I TRE MOSCHETTIERI ;-)
Conosciamoli uno alla volta.
Anna Maria Castoldi
Premetto che non amo parlare di me,
e per di più sono convinta che il modo migliore per conoscere un autore sia
leggere quello che scrive, anzi credo che conoscerlo addirittura di persona
possa essere controproducente: toglie quella patina di mistero e a volte delude.
Ne ho fatto esperienza diretta con alcuni famosi. Insomma si può amare uno
scrittore e detestarne la persona, quindi, ora che siete avvisati, non
aspettatevi granché dalle prossime righe.
Ho lasciato il mio paesello natio
in Brianza per studio e da allora ho sempre vissuto in città diventando una
ragazza di periferia. Ciò nonostante porto dentro di me indelebile l’impronta
paesana, nel bene e nel male, e in tutte le mie storie riemerge. Questo è uno
degli elementi che ho in comune con Miriam Donati con la quale condivido la
maternità di Delitti nell’orto e Fughe e ritorni, entrambi Gialli con
protagonista la sciura Marpol, ambientati in un borgo inventato ma reale perché
legato alla nostra esperienza. Di proposito parlo di maternità in quanto la
scrittura è un atto creativo che dà vita a personaggi veri nella finzione
letteraria.
Sono approdata alla scrittura per
curiosità. Dopo decenni da lettrice onnivora e vorace, ho scoperto la scrittura condivisa e ne ho subito il fascino. La sorpresa di leggere come un
coautore faccia agire un personaggio, in un modo cui non avrei mai pensato ma congruo con la
storia, è sorprendente e per me fonte primaria di motivazione a continuare. Nonostante
abbia scritto da sola racconti vincitori in vari concorsi, preferisco lavorare
con altri autori. La risposta ufficiale alla domanda inespressa è perché è
stimolante, ma una vocina fastidiosa
insiste a dire, perché sei tanto pigra come autrice quanto attiva come
persona, sempre alle prese con interessi vecchi e nuovi, meglio se nuovi, tutti
fonti di distrazione. Davanti a due strade, una diritta e l’altra tortuosa,
ovviamente scegli la seconda.
Va be’, è la mia natura, sono del
segno dei Gemelli!
Come scrittrice sono maturata
tardi, dopo la pensione, forse perché prima, mentre lavoravo in Sanità
Pubblica, ero troppo impegnata a vivere intensamente con le persone le loro
storie, le emozioni belle e brutte. È stato l’incontro con Miriam Donati e
Giuseppe Milanesi che mi ha fatto scattare la voglia di scrivere con loro e non
li ringrazierò mai abbastanza per aver accettato la mia proposta da cui è nato La
svolta, romanzo finalista nel concorso Dentro l’amore 2019, pubblicato da Edizioni
Convalle. Questo romanzo mi è caro in quanto primigenio e formatore. Infatti è
stata un’ottima seppure difficile palestra per il nostro trio.
In questa avventura legata alla
scrittura, ho scoperto che un valore aggiunto della pubblicazione è il contatto
con le persone, una parte fondamentale e gratificante nel mio lavoro
precedente, che ho ritrovato nelle presentazioni dei libri. Sono grata ai
lettori per i loro commenti, per la condivisione di riflessioni, per l’essere
accomunati dal piacere dalla lettura; sono fonte continua di ricchezza e mi
fanno scoprire tra le righe della storia, parti di me stessa che, consciamente,
non avevo notato. In questi mesi di isolamento per la pandemia ho sentito la
loro mancanza e sono impaziente di riprendere le presentazioni sia de La svolta
sia della riedizione di Delitti nell’orto - Le prime indagini della sciura
Marpol, edita da Edizioni Convalle, arricchita di una nuova parte e dalla bella prefazione di Giuseppe Milanesi.
Non mi resta che salutare citando
uno scrittore migliore di me: Giulio Giorello. “Se non potete avere tutto
inseguite il meglio”.
Nella foto, Anna Maria Castoldi
E ora conosciamo meglio
Miriam Donati
Buongiorno a tutti,
Sono nata a Milano e vivo a nord
della città, a Garbagnate Milanese.
Fin da piccola la cosa che mi
attraeva di più erano i libri, una seduzione ininterrotta, ma non ho mai
pensato di scrivere.
Ho studiato lingue e ho svolto
l’attività lavorativa di area manager in aziende private commerciali, spesso
all’estero, soprattutto Russia e Cina.
Una volta raggiunta la pensione ho
deciso di scrivere la storia della mia famiglia perché non andasse perduta la
memoria di quanto accaduto a nonni e genitori e per lasciarne traccia alle
nipoti.
Mai avrei pensato che da quel
momento in poi la scrittura sarebbe diventata una passione così importante da
cambiarmi la vita, anzi facendomene iniziare un’altra. Tutti i programmi di
intensificare i miei interessi compressi dal lavoro e i miei hobby si sono in
parte volatilizzati anche se non ho mai rinunciato all’acqua. Se credessi nella
reincarnazione direi di essere stata nella vita precedente una creatura acquatica.
L’acqua mi rilassa, mi rigenera, mi fortifica, mi fa riflettere e volare, non è
un ossimoro, i delfini volano. E sempre nell’acqua trovo le svolte per i colpi
di scena o i conflitti per le mie storie.
La memoria è uno dei leitmotiv che
mi accompagnano nella scrittura, un mondo irto di difficoltà, eppure
meraviglioso, perché un racconto, un paragrafo, una frase o anche un solo
vocabolo fanno scoprire qualcosa di sé che non si sapeva nemmeno di possedere
e, nello stesso tempo, aprono al mondo e allo scambio con gli altri. Questa
sensazione è ancora più accentuata dal riscontro immediato con la scrittura a
quattro o a sei mani, come successo ne La svolta, il romanzo che, arrivato in
finale al concorso Dentro l’amore, è stato pubblicato da Edizioni Convalle.
Il coautore è lo specchio in cui ti
rifletti, con cui ti confronti e, a volte, ti scontri, una terapia
psicanalitica. Infatti, con i miei amici coautori, due dei tre moschettieri
(come ci chiama affettuosamente Stefania) Anna Maria, acuta e tagliente, e
Giuseppe, generoso e accogliente, ci ripetiamo spesso che la condivisione e
complementarietà nella scrittura comune funzionano da autoterapia e catarsi
collettiva perché, privilegiando i meccanismi di intreccio e contenuto,
ridimensionano il nostro ego.
Anche l’aspettare i tempi degli
altri e rispettarli, aiuta a trovare nella lettura di quanto scritto
quell’imprevisto impensabile, quella deriva inaspettata; per dirla come il
titolo del libro, quella svolta che si pone come una sfida a sperimentare
cercando nuovi percorsi e nuovi obbiettivi.
Generalmente tendo a scrivere di
luoghi e situazioni che conosco meglio, ma proprio per la voglia di sfide di
cui dicevo poc’anzi, non mi dispiacciono puntate in territori inusuali e non mi
riferisco solo ai luoghi, ma a mondi possibili e a percorsi mentali opposti ai
miei.
Con Anna abbiamo scritto due
romanzi gialli: Delitti nell’orto e Fughe e ritorni con una protagonista
sui generis: un’ottantenne che stravolge lo stereotipo della nonnina tutta
torte e uncinetto, anche se non disdegna di lavorare anche a maglia e cucinare.
Anche questa è stata una sfida, volevamo riaffermare la vitalità, l’arguzia e
non solo la saggezza delle donne anziane.
L’incontro fortunato con Stefania
ci ha permesso di ripubblicare il primo con una indagine supplementare e una
prefazione ad hoc fatta da Giuseppe Milanesi. Scoprire che il libro le è
piaciuto così tanto da affezionarsi alla sciura Marpol non ci ha fatto solo
piacere, è stato un vero e proprio premio.
Il bello della scrittura è che
porta a leggere ancora di più e a confrontarsi con gli altri autori e con i
lettori. E i lettori, quelli che assistono alle presentazioni dei libri, sono
proprio l’altra affascinante scoperta avvenuta dopo la pubblicazione delle opere.
A parte le domande di rito o quelle
legate alla curiosità per la scrittura a più mani, la gratificazione più grande
è la conferma di chi ha già letto il libro e si è riconosciuto in una
sensazione, in una descrizione, in un comportamento o in un personaggio in esso
narrato. Che dire poi di chi si raccomanda: «Se nel prossimo romanzo mi fate
morire la sciura Marpol vi tolgo il saluto!»
Verrebbe voglia di abbracciarli e
baciarli tutti.
Nella foto Miriam Donati
E infine, conosciamo meglio
Giuseppe Milanesi
Ciao a tutti,
sono nato in campagna, in una
nebbiosa notte di novembre in provincia di Cremona e vivo dall’età di sei anni
nell’hinterland milanese.
Diplomato perito agrario, (le
radici prima o poi le ritrovi), ho frequentato anche la facoltà di Agraria
dell’Università degli Studi di Milano senza terminarla, per affrontare il mondo
del lavoro dove ho svolto il ruolo di responsabile di produzione, dapprima in
aziende del settore florovivaistico, nell’industria chimica per oltre vent’anni
e in quella alimentare a fine carriera.
Ho sempre considerato di primaria
importanza la letteratura e l’arte e di quest’ultima mi interesso, in
particolare, di musica e di pittura. Ho cominciato tardi (ai tempi delle
superiori) a leggere gli autori del Neorealismo, per passare poi ai grandi
giallisti e ai romanzieri in genere. La natura, il rugby e la buona tavola sono
tra le mie passioni principali.
Ho scritto la mia prima opera nel
2006, e quello che era iniziato come uno scherzo alla fine si è concretizzato
in un romanzo: La tela del ragno, edito da Ennepilibri. Da allora l’entusiasmo
è stato tale che ho continuato a scrivere semplicemente per il piacere di
farlo; in prevalenza storie di genere noir e thriller che si sono tradotte in
raccolte di racconti edite, ma non disdegno raccontare storie di
vita che creano spunti per la riflessione. Alcuni di questi lavori sono stati pubblicati con lo pseudonimo di
Emil Ganesi.
Avevo già un’esperienza passata di
scrittura condivisa in quanto proprio il mio primo romanzo è stato scritto a quattro
mani assieme a mio fratello Erminio, ma con La svolta mi sono lanciato
nell’avventura di scrivere con altre due autrici. Ho conosciuto Anna Maria
Castoldi e Miriam Donati a un corso di scrittura e devo dire che da subito tra
noi c’è stato feeling, se non altro per la voglia di mettersi in gioco, per la
volontà di riuscire a scrivere qualcosa di interessante senza pensare per forza
di volerla pubblicare. Ci siamo riusciti e il risultato finale è stato così
entusiasmante da desiderare invece di proporlo proprio per la pubblicazione;
l’abbiamo pertanto iscritto al Premio Letterario Dentro l’amore 2019 di
Edizioni Convalle, arrivando tra i tre finalisti. Il romanzo è piaciuto molto a
Stefania Convalle, che lo ha dato alle stampe nell’ottobre dello stesso anno.
Lavorare a uno scritto, per di più
un romanzo, con altre due persone, non è solo molto difficile, direi che è quasi
impossibile perché ognuno ha il proprio stile, il proprio modo di vedere le
cose e il proprio carattere. Si rischia la lite. Bisogna obbligatoriamente
entrare nell’ordine di idee che gli altri sono bravi almeno quanto te, o anche
più bravi, e quindi hanno sempre qualcosa da insegnarti. All’inizio è stata
dura, soprattutto per me che avevo una punta di presunzione per aver già pubblicato, ma più passava il tempo più mi rendevo conto che le critiche, i
tagli e le correzioni di Miriam e Anna miglioravano la storia, la sua
struttura, la grammatica. Sono sicuro che anche loro la pensino allo stesso
modo. Il risultato che abbiamo ottenuto con molta fatica è frutto, oltre che di
ricerche su luoghi e attività, di un grande lavoro di continua revisione, il
che ci ha permesso di ottenere un romanzo di buona qualità che ci è stato
sottolineato da più parti.
Ritengo che la più grande
soddisfazione per chi scrive sia il riscontro dei lettori: al di là delle copie
vendute (indice peraltro importante), non c’è cosa più appagante che sentirsi
dire con sincerità che il proprio libro è stato apprezzato. È vero, spesso
scriviamo per il nostro piacere ma, in verità, è solo la soddisfazione dei
lettori che ci rende estremamente felici.
Nella foto Giuseppe Milanesi
I tre Moschettieri, così mi piace chiamarli per la grande complicità e solidarietà che c'è tra loro: si vede al primo sguardo.
Ho conosciuto prima Anna Maria e Miriam alla festa di compleanno della libreria Ghirigoro e ricordo che è scattata subito la simpatia. Così le ho invitate a partecipare al premio Dentro l'amore col loro inedito, scritto insieme a Giuseppe Milanesi, La svolta.
Li ricordo sul palco, finalisti, ad attendere il verdetto: che emozione!
La suspance sul palco...
Non sono arrivati primi, ma il romanzo era talmente bello che è stato ugualmente pubblicato.
Un romanzo che ha iniziato il suo cammino con successo e chissà quante altre belle sorprese ci riserva!
Tra l'altro, ci tengo a sottolineare che gli autori hanno deciso di devolvere i diritti d'autore a scopo benefico, quindi acquistare il romanzo produce due effetti: quello di regalarsi una bella opera, scritta bene e tanto tanto tanto coinvolgente, e di aiutare i più deboli.
Ma mica finisce qui, la storia!
Le due moschettiere Anna Maria e Miriam mi hanno proposto di pubblicare in una nuova edizione Delitti nell'orto e così ho letto questo giallo tutto particolare, facendo anche la conoscenza della loro sciura Marpol. Devo dire che leggendo l'opera ho pensato che sono delle peperine come lei, per questo il personaggio è venuto loro così bene e credibile!
E lui, il terzo moschettiere? Intanto dormicchiava? Eh no! Giuseppe Milanesi ha curato una raccolta di racconti tra fiaba e sogno, con la collaborazione di alcuni autori di Edizioni Convalle. Presto vedrà la luce anche questo progetto.
Mi aspetto grandi cose dai miei Moschettieri, perché sono un insieme di penne di alta qualità e poi con i loro caratterini frizzanti potranno andare solo lontano, verso grandi risultati.
Alla prossima
dalla vostra
Stefania Convalle