ogni gatta ha il suo gennaio
Adelia Rossi
 
Devo ammettere che questo proverbio, a quanto pare molto conosciuto, per me è qualcosa di completamente nuovo.
Vogliamo provare a comprenderne il significato? Magari molti lettori lo conoscono già, ma tanti altri come me, forse, ne sono all’oscuro, inoltre, come per ogni giornalista che si rispetti, ritengo che la curiosità sia uno degli elementi base di questo lavoro.
Ho condiviso con questi meravigliosi esseri, i gatti, parte della mia vita, comprenderete pertanto il grande interesse che nutro per loro.
Da ragazzina seguivo mia madre, gattara per vocazione, nei suoi continui spostamenti alla ricerca di mici da sfamare e quant'altro, e mi divertivo ad annotare su fogli volanti quel crescendo di emozioni per poi riportarle su un quaderno, che ancora oggi fa bella mostra di sé sulla scrivania dell'ufficio.
Non lo sapevo, ma già da allora il seme della scrittura si era interrato in me.
La fortuna di scrivere per un giornale, inoltre, mi offre la possibilità di parlare di loro, i mici, e di narrarvi di quelle figure che, come mia madre, dedicano tempo ed energia a prendersi cura di quegli straordinari esseri. 
Ogni gattara che si rispetti non ha orari e nemmeno concetti!
Questo proverbio, in realtà, l'ho inventato io. Mi era uscito così, di botto, una domenica mattina in pieno inverno quando sorpresi mia madre tutta infagottata dentro strambe vesti.
Sacrificare il tempo non mi pesa, ricevo in cambio più di quanto può darmi un qualsiasi essere umano, diceva sempre, e questo le bastava a farla ricredere su eventuali ripensamenti dettati talvolta dalla fatica. Aveva colonie ovunque e, quando credeva di avere finito, c’era sempre altro che l’attendeva altrove.
Era una paladina, mia madre, apparteneva a un pianeta sino allora quasi sconosciuto.
Ogni mattina prima di uscire da casa per recarsi al lavoro, controllava che nello zaino non mancassero i croccantini, poiché lungo il percorso poteva sempre trovare randagi di strada, dimenticati e spesso anche maltrattati. Aveva sempre sentito dire che i gatti erano esseri indipendenti, opportunisti e talvolta traditori. D'altronde si diceva anche che Giovanna d'Arco fosse una strega e spesso l'ignoranza fa grandi danni.
Ci sarebbe tanto da dire su questi esseri, ma sono felice se, anche solo per un attimo, ho risvegliato il vostro interesse. Scrivetemi, con il permesso della redazione ritaglieremo uno spazio dove anche voi, lettori, potrete dire la vostra e, perché no, presentarci i vostri gatti.
Se si decide di fare una buona azione si porta fino in fondo, siete d'accordo?
Ma non vi siete accorti che manca qualcosa? Il proverbio! Ditelo, pensavate me ne fossi dimenticata, vero? Invece, eccomi qua.
Allora, il proverbio ogni gatta ha il suo gennaio è dovuto al fatto che proprio in questo mese le gatte entrano in calore dando così inizio alla fecondazione. Questo avviene al Sud, mentre al Nord diventa il mese di febbraio per il semplice motivo che la temperatura più rigida non garantirebbe la sopravvivenza dei piccoli. Ancora una volta mi accorgo quanto la natura sia previdente e soprattutto non abbia bisogno della mano dell'uomo per gestirsi. Sono certa che in questo concorderete con me.
Vi saluto e vi lascio in compagnia dei nostri Miao.
 
Proposta di lettura
Casper, il gatto pendolare di Susan Finden. 


Donne che vestono di giallo
Cinzia Zerba
 
Amici lettori, buon anno e ben ritrovati!
Oggi per la rubrica Dimmi in che mese siamo e ti parlerò di una scrittrice conosceremo Patricia Highsmith.
Prima di parlarvi di questa autrice, desidero percorrere una breve carrellata di scrittrici che, prima e dopo di lei, hanno dato vita a gialli intriganti e thriller ad alta tensione.
Mi pare ovvio partire dalla regina del giallo, la britannica Agatha Christie che, dopo aver creato Hercule Poirot, esce nel 1930 con un giallo la cui protagonista è Miss Marple: la prima donna investigatrice nella storia della letteratura.
Per dovere di cronaca, però, si deve ricordare che Carolina Invernizio, nata a Voghera nel 1851, già nel 1909, con alle spalle una sessantina di pubblicazioni di romanzi gialli, storici e d’appendice, si cimentava con le investigazioni al femminile uscendo con il libro “Nina, la poliziotta dilettante”, riscuotendo notevole successo soprattutto in America Latina.
Nel 1990 compare sulla scena dei thriller americani una giovane e promettente Kay Scarpetta, personaggio nato dalla penna della giornalista e scrittrice Patricia Cornwell: il medico legale che ormai da decenni conduce le investigazioni con il collega e cognato Marino e tiene col fiato sospeso milioni di lettori. I libri venduti, infatti, sono tantissimi e si può dire che attualmente sia una delle più amate scrittrici viventi di thriller al mondo.
Se guardiamo al nord Europa non possiamo non parlare della svedese Åsa Larsson, che pubblica nel 2003 il libro in cui compare per la prima volta l'avvocatessa - investigatrice suo malgrado - Rebecka Martinsson; come anche dell'autrice sua connazionale Camilla Läckberg, la quale, a partire dal 2002, inizia a vendere milioni di copie in tutto il mondo, grazie alla sua Erika Falck, una scrittrice che insieme all'ispettore Patrik Hedström risolve intricati e misteriosi casi nella città in cui entrambi abitano.
Penelope Poirot, invece, è il personaggio creato da Becky Sharp, un'immaginaria discendente anglo-belga del personaggio creato da Agatha Christie. Le prime traduzioni sono disponibili nel nostro Paese già dal 2016.
Nel panorama editoriale italiano, invece, spicca il personaggio di Alice Allevi, brillante e maldestra allieva di medicina legale, che si ritrova, come il prezzemolo, sempre in mezzo a delicati casi di omicidi, nato da un’idea di Alessia Gazzola, e da cui è stata tratta una fortunata serie televisiva. Stessa storia per la commissaria Lolita Lobosco, invenzione della pugliese Gabriella Genisi, che dal 2010 si prodiga per la risoluzione dei casi sui tacchi altissimi delle sue Louboutin, e che di recente abbiamo visto anche sul piccolo schermo.
In questo nutrito panorama di autrici troviamo, come accennavo all’inizio, Patricia Highsmith, statunitense, nata il 19 gennaio 1921 e considerata una delle più abili scrittrici di thriller psicologici al mondo.
Purtroppo, non riscuote grande fama e successo in Patria, soprattutto per i temi scomodi trattati, come la condizione omosessuale o la perversione a cui l’essere umano può arrivare, quale l'attrazione verso il male, mentre viene molto apprezzata in Europa e dai registi. Nata a Fort Worth, in Texas, ama da sempre la scrittura e nel 1950 esordisce con il libro thriller “Sconosciuti in treno” che le vale l'attenzione di Hitchcock, il quale ne fa una trasposizione cinematografica intitolata “L’altro uomo”.
Sono molte le sue opere che diverranno dei film, come “Il talento di Mister Ripley”, “Carol”, “Delitto in pieno sole”. La Highsmith, però, non dimostra grande entusiasmo per la produzione cinematografica derivante dalle sue opere; piuttosto schiva, anticonformista e annoiata dalla routine, cambia spesso città fino a trasferirsi dapprima in Inghilterra, poi in Francia e negli ultimi anni in Svizzera sino alla sua morte avvenuta nel 1995, dove conduce una vita al riparo dalla notorietà, spesso in compagnia delle donne che amò.
Trattandosi del primo articolo dell'anno, quale miglior lettura potrei proporvi di questa autrice, se non “I due volti di gennaio”?
Scritto nel 1964, edito da Bompiani nel 2000, neanche a dirlo diventò un film nel 2014, ed è la storia ad alta tensione di Chester e Colette, marito e moglie americani in fuga perché truffatori. L'uomo, riconosciuto da un poliziotto che è sulle loro tracce, è costretto a ucciderlo, ma all'assassinio assiste anche un’altra persona: Rydal, un americano che vive in Grecia per sfuggire al suo passato ingombrante. Quest’ultimo si offre di coprire l'omicidio e aiutare i due nella fuga, nascondendoli. In un crescendo di fascinazione e seduzione, i tre non riescono più a controllare i loro istinti, fino a quando Chester si accorge che tra Colette e Rydal sta nascendo una forte attrazione… Il resto non ve lo svelo, se vorrete sarà la vostra lettura del mese.
Noi ci ritroviamo a febbraio, buona lettura!
 
Proposta di lettura
I due volti di gennaio e Il talento di mister Ripley di Patricia Highsmith

 The end

Il mio commento da Coach alla rivista simulata:
Silvana Da Roit, caporedattore per una manciata di giorni ;-) è riuscita a mettere insieme penne molto diverse tra loro, andando ad affidare ciò che riteneva più congeniale per ogni redattore.
Troviamo quindi un articolo di Marco Lazzaro che, con la consueta ironia che appartiene al suo stile, ha lanciato messaggi utili per ognuno di noi, strappandoci un sorriso qua e là per lo stile spiritoso. 
E poi troviamo la penna di Adelia Rossi. Quale argomento migliore poteva affidarle Silvana, se non qualcosa che riguardasse i suoi amati gatti? In modo simpatico e personale, Adelia parla di proverbi a modo suo ;-) in modo originale.
Che dire poi dell'articolo di Cinzia Zerba, abile nel fare ricerche nell'ambito letterario, regalandoci un panorama interessante sul mondo del giallo... 
Bella, anche, l'idea di Silvana di chiedere ai suoi redattori un consiglio di lettura a fine articolo.
Nell'insieme, tre penne diverse, sapientemente guidate da Silvana Da Roit che ha saputo trarre il meglio da ognuno di loro.

A voi lettori di questo blog il giudizio, un pensiero, una critica nel bene e nel male serve a crescere.
Nei prossimi giorni posterò nel Blog (uno alla volta) gli altri esperimenti.


Alla prossima
dalla vostra
Stefania Convalle


 
 


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