Seduti allo stesso tavolo

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Il nuovo romanzo di Stefania Convalle, sul mondo dell'editoria.

martedì 21 gennaio 2014

Numero 188 - Abbandona il passato - 21 Gennaio 2014


Tante persone utilizzano il loro triste passato come alibi per non realizzare nulla di buono nella vita. Talvolta, la sofferenza diventa una sorta di diga che impedisce alla nostra esistenza di fluire liberamente o costituisce una profonda ferita che deturpa la nostra esistenza. 

Si può, invece, trasformare il dolore in una energia positiva che ci dia la forza di guardare avanti. Spetta soltanto a noi decidere che cosa fare della sofferenza che ci portiamo dentro. 
Non è forse meglio alzare la diga e lasciare che l'energia libera di scorrere ci induca a muoverci? 
Usiamo il calore e la luce diffusi dalla fiamma per illuminare il cammino e per riscaldare il nostro cuore! Dobbiamo avere il coraggio di abbattere gli ostacoli e continuare il nostro percorso. E' più facile continuare ad attribuire al passato le colpe delle nostre odierne sventure piuttosto che crearci un nuovo futuro. Proviamo a chiedere se preferiamo vivere nel passato o nel presente. 
Non è forse meglio rimboccarsi le maniche e crearsi nuove opportunità?

      Bernie Siegel

2 commenti:

  1. Per rispondere a queste domande o per lasciare un proprio pensiero, vi ricordo come si fa ad inserire il commento: sopra lo spazio dove dovreste scrivere il testo c'è una scritta che dice COMMENTA COME e sulla stessa riga trovate una piccola freccia sulla quale dovete cliccare; uscirà un elenco e cliccate su NOME/URL, si aprirà una nuova finestra e dovete scrivere il vs nome o nick dove c'è scritto NOME; poi cliccate su CONTINUA, inserite il testo e cliccate su PUBBLICA. Più facile di così!!!

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  2. " Trasformare il dolore in una energia positiva " è un insegnamento saggio ed un consiglio non solo prezioso ma anche molto evocativo che immediatamente suggerisce un punto di vista differente e pulsante.

    Eppure, non si può pensare di poter decidere il momento per intraprendere questa esperienza di trasformazione, semplicemente perché il dolore è molto esigente e pretende di essere vissuto interamente, attraversato completamente in ogni sua angolazione.

    Per questo, credo che la decisione di svoltare una sofferenza in energia positiva non sia arbitrio personale da potersi affrontare solo con la forza di volontà; credo che occorra un tempo di maturazione diverso per ogni persona, oltre al quale, poi, il tormento rischierebbe di diventare cronico, paralizzando lentamente ogni via d'uscita.

    Solo da questo momento, dunque, si riuscirebbe a trovare forza interiore e coraggio per poter guardare avanti verso un futuro diversamente vivo.

    cinzia



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