Seduti allo stesso tavolo

Seduti allo stesso tavolo
Il nuovo romanzo di Stefania Convalle, sul mondo dell'editoria.

sabato 11 marzo 2017

Numero 269 - La magia di un cappuccino - 11 Marzo 2017




La vita è davvero un salto nell'infinito dei propri sogni.

Ma andiamo per ordine.
Tutto cominciò da un cappuccino...


Mesi fa cominciai a concedermi quasi ogni mattina la mia colazione preferita in un grazioso bar del quartiere dove vivo.

Tre ragazzi stupendi a gestirlo, 
anzi, se passate di lì, andate a prendere un caffè;-)
Il mio Bar - Via Goldoni 22 - Monza
(pubblicità NON occulta ;-) )

dicevo

tre ragazzi fantastici


E così
cappuccino dopo cappuccino
giorno per giorno
una chiacchiera oggi
una chiacchiera domani

ho conosciuto meglio Andrea.

Non voglio fargli troppi complimenti perché altrimenti si monta la testa ;-)
ma di sicuro è un ragazzo che, nonostante i suoi 25 anni, conosce la vita e sa che ogni cosa bisogna inseguirla con impegno e determinazione, per realizzare uno per uno i propri obiettivi.




E di chiacchiera in chiacchiera scopro che lavora, studia e, leggendo qualcosa sulla sua bacheca di Facebook, mi accorgo che scrive in modo particolare.
Le mie antenne si rizzano immediatamente;-) 
sapete che oltre a scrivere mi piace anche scovare talenti, non per niente ho fondato la Edizioni Convalle.

Gli propongo di scrivere un monologo per partecipare al mio Poetry Slam, 
si lancia e lascia un segno nel pubblico: 
il ragazzo ha del talento.


Inizia a partecipare ai miei laboratori di scrittura, 
scrive tra un cappuccino e l'altro, nei ritagli di tempo, 
ma scrive belle cose. 
E oggi voglio darvene un assaggio.
Una lettera.
A chi?
Lo scoprirete alla fine.


Lettera
di
Andrea Baratti


Caro Amico,
ti scrivo perché  ho bisogno di dirti qualcosa.
È inutile negarlo, negli ultimi anni non andiamo molto d’accordo.
Ricordo quando ero piccolo, quasi non badavo a te, molte volte ti davo per scontato e per questo ti chiedo scusa, però nonostante la mia superficialità tu eri sempre con me, sembrava non te ne saresti andato mai, a volte mi davi persino troppo, ma non mi sono mai lamentato della tua presenza.
Invece ora che sto crescendo, noto che ti presto molta più attenzione; scappi via da me, mi dedichi solo un giorno a settimana e a volte neanche quello.
Sento di aver bisogno di te, non voltarmi le spalle, sai quante cose ho da fare, quanti impegni,  sai anche che non posso farcela senza la tua presenza!
Non ti darò mai più per scontato: è una promessa. Farò di tutto per assecondarti, sono di parola… Lo sai.
Vorrei godermi insieme a te ogni cosa, i miei amici, il mio lavoro, soprattutto la mia famiglia.
So che un giorno non ci sarai più per me, ma è quel giorno è ancora lontano e non voglio pensarci.
Cerco di godere di te ora, con la speranza nel cuore che un giorno andremo d’amore e d’accordo, un grosso abbraccio.
Andrea

- Lettera al tempo

...
Il tempo, il tempo che passa e sfugge, già...
Riflessioni profonde per un giovane che ha tutta la vita davanti.

Ma le lettere non sono finite. E Andrea ce ne regala un'altra.


Lettera a...
(quasi una poesia
dal ritmo sincopato)
di
Andrea Baratti

Ti ho in testa.
È  più forte di me, devo soddisfare la mia voglia.
Giornata di merda, ma ora che siamo soli rilassami, mi ecciti.
Spesso ti immagino, a volte non ti conosco.
Presentiamoci, 
mi racconti di te, non ti ascolto, 
potrei capirti ma non lo faccio, 
non voglio cambiare l'idea che ho di te.
Sei frustrante, mi ricordi ciò che non vorrei ricordare, 
spunti fuori dal nulla raccontandomi di me. 
Sparisci.
Non ti ho chiamato, non ti volevo.
Ma ora  che sei  qui, ti prego, 
non andare proprio ora che mi parli di lei.
Mi mostri ciò che ero, 
quel me  sopito che saltella fuori in attimi di euforia.
Provocami, con quel pizzico di nostalgia.
Mi fai sentire come sapeva fare solo lei, 
quando consapevolmente sbagliavo 
solo per amore del suo modo di correggermi
E poi rideva, Dio che risata, 
facevo finta di offendermi, ci cascava sempre
E poi baci, amore…. 
ORA SMETTILA
Ora mi racconti di un mio errore, 
che rifarei ma solo per paura di non esser ciò che sono.
Sapevo di sbagliare, 
di illuderla coinvolgendoti 
sapendo malignamente quanto tu fossi influente su di lei.
Ma quel sapore di noi, 
cosi diverso dall’amore ma così simile, 
un desiderio irrefrenabile.
Non era giusto, ma il peccato è attraente, 
tirava fuori quel lato di me che ancora oggi mi seduce, 
mi spaventa.
A te che mi parli tutti i giorni, 
oggi ho voluto parlarti io, 
forse non lo farò mai più, ma ti ascolterò.
Finché le forze non mi abbandoneranno 
io ci sarò, 
non voglio e non posso fare a meno di te.

- Lettera alla musica -

...

Eh, la musica...
Quali corde è capace di muovere...

E allora chiudiamo con questo breve dialogo improvvisato dal nostro Andrea.
Immaginate una salotto (il mio), persone che si riuniscono per giocare con le parole, una musica, un'emozione che si muove dentro di noi e si posa sul foglio.


Al confine
di
Andrea Baratti

- Hai nascosto la verità
Eri giovane, troppo giovane!
- Ti sogno, sembrava stessi dormendo.
Maledetta, mi ha portato via da te!
- Sono ancora qua!
Non posso più tornare indietro.
- Mi manchi
Ho dovuto mentirti, non saresti stato più lo stesso.
- Non è vero! Ti avrei goduta fino in fondo lo sai.
Non volevo essere compatita, non avrei voluto farti del male. Perdonami ti prego.


Andrea Baratti: 
se il mio fiuto non sbaglia, sentirete parlare di lui.

Alla prossima
dalla vostra
Stefania Convalle





2 commenti:

  1. Complimenti al fiuto di Stefania.
    Bravissimo Andrea. Parole sentite che arrivano a chi legge emozionando.

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  2. Complimenti per la penna. Davvero notevole.
    Michele Fierro

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