Seduti allo stesso tavolo

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Il nuovo romanzo di Stefania Convalle, sul mondo dell'editoria.

lunedì 19 dicembre 2016

Numero 261 - Chi salverà il mondo? - 19 Dicembre 2016




Non so di chi sia la colpa. 
Non voglio cercare responsabilità in una parte o l'altra di qualsivoglia parte politica.
Non voglio scatenare un dibattito politico.
Non credo  ci sia un mondo diviso tra buoni e cattivi.
Non penso che la verità sia da una parte sola.

Ma questo mondo va a rotoli. 
Forse lo è da sempre.
Da quando l'essere umano è comparso sul pianeta.
Perché, ammettiamolo, non siamo nemmeno capaci di partecipare ad una semplice riunione di condominio senza odiare qualcuno.

Però quando ci sono bambini che muoiono e che soffrono, e questo accade sia da una parte che dall'altra, e chissà da quante parti accade senza che ci sia qualcuno che ci mostri una foto di un dramma che tocchi degli innocenti,

quando i bambini sono le prime vittime
della follia umana,
è il segno che tutto, e sottolineo tutto, è sbagliato.

Il senso d'impotenza è quanto di più terribile ci possa essere,
non servono le raccolte di firme
né le manifestazioni.

Parole vuote e piene di retorica
ma questo non può essere un "buon natale".

E forse, solo le madri, solo le madri hanno in mano il potere
di invertire la rotta.

Si dice che se tutte le madri del mondo
si mettessero d'accordo
per insegnare ai propri figli il valore dell'amore
e non dell'odio
in due generazioni non esisterebbero più le guerre.

Tutte le madri del mondo.

Simultaneamente.

Ma forse è l'unica speranza
per salvarci.

Ho cercato di accontentare Rebecca,
sette anni e mezzo, 
voleva un orso bianco col vestito rosa.
L'ho cercato perché voglio accontentarla.

Voglio preservare il suo mondo di bambina. 
E sono sola la sua tata.

Non credo che la salvezza sia nell'insegnamento occasionale di un regalo di natale negato, 
ma nel farle capire che è fortunata 
ad essere nata dalla parte "giusta" del mondo.

Sensibilizzare la sua giovane età, 
senza toglierle i sogni
o i desideri legittimi di  bambina.

Perché così dovrebbe essere
in ogni fottuto angolo del pianeta.

Stefania Convalle










6 commenti:

  1. Questo fottuto pianeta sta andando a rotoli. Valori umani spariti per lasciare spazio a convenzioni, apparenza e soprattutto interessi. Difficile debellare le guerre, antiche come il mondo ma, possibile sostituire con molta buona volontà, pensieri di odio, razzismo, prevaricazione per allentare la tensione crescente. I conflitti non insegnano e non risolvono, alimentano la parte peggiore del genere umano.
    Anche se il futuro è molto incerto, vorrei avere l'ingenuità e la speranza che una "semplice" richiesta a Babbo Natale possa essere esaudita; senza la consapevolezza che dietro ad essa ci siano gli affanni della ricerca dell'orso bianco con il vestitino rosa.
    Buon Natale a te Rebecca. Per il mondo invece, non sarà Natale.

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  2. Alcune madri del mondo sono figlie dell'orrore e non in grado di dare amore. Rimane la speranza che dove non arriva una madre arrivi un miracolo. Se poi oltre l'amore materno si aggiunge sensibilità sogni e desideri i bambini diventano adulti altruisti

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  3. è vero, Maria Rita, alcune madri sono figlie dell'orrore, ma secondo me, in quanto donne, comunque capaci di dare amore. Non pensi?

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  4. L'impotenza è il dramma più grande!! Mai e poi mai un bambino dovrebbe vedere e vivere simili esperienze! Tutti i giorni in tv vediamo i bambini di Aleppo e si stringe il cuore, poi si passa ad un altro servizio, si riprende a conversare, ma nell'animo resta l'amarezza. Nulla possiamo fare e così vale per le sofferenze di molti altri bambini nel mondo. Eppure i bambini sono la speranza, anche se purtroppo molti saranno adulti che vivranno prigionieri di ciò che hanno vissuto.
    I nostri bambini sono amati e coccolati. Un bambino amato sarà un adulto capace di dare amore. Solo l'amore di una mamma può fare miracoli, ma in situazioni di fame e di guerra cosa può fare una mamma?? Arriva Natale, per chi ha fede è un segnale di speranza... difficile anche aver fede, ma non voglio smettere di sperare in qualcosa di meglio in qualche angolo del mondo.

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  5. Ho due figli già grandi, fortunati sin da bambini perchè non è mai mancato nulla, i regali che desideravano per Natale arrivavano e ancora oggi possiedono cellulari, computer, quando possono viaggiano, e soprattutto hanno avuto la possibilità di studiare. Sicuramente saranno viziati e me ne addosso principalmente la colpa, poi li sento parlare tra di loro, li ascolto esprimere le loro opinioni insieme ai loro amici altrettanto fortunati. La loro visione del mondo è tutt'altro che banale, ma soprattutto libera da pregiudizi. Ho cercato di fare il possibile come madre per educarli nel rispetto degli altri perchè credo che questo sia il punto di partenza. Penso di esserci riuscita e questo mi fa ben sperare per il futuro.

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