Il colore dei
papaveri
Te l’ho letta negli
occhi
la bramosia degli
alberi verdi
delle dita nella
gelatina delle
notti passate sotto i
lampioni
a sfiatarsi contro la
luna.
Ce l’avevi negli occhi
la famelica
ossessione di
specchiarti negli altri
di guardare te stessa
sotto i vestiti
sdruciti di una vita
rocambolesca
e incontinente, tu che
parlavi anche
ai sordi. Una volta,
quando i tuoi passi
avevano ancora il
colore dei papaveri.
(Daniela Fontana)
Oggi è un giorno speciale perché ho il piacere e l'onore di "lanciare" l'Opera Prima di Daniela Fontana, in esclusiva su questi schermi e forse anche in mondovisione :-D
Daniela è un'amica di questo Blog, ma ancor prima di questo è una mia amica, una persona che conosco e che stimo da sempre come autrice di narrativa e di poesia.
Una scrittrice di talento.
Una poetessa moderna e sensibile nel suo porre l'accento, oltre che sull'Amore, tema caro a noi tutte, anche su temi sociali.
Ho aperto la puntata di oggi del Magazine con la poesia che dà il nome al libro appena nato.
Di lei e del lavoro di Daniela, scrive Angela Ferilli nella prefazione: "Versi liberi, i suoi, liberi da rime, da metrica, da schemi, dall'ordinario. Versi che ora si librano in alto ad afferrare e trattenere i grandi interrogativi esistenziali, e ora volano rasente il suolo, sfiorando papaveri dei quali prendono in prestito il colore per portarlo via, nel chiuso della casa o dell'ufficio, per le strade della città, in campagna, al mare, in viaggio."
Concludo con una sua poesia che Daniela dedica a noi, pubblico di questo Blog molto "al femminile", una poesia dedicata a noi, alle donne.
Quello che siamo
Siamo messaggi in
bottiglia
che forse non toccheranno
mai terra
ma ci teniamo a galla
-sempre-
e siamo di
quell’inchiostro
che non sbiadisce col
tempo
né l’acqua lo corrode.
Siamo capelli mossi dal
vento di maestrale
unghie resistenti a
qualunque scalata
parole scagliate a fare
male… come sassi.
Siamo anime inquiete
che ancora
non conoscono il loro
porto ma nei giorni
bui abbiamo bisogno di
una mano
che accarezzi il nostro
mondo.
E se qualcuno ancora
chiede la nostra testa
noi gliela cediamo solo
per amore
ma siamo pronte a
riscattarla all’occorrenza.
C’è chi ha ancora
voglia di tenerci sotto l’universo
e se a volte lo
lasciamo fare rischiamo di guardare
le nostre frattaglie
stese al sole. Ma siamo alberi
secolari, di quelli che
hanno radici profonde
ramificate e ben salde: abbatterci non è uno
scherzo.
Congratulazioni, Daniela!
E che questo tuo libro di poesia possa volare alto!