Seduti allo stesso tavolo

Seduti allo stesso tavolo
Il nuovo romanzo di Stefania Convalle, sul mondo dell'editoria.

mercoledì 27 maggio 2020

Numero 335 - Per la Rubrica "Parlo di me": Fortunata Barilaro - 27 Maggio 2020



Potrei iniziare parafrasando De Gregori: "Nata, sono nata nell’Africa d’Italia. In qualche posto e in qualche modo sono pure cresciuta…"
Potrei raccontare che la cicogna mi consegnò in una scatola per le scarpe, in un paese tra le Serre della Calabria, nel punto più stretto d’Italia. Forse stava volando tra Tirreno e Jonio e, a causa della tormenta di neve, mi lasciò cadere in quella che sarebbe stata la mia casa. In un paese che si chiama Sorianello, dove le case sono talmente arroccate l’una all’altra, da sembrare che si abbraccino.
Nella mia infanzia ci sono ginocchia sbucciate sui sassi neri che lastricavano la mia via, o ruga, come viene definita nel mio dialetto. Profumo di stoffe e il ticchettio della macchina da cucire di mia madre. C’era la mia stanza, in cui mi rifugiavo sempre con un gatto al mio fianco, che nascondevo di notte tra le coperte affinché mia madre non lo scoprisse. A primavera le fresie che crescevano sul mio balcone, inondavano di fragranza la strada. D’inverno c’era il silenzio della neve o il frastuono dei temporali. In autunno le castagne da tirare fuori dai ricci, che pungevano le dita e davano il gusto della conquista di quel prezioso frutto.
Ci sono i libri… Il primo che mi venne regalato da mia madre, quando ancora seguivo il rigo con il dito, "Il corsaro nero". C'è stata la scoperta della scrittura, nei componimenti in classe che la mia maestra leggeva e che portava con orgoglio anche agli altri insegnanti, affinché sapessero della sua alunna.
C'è l’adolescenza e la voglia di evadere. Il sogno della grande città che per me è stata Roma.
L'università, che si affacciava sulla splendida piazza Esedra; la musica di Baglioni, che suonava dallo stereo della macchina del mio amico Damiano, mentre percorrevamo le vie storiche nelle notti romane.
Ci sono i pub a San Lorenzo, le manifestazioni di piazza e la voglia di cambiare e conquistare il mondo.
Eventi della storia che rimangono indelebili dentro me. Il giorno in cui venne scarcerato Nelson Mandela, l’urlo di gioia e le lacrime che non riuscivo a trattenere. I colpi di piccone sul muro di Berlino. Gli studenti di piazza Tienanmen, a mani nude, davanti ai carri armati…

Poi, la decisione della mia vita. Fare l’infermiera. Appuntarsi la Croce Rossa, sul petto e nel cuore.
Letti candidi di ospedali. Pigiami che, come sudari, avvolgono corpi violati dalla malattia. Occhi, tanti occhi che incroci, sfiori, catturi, tra dolore, speranza e paura. La voglia di scappare perché non puoi, razionalmente, credere di voler vivere in tutto questo.
Poi uno sguardo tra gli altri, quello di un ragazzo, Vittorio, che non potrai mai più dimenticare, mentre la sua vita scorre verso un abisso di angoscia e sembra volere fuggire lontana.
Abbracciami, ti prego, mi disse in quel giorno che segnò la mia vita. Non lasciarmi solo. Ho paura…
E io abbracciai quelle spalle scarne, accarezzai quella pelle sottile, mentre un chirurgo infilava un ago tra le sue vertebre. Tenni la sua mano, quando tutto finì, sino a che il sonno non gli regalò un po’ di oblio.
Quel giorno compresi cosa volesse dire essere un’infermiera. Quel giorno decisi che quella sarebbe stata la mia vita.

Tutto questo peregrinare, senza mai smettere di leggere e scrivere. Racconti, che nessuno avrebbe letto, ma che riempivano i vuoti e le giornate, tra un esame e l’altro, tra un turno e l’altro.
L’uomo al mio fianco, che mi accompagnerà per quasi trent’anni che mi ripeteva: "Ma perché non scrivi un romanzo?" 
E la mia risposta di sempre: "Perché non ne sono capace."

Poi tutto tace. La sua voce scompare in un addio che non voglio accettare e ritorna come un sussurro a riempire il silenzio. Ma perché non scrivi un romanzo?

Così nasce il mio primo romanzo "La casa sulla scogliera". Inviato, come coriandoli che si lanciano in aria e che sai che il loro destino sarà quello di cadere per terra, a vari editori.
Mentre faccio la notte in ospedale, mi arriva il messaggio di Stefania Convalle
Penso che sarà, ancora una volta, un’illusione che si frantumerà per terra, come le altre. 
Chi è quella donna? Quando le ho inviato il romanzo? Quanto mi chiederà per la pubblicazione?
Questi i dubbi. 
Sino al giorno che io e lei ci incontriamo e scopro che non chiede soldi, che il romanzo le piace, che lo vuole pubblicare. Urlo di gioia, saltello, e mi faccio un grappino brindando a me e mio marito.
L’avventura inizia così a fine 2018, e nel 2019 le invio il mio secondo romanzo, Là dove finisce il fiume, aspettando il suo rifiuto. 
Miracolo! Le piace anche questo!
Pubblicato appena in tempo, per andare alla Fiera dell’Editoria a Roma.
E ancora, il sogno continua…

Fortunata Barilaro


§§§

E ora la parola all'editrice

Fortunata mi è piaciuta fin dal primo momento.
Una donna di quelle vere, spontanee, solide nei sentimenti, capace di amare l'essere umano e gli amici pelosi; d'altronde, il lavoro che ha scelto lo dimostra.
È arrivata a Edizioni Convalle per caso: ma esiste il Caso?
Come sapete, per me non esiste. Credo sia stato il Destino a guidarla sulla mia strada. 
Ricordo che avevo affidato il suo manoscritto per la prima lettura a Tiziana Mazza, che è tra le persone che mi aiutano a fare una prima scrematura tra le opere che vengono proposte a Edizioni Convalle; lei l'aveva letto tutto e me ne aveva  parlato con entusiasmo, relativamente alla storia narrata. E così "La casa sulla scogliera" è arrivato nelle mie mani e dopo averlo letto, ho deciso di pubblicarlo senza se e senza ma perché Fortunata ha la capacità di trascinarti dentro le storie che racconta ed emozionarti: quello che cerco io.


Prima opera, primi risultati eccellenti! I suoi romanzi sono tra le opere più vendute di Edizioni Convalle. 

Dopo un po' Fortunata mi ha proposto, tra mille titubanze e dicendomi, te lo mando ma se fa schifo, cestinalo, mah, boh, chissà :-D, un nuovo manoscritto.
Quando ho terminato di leggere il secondo romanzo, che poi è stato pubblicato, ricordo di averle fatto un vocale WhatsApp di venti minuti (!) per esprimerle tutte le emozioni provate, volevo che sentisse dalla mia voce l'effetto di quella storia che mi aveva profondamente commossa. 
E così nacque anche lui.


Poi è arrivato il gran giorno in cui avrei potuto abbracciare dal vivo Fortunata: alla Fiera "Più libri più liberi" di Roma, a dicembre 2019.
Beh, che dire... 
Abbracciare Fortunata è stata una di quelle emozioni che ti dicono, ué, ma dove sei stata fino ad ora? Ci siamo conosciute in un'altra vita? (Sapete che credo a queste cose)
Ho sentito il suo cuore. Punto. E con questo, ho detto tutto.
Ho visto quanto è amata dalle persone che sono entrate nella sua vita. Lo stand di Edizioni Convalle, quando c'è stata Fortunata, è diventato una festa, mezza Roma era venuta a trovarla, a salutarla, ad acquistare i suoi libri. 
Insomma: un assembramento coi fiocchi :-D Adesso ci farebbero la multa! :-D

A parte gli scherzi, conoscere Fortunata di persona è stato uno dei momenti più belli di Roma, quelli che ricorderò per sempre con piacere.
Lei è bella. Lei è vera. Lei è coi piedi per terra, anche se vola lo stesso: straordinario equilibrio. Piedi radicati al suolo per non perdere il contatto con la realtà, braccia protese verso il cielo per far volare i sogni.
Ecco: Fortunata è così.


Alla prossima
dalla vostra
Stefania Convalle


venerdì 22 maggio 2020

Numero 334 - Per la Rubrica "Parlo di me": Adelia Rossi - 22 Maggio 2020




Sono Adelia Rossi.

Dopo cinquant’anni vissuti a Senago in provincia di Milano, da otto ho fatto ritorno al mio paese natio, dove ora vivo e risiedo: Bordano, un paesino di montagna in provincia di Udine, comunemente conosciuto come “Il paese delle farfalle.” 
Nata sotto il segno dell’acquario con ascendente ariete. Sogno e realtà, idealismo e concretezza. In pratica, un perfetto mix di creatività e intraprendenza.  Nasco come poetessa ma amo scrivere racconti e tutto ciò che dia spazio alla mia fantasia. Più volte premiata per la poesia, ho collezionato parecchie note di merito in vari concorsi. Collaboro con un periodico locale in lingua Friulana che spesso pubblica i miei scritti.
Altro grande amore della mia vita è il teatro. 
Mi definisco un "Animale da palcoscenico" non per la bravura, ma per la capacità camaleontica di trasformarmi ed entrare in ogni parte con innata semplicità. 
Nella scrittura mi lascio guidare dall’istinto. So dove incomincio ma non dove vado a finire, il principio e la fine trovano sempre un legame profondo che li unisce  in un incastro perfetto.
Per circa vent’anni ho cavalcato l’onda del teatro, dove ancora adesso resto a galla con discreto successo.  Ho fatto anche parte di un gruppo chiamato "Favole a merenda" realizzando letture, e vivacizzandole teatralmente. 
Dopo questo continuo navigare, del tutto casualmente, nel 2018 sono approdata al concorso "Dentro l’amore" indetto da Edizioni Convalle ed è stato come trovarmi all’improvviso in quel paradiso della scrittura sino allora solo sognato. 
Da quel giorno la mia vita è cambiata. Ho trovato in Stefania Convalle la persona giusta, capace di consigliarti in modo totalmente disinteressato, oltre alla capacità, serietà e sincerità di comprendere se possiedi le doti necessarie per continuare il cammino intrapreso. Con lei ho iniziato e tuttora continua, un laboratorio di scrittura creativa, un percorso dove ho la possibilità di confrontarmi e mettermi in discussione. 
Ho finora pubblicato due sillogi. Dopo la prima, con altra casa editrice, l’anno scorso è uscito il mio libro di poesie “Luci e Ombre” Edizioni Convalle. 
Amo definirmi bomba vagante sia per lo spessore corporeo che per la mia ecletticità. Sempre pronta a sperimentare e imparare.  
La mia carta vincente? L’ironia! Per fortuna non mi abbandona mai.

Adelia Rossi




 E ora la parola all'editrice

Ora vi racconto chi è Adelia.
Adelia è Adelia
folle come un Acquario
tenace e concreta come un Ariete 
segno zodiacale e ascendente la rappresentano perfettamente.
Adelia è bella
dentro e fuori.
Splende di luce propria
e non riflessa
e lo sapete perché?
Ve lo dico io il perché.
Perché è una donna vera
che ha sofferto e che conosce la vita 
e soprattutto
che non si è fatta incattivire dalla vita stessa 
quando diventa dura.
No, lei risponde sempre con l'amore.
E questo fa di lei una persona speciale.
Adelia è un'artista
nell'anima
nel cuore
ha la generosità dell'artista vera.
Ha la generosità della sua Terra: il Friuli.
E io amo il Friuli
- per inciso -
e il popolo friulano che ha sofferto tanto in silenzio, 
un popolo che si piega ma non si spezza 
e si rialza sempre con le sue sole forze,
senza chiedere niente a nessuno
con coraggio e dignità.
Così è lei.
Amo Adelia:
si è capito? :-D
Amo la sua bravura.
Amo la sua umiltà.
Amo la sua tenacia, la sua voglia di vivere.
Amo la sua follia!
Amo il suo coraggio.
Amo la sua forza.
Amo la sua scrittura!
Attraverso le sue poesie ho capito 
le sue luci e le sue ombre
e le ombre non sono altro che il pudore di mostrare le lacrime di una donna che ha sofferto.

E dopo tutto questo
VI ORDINO :-D
di leggere la sua silloge
LUCI E OMBRE.

Ne uscirete più ricchi.



Alla prossima
dalla vostra
Stefania Convalle






lunedì 18 maggio 2020

Numero 333 - Ci piace giocare con le parole - 18 Maggio 2020


Come sapete, oltre a fare la scrittrice, l'editrice etc etc, guido dei laboratori di scrittura totalmente folli, ma la follia è un'espressione artistica e quindi non potrebbero essere diversi.
Dovete sapere che uno di questi laboratori è composto da autrici che infilano, spesso e volentieri, nei racconti che scrivono per compito: malati di tutti i tipi e morti come se piovesse.
Così un giorno ho dato loro un esperimento da svolgere molto particolare per tre motivi: 
1) fare una sorta di staffetta dal nome ANDATA E RITORNO dove dovevano portare avanti una storia tutte insieme e passarsi questa palla all'andata e al ritorno, avendo quindi due occasioni per dare il proprio apporto alla trama. Avevano solo dieci righe a testa, dieci all'andata e dieci al ritorno. Non potevano mettersi d'accordo ma dovevano accettare ciò che trovavano scritto nel file, al loro turno, e proseguire tenendo conto dell'intreccio già in atto, potendo farlo evolvere come desideravano: insomma, un gioco di abilità con le parole.
A cosa serve? 
A divertirsi!
A essere elastici e a scrivere basandosi sull'improvvisazione e senza un progetto, per imparare a trovare soluzioni narrative in modo rapido e creativo.
Ah, poi c'era la regola di non infilare morti e moribondi vari. E poi, regola delle regole: non usare AVVERBI perché fanno tanto tanto tanto male alla prosa.

Bene, questo il risultato.
Hanno giocato, si sono divertite, anch'io ho riso mentre leggevo, sono passate dalla tragedia  alla hot narrazione (non so come sia accaduto :-O)

E quindi ecco a voi il racconto a 18 mani.
Troverete il nome dell'autrice di turno prima delle sue dieci righe.

Andata e Ritorno
da un'idea di Stefania Convalle 
come esperimento di scrittura
Un racconto a più mani
Dieci righe a testa all’andata
Dieci righe a testa al ritorno.



1.andata
Elena Caio

Lo ammetto: sono una vigliacca. Ho troncato con lui senza neanche un minimo di preavviso. Ho preso la scusa che si era dimenticato del mio compleanno per tagliare i ponti di netto. Un taglio chirurgico, da bisturi del cuore. Il mio, però. Perché fa male, malissimo, da lacerarsi le notti. E sono sicura che lui si starà chiedendo, con quell’aria da finto innocente, ma che ho fatto? Come se non lo sapesse! Cazzo, quanto lo odio, sempre ondivago, mai una certezza, magari sbagliata, ma certezza. Se fosse una donna sarebbe una minchia di gattamorta, una profumiera, di quelle che ti fanno credere chissà cosa e poi... E invece è un uomo.

2.andata
Giovanna Agata Lucenti 

Un uomo che, seppure stronzo all’ennesima potenza, è stato capace di forgiarmi a suo piacimento, per tanto, troppo tempo.
Ancora adesso non mi so spiegare come abbia potuto lasciarlo fare, vederlo giorno dopo giorno impadronirsi della mia mente, del mio cuore, della mia vita.
Ecco! Se c’è una cosa che non bisogna mai dare a un uomo sono le troppe certezze, fungere quasi da rete di protezione.
È questo che l’ha fatto rammollire!
Ora basta, però, con la Anna accomodante, materna, disponibile.
Non sopporto più di essere così. Così diversa da me!

 3.andata
Federica Madeddu

Sto qui a crogiolarmi nel letto fissando il soffitto così bianco da dar fastidio. La verità è che non so cosa fare. Mi sono fatta trasferire nella filiale di Milano per stare con lui, e ora? Che faccio? Sto in città o torno al sud dai miei amici e parenti? Chiedo ferie o congedo? E se mi mettessi in malattia? Ho preso la varicella, anzi no, il morbillo! È più virulento. Lunedì non ho alcuna intenzione di incontrarlo in ufficio. Devo sfogarmi e l’unica che può capirmi è Laura; anche se l’ultima telefonata non è stata delle migliori  e le ho chiuso il telefono in faccia. Ero furiosa
Dai, Laura, rispondi, ho bisogno di te.

4.andata
Adelia Rossi

Te pareva, pensò Laura, vedendo apparire sul display del telefonino il nome di Anna. Scommetto che ha bisogno d’aiuto! Da quando ha conosciuto Arturo, mi ha messo da parte come uno straccio vecchio; tranne cercarmi quando sente il bisogno di scaricarmi addosso i loro battibecchi. Se penso all’ultima telefonata, mi sale il sangue alla testa. È stata capace di chiudere la comunicazione perché avevo osato mettere in discussione il suo comportamento.
Laura guardò il display del cellulare: Anna aveva riattaccato. Lasciò sfumare la rabbia ma poi, in un impeto di solidarietà prese il telefono e compose il numero dell’amica.

5.andata
Giulia Landini

Ma vaffanculo, pure Laura! Spengo il telefono, tanto non mi capisce nessuno. Non torno al sud dai miei, Milano è casa mia e non voglio sentirmi dire il solito, te l’avevo detto, trovi tutti uomini sbagliati! Apro le finestre, c’è odore di chiuso e pure un po’ di lui. Devo uscire da questa casa; indosso un paio di jeans e una maglietta scollata, un po’ a maiala, proprio come non gli sarebbe piaciuto. In pochi secondi sono sul pianerottolo. Dove ho messo le chiavi di casa? Le ho lasciate dentro. Ok perfetto, suono alla vicina che ha una copia. Apre il figlio, un uomo sulla quarantina: «Ciao! Cercavi mia madre? Non è in casa, entra pure.»

 6.andata
Pinuccia Sassone

«Scusa, ho dimenticato le chiavi, il doppione l'ho dato a tua madre.»
«Accomodati, prendiamo un caffè» mi dice Livio. È un bronzo di Riace, coperto a stento da mezza asciugamano sul bacino.
Prende le tazzine, noto il suo fantastico fondoschiena. Oh Dio, quanto ben di Dio, chi cazzo se ne frega, è un’occasione da non perdere. Gioca con le dita tra i miei capelli, tempo un attimo ci ritroviamo avvinghiati in un bacio da sballo. Sembra conoscere ogni punto del mio corpo, abbracciandomi mi trascina nella sua camera.
«Dove eri nascosta?» mi sussurra sfiorandomi il collo.

7.andata
Giusy Li Vecchi

Mi ha stregato, non ci sono altre spiegazioni e devo ammettere... non ho opposto resistenza.
Avevo voglia di essere desiderata senza metterci la testa, volevo sentire delle mani delicate e sicure sul mio corpo. In effetti mi è sembrato di essere la protagonista di uno di quei film americani, dal drink al letto in un semplice cambio scena.
Si è giustificato dicendo che sua madre gli ha sempre parlato di me, e che in fondo era come se mi conoscesse. Ma non aveva certo bisogno di spiegarmi le dinamiche, mi è piaciuto, eccome se mi è piaciuto. Devo raccontarlo a Laura, non ci crederà, non solo ho mollato Arturo, l’ho pure tradito.

 8.andata
Graziella Braghiroli

Credevo che mi sarei macerata nel rimorso di avere tradito Arturo, in realtà, non me ne importa un accidente. Da ben due ore sono acciambellata sul divano a ripensare a Livio, alle sue mani sul mio corpo, alle sensazioni travolgenti che non ricordavo di aver provato fino a ora. Adesso chiamo Laura. Arturo l’avrà già messa al corrente della situazione e lei sarà dalla sua parte, ancora una volta. Ha sempre avuto un debole per lui, forse troppo... a pensarci bene. Ecco, adesso squilla anche il cellulare, chi sarà mai? No, non posso rispondere!

9.andata
Laura Sala

Arturo! Beh, tanto non rispondo! O forse dovrei? Per dirgli cosa poi? Che mi sono scopata Livio, e che mi è pure piaciuto? Già, mi è piaciuto. È stato come liberatorio. Della serie chiodo schiaccia chiodo. Bene, non suona più, meno male. Mi guardo allo specchio. Ho il rossetto sbavato e i capelli tutti scompigliati. Ma la Anna perfettina di sempre dove è finita? E chi è questa nuova Anna che vedo riflessa? Mi ammiro girandomi e rivoltandomi e… mi piaccio!


9.ritorno
Laura Sala

Suona il campanello. E chi sarà mai? Livio?
«Senti, scusa, non volevo sembrarti poco educato, ma tutti i racconti che mia madre mi ha fatto di te, mi hanno portato a desiderarti.» 
«Tranquillo, penso sempre che nessuno arrivi per caso nella nostra vita e forse l’Universo ha voluto mandarmi un segnale. Baciami e accarezzami come hai fatto prima, ora voglio conoscerti meglio, anzi… andiamo in camera.»
Sono distratta dall'arrivo di un messaggio: “Anna, ti prego rispondimi! Arturo".        
                          
8.ritorno
Graziella Braghiroli

E adesso? Spengo il cellulare e mi lascio tutto alle spalle o rispondo allo scocciatore? La nuova Anna sa benissimo cosa dovrebbe fare ora, tutti i suoi sensi glielo urlano, ma la vecchia e saggia Anna ha il sopravvento e chiamo Arturo... che non risponde. Atteggiamento tipico del maschilista offeso ma se crede che me ne importi qualcosa, si sbaglia di grosso. Butto il cellulare sul divano e mi rifugio tra le braccia di Livio che mi solleva di slancio e si dirige verso la camera.
Il cellulare che credevo di avere spento inizia a suonare senza sosta. E io non risponderò.

 7.ritorno
Giusy Li Vecchi

Non so se questo sia normale, se io sia normale; fino a ieri ero innamorata di Arturo e oggi è Livio a occupare gran parte dei miei pensieri.
Finalmente l’ho raccontato a Laura, non voleva crederci, era convinta che mi stessi inventando tutto. In effetti anche io l’avrei trovato assurdo.
Mi ha anche fatto discorsi strani su come le cose cambino, sembra essersi convinta che Arturo non facesse per me. Ora comunque non ho più dubbi, da Milano non mi muovo, è una città che adoro.
Livio questa sera ha un impegno e Laura sta poco bene, io ne approfitterò per andare nel mio bar preferito, lì ci trovo sempre qualcuno con il quale chiacchierare.

 6.ritorno
Pinuccia Sassone

Al tavolo vicino alla finestra, sorseggio il caffè, pensando a  Livio. Il suo modo di possedermi mi sconvolge, ogni volta vibro come corde di violino. Arturo? Che vada a farsi friggere, a letto è un rammollito, spegne le mie emozioni, a momenti misura col centimetro ogni posizione. 
Bevo un sorso d’acqua, mi va di traverso, mi pigliasse un colpo: Livio! Sta baciando una donna! Porco, bugiardo, schifoso. Ti odio! Pago il caffè. Torno a casa. 
Dopo tre ore Livio è da me. 
Tesoro, mi sono liberato prima del previsto, non vedevo l’ora di rivederti, mi dice il traditore. Lo guardo, non riesco a resistergli, lo desidero da impazzire ma, mi assale la vendetta. Ora tocca a me, lo prendo, lo uso, lo getto.

5. ritorno
Giulia Landini

Suona il campanello e Livio è già in casa. Spero che sia: l’idraulico, il postino, la Sacra Annunciazione, chiunque, ma non Arturo.
Ovviamente la divina provvidenza non è dalla mia.
«Arturo, quale sorpresa! Ti va una cosa a tre?»
Cala un silenzio glaciale e Arturo parte come un toro verso la camera da letto,  mentre mi offende, e trova Livio sdraiato su un fianco, più nudo del giorno che venne al mondo che serafico dichiara: «Anna cara, non credevo ti piacesse il poliamore!»

 4.ritorno
Adelia Rossi

Poliamore? Anna guardò Livio, il corpo coperto da un misero telo che lasciava in bella mostra la sua intimità. Quanto è ridicolo, pensò.
Si girò verso Arturo che, rimasto a bocca aperta come un baccalà, guardava allibito la scena.
È veramente quello che voglio? Si chiese Anna, facendo scorrere lo sguardo da uno all’altro. No, non avrebbe messo in atto la sua vendetta come si era ripromessa; voleva ritrovare se stessa, sì, ma non passando da un letto all’altro per il solo gusto di pareggiare i conti. Uscì di scena salutando entrambi con una fragorosa risata.
In quel momento, aveva fatto la sua scelta.

3.ritorno
Federica Madeddu

Non capisco cosa mi sia passato per la mente, finalmente mi sento così leggera. Una cosa l’ho ben capita: per essere felice non ho bisogno di un uomo. Non devo elemosinare né amore né attenzioni. Devo ammetterlo, imparare a vivere fuori dalle convenzioni e dagli schemi ha un altro sapore. Mi va di fare una cosa? La faccio! Senza ripensamenti, la vita è una e non la devo di certo sprecare dietro certe persone. E che se ne vada a quel paese anche la dieta, ho bisogno di un bel gelato al cioccolato. Mi sento un po’ bambina, con questo cono più grande di me. 
«Ops, scusami! Non ti ho proprio visto!» certo che sei carino eh...

2.ritorno
Giovanna Agata Lucenti

Eh no, Anna! Basta con i colpi di testa. Abbiamo già dato abbastanza.
Mentre gusto il mio gelato, penso che mi sono assaporata la mia vendetta nei riguardi di Arturo.
Livio mi ha dato solo l’occasione di attuarla in breve tempo, quasi come cavarsi un dente. E adesso? Dovrei sentire la mancanza di Arturo ma non riesco a provare altro che un senso di vuoto.
Per quello che credevo ci fosse e non c’era.
Per quello che credevo essere e non sono.
Forse dovrei cercare di scoprire una volta per tutte cosa desidero, trovare il coraggio per dire semplicemente: voglio altro!

1.ritorno
Elena Caio

Ma io si sa, sono una vigliacca e non trovo neppure la forza di voltare pagina. Ho fatto un gran casino in soli sette giorni! Cerotto-Bertelli-Livio mi ha aiutato ad alleviare il dolore acuto ma le ferite, quelle no, dovrò leccarmele da sola. 
Mi giro e mi rigiro nel letto. La notte cambia le prospettive: non sono convinta di aver chiuso con Arturo, lo sento ancora mio. Ma questo finale è tanto doloroso quanto necessario. Ho bisogno di cambiare aria, forse un viaggio potrà farmi bene. Cazzate. So benissimo che mi porterei ovunque il suo ricordo. Questa notte sta per finire, sento il freddo del mattino. 
Un altro senza di lui.

The end

 Eccole qui, le autrici: 
(in ordine di apparizione)

Elena Caio

Giovanna Agata Lucenti

Federica Madeddu

Adelia Rossi

Giulia Landini

Pinuccia Sassone

Giusy Li Vecchi

Graziella Braghiroli

Laura Sala

e infine, the coach ;-)

Complimenti, ragazze! 
Siete state brave a fare questo gioco affatto facile. 
Si impara a scrivere anche così: giocando con spensieratezza.
Vi siete divertite, ci siamo divertite!
Adesso potete tornare ai vostri racconti e romanzi in lavorazione con i consueti morti e feriti :-D
Scherzo, siete bravissime. 
Alcune di voi sono già autrici pubblicate da Edizioni Convalle, altre lo saranno presto, chissà...

Alla prossima
dalla vostra 
Stefania Convalle