Parlo di me. “In che senso?” direbbe uno dei personaggi dei film di Carlo Verdone. Spesso c’è il rischio di costruirsi un’immagine ad hoc, soprattutto quando lo si fa per una rubrica e in forma scritta. Una sottile linea di timidezza alimentata anche da un difetto di pronuncia del fonema /s/ ha attraversato la varie fasi evolutive delle mia vita. Questa mia debolezza si manifestava da ragazzo, ma anche da giovane, con comportamenti un po’ impacciati e con improvvisi e incontrollati rossori al volto, più evidenti soprattutto quando mi dovevo relazionare con il gentil sesso. Tuttavia ancora oggi i miei amici d’infanzia marchigiani, quando mi capita di incontrarli, mi ricordano come un “leader” del gruppo. Per superare questa mia condizione psicologica giovanile cercai con caparbietà, nel corso degli anni, di far tesoro degli insegnamenti e delle idee appresi attraverso le molte letture di libri e lo studio di autori importanti nei vari campi del sapere. Pure la conoscenza e l’amicizia di uomini e donne con cui condividevo esperienze lavorative o l’impegno culturale hanno contribuito ad arricchire la mia sensibilità. In questo modo si è formata la mia visione del mondo, sentendo dietro le spalle il vento del 1968 che spirava forte.
L’insegnamento nei diversi gradi di
scuola l’ho vissuto con grande passione di ricerca per dare più incisività alla
mia azione educativa e formativa nei
confronti dei bambini e dei giovani studenti. Credo molto nel potere della
parola e del linguaggio consapevole del fatto che “il potere appartiene sempre
a colui che sa rendersi padrone delle parole”. Considero la lettura dei libri e
l’esercizio della scrittura un bisogno umano e sociale oltre che strumenti
indispensabili per alimentare la conoscenza, sebbene oggi dopo tanto leggere e
studiare mi accorgo sempre più di non
sapere niente. Una volta ho letto questa metafora riguardo alla conoscenza: “La
conoscenza è come una sfera, più si ingrandisce più aumenta la sua superficie
di contatto con l’ignoto”. Resta comunque valida la massima: “Se sai, sei ; se
non sai, sei in balìa d’altri.” Ci
tengo a precisare, per non sembrare troppo serioso e monotono, che mi piace
molto fare dell’umorismo e rido volentieri alle battute spiritose quando sono
in compagnia. Mi rende felice la buona cucina, gli incontri conviviali, e
quando al ristorante leggo il menu, è come se
leggessi una poesia scoprendo
anche quanta bellezza ci sia.
Ringrazio Stefania Convalle, scrittrice e coraggiosa editrice, per avermi dato l’opportunità di pubblicare la mia prima raccolta di poesie e di racconti, "Oltre le emozioni", invogliandomi a proseguire su questa strada. Ora Stefania fa parte della sfera delle persone che ho avuto la fortuna di incontrare e, grazie a lei, di conoscere persone che come me coltivano la passione della scrittura e della letteratura.
Ma quella più bella credo sia la pubblicazione di "Oltre le emozioni", la sua silloge poetica.
Questa, forse, è stata una presentazione un po' diversa dalle altre, ma credo che con Nello ci sia stata una fusione di intenti che ci vedono impegnati, ognuno in varie direzioni, in nome dell'arte e solo dell'arte.
Questo lo muove. Questo mi muove.
Questo ci muove.
dalla vostra
Stefania Convalle