Seduti allo stesso tavolo

Seduti allo stesso tavolo
Il nuovo romanzo di Stefania Convalle, sul mondo dell'editoria.

venerdì 3 febbraio 2023

Numero 431 - Una lettera speciale per il compleanno della mia creatura: Edizioni Convalle - 2 Febbraio 2023


Sei anni di Edizioni Convalle. 
Ho scritto una lettera che ho letto nella diretta Facebook dedicata a celebrare questo giorno. 

Per chi volesse vedere il video, dove faccio anche alcuni ringraziamenti e poi leggo la lettera (ascoltarla, secondo me, è più bello!) potrà rivederla selezionando questo link: 

https://www.facebook.com/solobelleopere/videos/696042598860359

Però ho deciso di riportare qui il testo della lettera. 
Una lettera scritta a cuore aperto, esattamente come vivo io.
Eccola qui.


Cara Edizioni Convalle,

mi pare strano rivolgermi così  a te, un po’ come dare del Lei a un proprio figlio, ma questo è il nome che ho scelto per te.
Sei nata da un’idea di una sera d’autunno, complice un bicchiere di Amarone. Il vino rosso fa passare le paure e ci rende più coraggiosi, e così sei diventata realtà qualche mese dopo.
Sei nata il 2 febbraio di sei anni fa. Ero emozionata, sai? Come una mamma che vede per la prima volta la sua bambina, quella sera ho brindato perché eri entrata ufficialmente nel mio mondo e in quello dell’editoria.
Avevo paura. Paura di non essere all’altezza di farti crescere e diventare forte e grande, ma non è andata così male se oggi siamo qui a parlare di te.
All’inizio ero piuttosto imbranata, mi imbarazzavo quando mi chiamavano editrice, mi sembrava strano e ridevo di me.
Insieme abbiamo cominciato a muovere i primi passi, non ero da sola, c’era Giuseppe al mio fianco, e in punta di piedi siamo entrati in questo complicato pianeta. Mentre mi addentravo nel mondo dell’editoria, da questo lato della scrivania, scoprivo che c’era una miriade di cose da imparare, di faccende burocratiche da sbrigare, di autori pronti a saltare sulla nostra barca piena di idee e di entusiasmo.
Ricordo ancora quando è arrivata la prima opera pubblicata, non mi sembrava vero di stringere tra le mani un libro in carne e ossa portato alla luce dal nostro lavoro. E abbiamo brindato anche quella sera, Giuseppe e io. Penserai che hai due genitori ubriaconi, ma non è così. Ci piace celebrare ogni piccolo o grande traguardo, perché la vita è così, bisogna essere capaci di dirsi "bravo!" a ogni gradino che si sale.
Un gradino alla volta, senza fermarci mai. Questo abbiamo fatto. A volte siamo rotolati giù per un piede in fallo, magari ci siamo fatti un po’ male, abbiamo versato qualche lacrima – soprattutto io, Giuseppe no, lui è un duro – ma ci siamo sempre rialzati e abbiamo guardato verso l’alto.
Non abbiamo permesso a qualche sbucciatura alle ginocchia di piegarci e farci mettere all’angolo.
Ti ricordi quando siamo andati per la prima volta al Salone di Torino? Solo l’idea ci faceva paura. Ma che orgoglio vedere il tuo nome scritto in grande sullo stand a noi riservato. Le persone chiedevano informazioni su di te, chi fossi, da quando tempo esistessi, da dove venissi.
Da dove venissi… Da un sogno, rispondevo io.
In questi anni abbiamo incontrato migliaia di persone, abbiamo detto il tuo nome innumerevoli volte, ti abbiamo difeso quando ti guardavano con aria di sufficienza, come se fossi talmente piccola da non essere presa in considerazione. Non eri una Big, per loro.
Non è stato facile, tu lo sai perché sei stata sempre presente ogni istante, e hai vissuto ogni difficoltà incontrata. Hai visto le ore spese per portarti avanti, hai condiviso i nostri sacrifici, il tempo rubato al sonno e a una passeggiata al parco: c’erano le opere da leggere, correggere, impaginare, e tutto ciò che si deve fare prima che l’opera arrivi sul tavolo, pronta per i lettori.
C’eri anche quando le ombre attraversano i miei occhi mentre pensavo che forse eri un ostacolo per la mia carriera di scrittrice. Sai dei bocconi amari che ho dovuto digerire, quando capivo che alcuni addetti ai lavori o lettori non prendevano in considerazione le mie personali opere perché sembrava che me le fossi autopubblicate… è vero, ero diventata l’editrice di me stessa, come dar loro torto. Ho capito che a loro nulla importava se avevo iniziato a scrivere e pubblicare tanti anni prima e avevo avuto editori che mi avevano scelta; e nemmeno tenevano in considerazione i premi e i riconoscimenti ricevuti prima e dopo. Sono arrivata quasi a provare imbarazzo per il tuo nome sulle copertine dei miei libri, come se valessero di meno. Sono arrivata anche a pensare di farmi pubblicare da altri, solo per zittire menti piene di pregiudizi, ma poi mi sono fermata a riflettere: davvero ero disposta a privarti del sostegno che la vendita delle mie opere davano alla tua crescita? Ho messo via il mio narcisismo e l’ho chiuso in una scatola. L’amore per te era più forte e ho pensato che... chissenefrega di coloro che non lo capiscono!
È stato ed è impegnativo esserti "madre", lo ammetto, ma quando la stanchezza e qualche delusione di troppo sembrano prendere il sopravvento, penso a tutti gli occhi che noi – insieme – abbiamo fatto brillare!
A quanti sogni abbiamo realizzato.
Ogni volta che arriva una nuova opera dal tipografo e arriva nelle mani dell’autore, non mi perdo mai quella luce negli occhi. È la soddisfazione più grossa per noi, quello che ci ripaga di tutto, ci sentiamo fieri, orgogliosi, importanti per il lavoro che facciamo.
Ora cominci a essere grande, le radici affondano nel terreno che è fertile di idee, progetti, alberi che stanno crescendo e dai cui rami sbocciano fiori profumati pieni di colori.
Il cielo è azzurro e se si affaccia qualche nuvoletta grigia, la scaccio con la mano. Ogni tanto piove, ma la Natura c’insegna che serve anche questo, giusto?
L’altro giorno, in occasione del tuo compleanno, ho messo uno sull’altro tutti i libri che abbiamo pubblicato per scattare una fotografia. Lo sai che la pila è alta più di me? Beh, sei alta solo un metro e 53 centimetri, non ci vuole tanto, penserai. Però sai anche quanta passione abbiamo messo in ogni centimetro che forma una colonna composta di quasi 110 opere. E tante sono già lì, quasi pronte per andare ad aggiungersi.
Ho imparato tanto in questi anni, insieme a te. Che cosa? mi chiedi. A leggere dentro le persone, tra le righe delle opere e guardandole negli occhi. Ho imparato a smussare gli angoli del mio carattere, quello impetuoso che a volte mi rema contro, ma forse qui tu non c’entri, dipende dall’età: sessant’anni tondi tondi: hai una mamma anziana!
Eh sì, la grinta c’è sempre, le idee nascono come funghi nella mia testa e i progetti sono molteplici, ma a volte la stanchezza mi pesa sulle ossa. Vorrei rallentare, ma poi penso che il tempo corre, come la vita, e tu hai tanta strada davanti a te: ti devo aiutare a diventare sempre più grande e forte.
La mia – nostra – forza è che questo cammino non lo stiamo facendo da soli: hai tanti zie e zii, che sono le nostre autrici, i nostri autori. Ti vogliono bene, lo sai? E per me è una gioia quando parlano di te e dicono la "nostra" casa editrice.
Voglio dirti ancora un paio di cose in questo giorno così importante.
La prima è che i miei genitori, "i tuoi nonni", sarebbero orgogliosi di te e di quello che sei diventata. È grazie a loro se tu sei potuta nascere. Non lo dimentico.
La seconda è una piccola riflessione relativa alle case editrici che definiscono piccole, come te.
Chi scrive sogna le BIG, i grandi nomi, perché pensano che possano realizzare tutti i loro desideri. E a volte librerie e lettori, per fortuna pochi, non ci considerano perché non hai un nome altisonante.
Sai cosa penso?
Penso che le BIG sono le case editrici come te, che nascono da una passione, che si sudano pezzo per pezzo questa realtà che stiamo costruendo. Penso che le BIG siano quelle come te perché hanno un cuore.
E col cuore, lo sai, si può andare lontano.
E noi ci andremo, te lo prometto.
 
Stefania Convalle

Il resto è storia...

                                        


Alla prossima
dalla vostra
Stefania Convalle

 

2 commenti:

  1. Bellissima lettera. Mi sono commossa.❤❤❤

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  2. Ho letto e ri-letto, inspirando passione e meraviglia. Ho sentito l'odore della carta e della buona fatica e il brillio di occhi grati.
    Grazie per ciò che siete e fate.

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