Volevo solo avere più tempo

Volevo solo avere più tempo
Il nuovo romanzo di Stefania Convalle

mercoledì 27 giugno 2018

Numero 310 - Il gioco letterario dell'estate - 27 Giugno 2018



IL GIOCO LETTERARIO DELL'ESTATE

Poteva mancare la garetta dell'estate? Certo che no!

E allora partiamo.

GIURIA

5 Blogger giudicheranno gli elaborati che arriveranno.

Simona Coppero
http://luoghidilibri.it/

Serena Donvito
http://www.ladoppiavitadeilibri.it/

Loredana Gasparri
http://delfurorediaverlibri.blogspot.com/

Rosanna Lia
https://lanarratricedisogni.altervista.org/

Virginia Villa
https://www.leggindipendente.com/

Leggeranno i testi man mano che arriveranno e che posterò qui nel Blog, e alla scadenza dei termini mi trasmetteranno i loro punteggi.
Attribuiranno ad ogni testo un voto da 1 a 5

A conti chiusi verranno comunicati i 
tre testi che avranno ricevuto più voti.


COSA SI VINCE?

I tre testi che saliranno su podio
saranno letti sul palco durante la serata finale della 
quarta edizione del Premio Letterario "Dentro l'amore" 
- a breve lancerò il bando -
e quindi il premio sarà
visibilità 
durante un evento importante.


COME SI PARTECIPA

Bisogna inviare il proprio testo in 
formato word
 allegandolo alla mail che invierete a:
steficonvalle@gmail.com
Oggetto: IL GIOCO LETTERARIO DELL'ESTATE

Sarà gradita una piccola presentazione di sé nella mail 
e il 
MI PIACE 
alle Pagine di Fb:

Dentro l'amore
https://www.facebook.com/DentroLamore/

Edizioni Convalle
https://www.facebook.com/solobelleopere/


TEMA DEL CONCORSO

Il tema è libero.

MA
e qui viene il bello
dovrete scrivere un racconto di massimo
CENTO PAROLE.

Chi mi conosce come guida dei laboratori di scrittura, sa che amo la sintesi e la porto avanti a spada tratta.
Saper raccontare una piccola storia 
- coinvolgendo ed emozionando il lettore -
 è una grande prova di abilità.

Non una parola di troppo, non una parola di meno.

Scegliere accuratamente ogni vocabolo.

Vediamo cosa saprete fare ;-)

Per farvi capire meglio, vi faccio un paio di esempi.
Così sapete cosa intendo.


CENTO PAROLE: UNA STORIA
Stefania Convalle
(Tratto dalla raccolta di racconti "Dentro l'amore")


Chiudo il gas. La valigia è pronta.
Me ne vado. Dove? Via.
Un ultimo sguardo. Tornerò? Non lo so.

Chiudo la porta, non giro a chiave. Venite pure, ladri, ciò che conta è con me: la mia anima, il mio cuore.

Salgo in auto. Dio, che sensazione di libertà! Magnifica. L’autostrada è libera. Velocità di crociera. Il braccio appoggiato al finestrino abbassato. La musica a tutto volume. Canto. è questa la felicità?

Guardo il sedile a fianco. No, non  è questa la felicità.
Tu non ci sei più.

...

D.J. NELLA NOTTE
Stefania Convalle

Un piccolo studio dalle pareti verdi, il mio vestito di questa notte. Lo indosso volentieri, amo questo lavoro fatto di parole sussurrate a un microfono, radioascoltatori nottambuli che chiedono attenzione.

Notte stellata a tutti, cari amici che mi seguite, chi c’è in linea?

La telefonata arriva e rimbalza sulle pareti. La voce roca e impastata di alcool trascina parole di solitudine e disperazione.
Come ti chiami?
«No» risponde lento «chiedimi come mi chiamavo.»

Off-line.


SCADENZA PER L'INVIO DEI TESTI

15 SETTEMBRE

...

Tutto chiaro?

Direi che allora possiamo partire!
Buona scrittura a tutti e non cercate di corrompere le blogger perché anche se conosceranno la paternità  dei testi in gara, saranno obbiettive e incorruttibili! :-D



TESTO IN GARA 
NUMERO 1

Non se ne ricorderà più nessuno…
di
Francesco Meccariello


Che idea balzana! Come ho potuto fare una cosa tanto insensata? In quel catino, in presenza di tutta quella gente… Non so, mi dispiaceva per quel giovane, non ricordo neanche il suo nome… non sembrava un cattivo diavolo! Ho provato a salvarlo, ma poi hanno voluto quel farabutto di Barabba! Così, mi sono fatto portare dell’acqua e mi sono lavato le mani davanti a tutti! Che cosa ridicola, più ci penso, più mi pare assurda. Ho visto che anche il centurione ridacchiava. Pazienza! Non è il caso di preoccuparsi: già domani, non se ne ricorderà più nessuno…


TESTO IN GARA
NUMERO 2

La giornata dei bambini
di
Melissa Zaninetti

È ora di andare al mare! Lì c'è sempre da fare! Si nuota, si corre e si mangia il gelato... E ci si diverte a perdifiato.
Guarda che bello, il mare è agitato... Ma attenzione, il bagno non si fa, altrimenti il bagnino si arrabbierà! Ma domani il sole ci sarà e il bagno si farà.. tuffandosi nel mare blu e facendo a tutti CUCÙ.
Ma ecco la sera che divertire ci fa, con la giostra e il teatrino... Ma che bello sarà!
È vero, al mare c'è sempre da fare. Per noi bambini è un gran lavorare.

TESTO IN GARA
NUMERO 3

Monotonia
di
Valeria Dolmark

Apro gli occhi, allungo il braccio, spengo la sveglia.
Mi alzo.
Vado in bagno, faccio la pipì, mi lavo le mani, i denti, la faccia.
Mi osservo allo specchio.
Sono sempre io, con una ruga in più, e un grammo di sorriso in meno.
Mi trucco, ammicco, mi pettino.
Indosso un vestito.
Esco.
Guido nel traffico, arrivo in ufficio.
Bevo il caffè, accendo il computer, faccio una telefonata e vado in riunione.
Pranzo veloce, caffè e sigaretta. Dovrei smettere. Inizio domani. Sì, domani.
Lo dico tutti i giorni.
La monotonia mi ucciderà presto, più del fumo.
Devo trovare una soluzione.



TESTO IN GARA
NUMERO 4

Depression, Redemption
di
Jojo Nadine

L’infrangersi delle onde. Un eterno tramonto. Il silenzio assordante di una macabra danza di anime.
Dormire continuando a star svegli. Un petto vuoto ancora ritmico. Affogare continuando a respirare. Essere vivi… non esserlo davvero.
Dita che affondano tra i granelli di sabbia. Pugni che si serrano. Uno sguardo, perdersi; un altro, ritrovarsi.
Sollevarsi.
Un passo.
Un altro.
L’orizzonte alle spalle, un silenzio infranto da uno strusciare cadenzato. Una morte perpetua, una resurrezione continua. Un destino diverso. Scegliere.
Camminare decidendo l’inizio, spostarsi dalla fine. Un cielo aranciato che sfocia nel lilla. Il mare immenso alle spalle.
Un sorriso.
Vivere.   


TESTO IN GARA
NUMERO 5

Un gioco di cento parole
di 
Laura Sala

Cento parole, un tema a scelta! Questo è il compito, e un foglio bianco davanti a me.
Un gioco, una prova, una sfida! Ansia!
Ce la farò ad essere all’altezza? E chi lo sa! Sono stata coinvolta e ci provo! Poi vada come vada!
Tanto cosa avrei da perdere? Avrei solo da guadagnare. La fiducia in me stessa in primis e un arricchimento letterario in aggiunta.
Ma quante parole ho già scritto con tutti questi pensieri?  Sono al limite ma l’essere stata coinvolta mi ha fatto sentire importate e quindi al di là di tutto forse ho già vinto! Dovevo giocare con te ma ho sfidato me!



TESTO IN GARA 
NUMERO 6

La storia in una foto
di
Costanza Trotti

«Forza con quella cassettiera, è l’ultimo mobile da portar via.» Non ascolta Georg, intento ad aprire i cassetti dove sua nonna, una vita da maestra, conservava lettere, disegni, righe di pensieri.
Come mai questo cassetto non si apre, pensa mentre continua a tirare, finché con uno strattone salta fuori un rotolo di fogli.
È un quaderno di altri tempi, con la copertina nera e le pagine dai bordi rossi.
Una foto in bianco e nero scivola dalla prima pagina, dove ghirlande di fiori racchiudono il nome di Gerda Taro.
La storia del mondo in un barlume di luce.



TESTO IN GARA 
NUMERO 7


L’Altalena
di
Michele Fierro

Quel lento oscillare sotto la spinta del mio braccio.
La falda della tua gonnellina rossa illuminata dal sole di primavera. E la primavera è vita, lo è sempre stata.
Da un estremo all’altro dell’arco che descrivi, vedo svolazzare i tuoi capelli, prima davanti ai tuoi occhi e poi oltre le tue spalle. Quegli stessi capelli che stasera spazzoleremo cento volte insieme, prima di andare a letto.
Mentre ti guardo, sto già pensando alla fiaba che ti racconterò.
E ce la metterò tutta.

La voce del buon padre che cerco di essere e il cuore di madre che non potrò mai.



TESTO IN GARA
NUMERO 8

Nero assoluto
di
Carmen Gulino


“Come quando la luna si nasconde  dietro una coltre di nubi tumultuose e la notte, che già era buia, diventa un tutt'uno con gli abissi  del mare. Ecco oggi mi sento  come un naufrago perso in quel nero assoluto”.
Elena, assorta in questi tristi pensieri, guardava la pioggia che cadeva a dirotto in quella notte di fine estate. I temporali estivi le erano sempre piaciuti, era come se, con la loro impetuosità, potessero lavare i mali del mondo.
Ma quella sera no, ci sarebbe voluto un tornado per sciogliere la tristezza che aveva dentro. 
O forse sarebbe bastato un Amore?


TESTO IN GARA
NUMERO 9

Il guerriero inconsapevole
di
Riccardo Simoncini

La manina stringe forte la mia.
È quella di un bambino, ma è un guerriero inconsapevole.
Lui il nemico non lo sa.

Siediti qua, dice picchiettando sul materasso bianco accanto a sé. Non cerca alleati. Cerca ciò che dovrebbe essere, l’amore che soltanto conosce.
Non si spiega il perché di questi giorni.
Resta qua, mi dice. Giochiamo. Io di guerre non ne so.

Stringe ancora la mia mano.
Sorride alla vita che, bastarda, ha sferrato il primo colpo.

Così piccolo da stare in un abbraccio.
Interamente contenuto in un bacio.
Gentile come l’innocenza.

È già guerriero e non lo sa.


TESTO IN GARA
NUMERO 10

L'Amore che non avrò più
di
Veronica

Ho suonato. Sento il lento cadenzare dei tuoi passi dietro la porta e fra un po' apparirà il tuo viso.
Mi porti in cucina, dove stai esaminando dei documenti.
Stai perdendo completamente la vista, ma non demordi, gli occhiali inforcati e una lente d'ingrandimento nelle tue mani, osservi attento ogni riga, inclinando un po' il capo.
Quanta tenerezza!
Nessun lamento per la tua condizione, invece tanto coraggio e voglia di vivere sempre e comunque.
O forse era quello che volevi farmi credere per non darmi dispiacere, per darmi forza, la forza dell'amore.
Quello vero.
Hai lasciato un vuoto incolmabile.




TESTO IN GARA 
NUMERO 11

Tempesta di stelle
di
Emma Barberis


Sara posa il bicchiere di vino rosso sul tavolo, si alza e lentamente si avvia verso la porta di casa. Dalle scale un alito di aria fresca, i pensieri ondeggiano liberi. 
È  incredibilmente felice adesso e vorrebbe gridarlo alle stelle.
Basta ordine, basta equilibrio. 
Basta con la meticolosa ricerca di un amore concreto e affidabile.
Lui è l’amore, lui l’unica inesauribile fonte di progetti e sospiri che tormentano e inebriano la vita fin dall’alba.    

Perché la notte finirà di sicuro e con lei la fuga di una fanciulla che non sarà più Sara, ma Suor Maria Sara.      



TESTO IN GARA
NUMERO 12

Ultimo capello
di
Claudio Fulin

Da quanto tempo non vedo più un pettine! Mamma mia!
Anni fa ogni giorno ne incontravo qualcuno.
Avanti... poi indietro, a destra… a sinistra, poi di nuovo indietro… Era come fare ginnastica, anzi meglio, era come fare l’amore!
Un mese fa ho perso l’ultimo compagno di cranio; era dall’altra parte, non l’avevo mai visto fino a quando non è rimasto lì sul cuscino; poveraccio...
Era anche un po’ grigio.
Ormai non riesco più a parlare con nessuno.
Con i capelli degli altri non c’è dialogo, ti prendono solo per i fondelli: «Robinson Crusoe, quando abbandoni l’isola?»
Solo.
Ultimo capello!

TESTO IN GARA
NUMERO 13

La colonna sonora della nostra vita
di
Silvana Carolla


Estate 1989.
Sole. Mare. I Bee Gees suonavano: "Stayin’ Alive".
Incontro lui: Biondo, fisico asciutto.
Io, ragazza acqua e sapone: mora, pelle dorata.
Trovo il modo per avvicinarmi a lui; ma a lui già è scattato il colpo di fulmine. Con passo felpato si avvicina. Mi prende per mano. Scatta il primo bacio sotto il tramonto di quando il cielo diventa arte.
Un anno dopo: Sposi.
Anni dopo: tre figli. Un amore incondizionato.
Morale della favola? Nostra figlia sta scrivendo di noi e del nostro amore.
2018. Ancora ascoltiamo i Bee Gees: ‘How deep is your Love’.
Fine. 



TESTO IN GARA
NUMERO 14

Sul tee di partenza di una buca da golf
di
Simona Riva


La palla è davanti a te, tra i tuoi piedi, in posa sul tee aspetta solo di essere colpita.
Uno sguardo in fondo al green, alla bandiera, semplice vessillo di gloria.
Lo spazio ti invita a percorrerlo.
Ricorda il ritmo: uno e due … Lento il back, fluido il down- swing.
Rilassati, nella discesa guida il braccio sinistro, dimenticati la spalla destra. Fidati, solo così puoi volare.
Bang!
Vola, vola, sta’ su…  È impagabile il transfert che ottieni da un colpo alto e profondo che copre un’ampia distanza tra te e la bandiera. Voli insieme alla palla, per davvero!


TESTO IN GARA
NUMERO 15

Solo un ricordo di noi
di 
Vincenzo Gammone


1996, scuole elementari. Amicizia puerile. Io, vittima di bullismo.
Inizio 2001 scuole medie, il destino volle riunirci.
Lunghissime serate a guardare serie televisive. Week-end organizzati nel centro di Napoli.
2012 conobbi lui, colui che adesso, è la mia metà. Da lì ti iniziai a sentire di rado. Ultimo ricordo di te: il mio diploma di danza.
Dopo cinque anni il mio cuore si frantumò, scoprendo il tuo trasferimento in una nuova città.
Sogni che mi turbano la notte su di te, e mi chiedo il perché?
Spero che in noi c'è ancora una piccola fiamma.



TESTO IN GARA
NUMERO 16

Brucia l'amore
di
Maria Rita Sanna

Ecco, arriva colei che ha cura di me, le sue mani mi sfiorano, mi nutrono, mi danno la vita. Col mio calore la scaldo nelle lunghe sere d'inverno, le offro il cibo dorato e profumato.
Soffia l'alito, la sua fede mi infiamma, è forte il suo desiderio di vedere il mio furore; le sfioro le guance, ma stavolta non si allontana, accetta sorridente le mie effusioni. E mi appassiono, vedo i suoi occhi lucenti, le bacio i capelli, lambisco il collo, avvolgo il suo corpo, inizia la favola. Brucia l'amore.
Io sono fuoco, saremo insieme per sempre.


TESTO IN GARA
NUMERO 17

Dentro la luna
di
Elisa Calabretta

«Da quassù è tutto diverso» disse Erick spalancando i suoi occhi grandi, seduto comodamente sulla luna.
«Come ci sei arrivato fin qui?» chiese stupito David, svegliandosi dal torpore al suono di quella voce. 
«Ho chiuso forte gli occhi. E tu invece?» 
«Quando avevo la tua età feci la stessa identica cosa.»
«E cosa ci fai ancora qui?» 
«Guardo il mondo con gli stessi occhi di allora. Mi piace sedermi sulla luna e dondolare lontano dai pensieri immerso come te nella fantasia che profuma di realtà.» 
Si guardarono e si strinsero forte senza toccarsi. 



TESTO IN GARA
NUMERO 18

Mittente sconosciuto
di 
Lucrezia Medici

Sorseggio una tisana dal gusto menta e cioccolato.  Fuori piove: la melodia delle gocce mi accompagna nella notte.
Cerco un film sul computer,  sperando di riuscire a dormire.
Compare un messaggio in chat.
Lo apro: mittente sconosciuto.
«Come stai?»
Ignoro il messaggio.
«Luana, tutto bene?»
Sa il mio nome. Ma in chat uso uno pseudonimo.
Ansia. La conosco bene: arriva ogni sera, dopo la notte dell’aggressione.
«Che film hai scelto?»
Ora rispondo.
«Chi sei?»
«Uno che ti conosce bene.»
«Tu sai il mio nome. Voglio sapere il tuo.»
«Roberto.»
L’incubo era tornato. 



TESTO IN GARA
NUMERO 19

Le parole raccolte nel bosco
di
Silvia Messa

Cripta. Conosci il significato? Nascosta, eppure piena di luce. Come l’intesa tra anime e corpi. Addormentarsi alla morte, tornare fanciulli alla vita. Qui possiamo. Per questo segreto tastiamo pietre erranti, seguiamo sentieri di ere remote, fantasmi di glaciazioni. Tu le chiami per nome. Io conosco solo il gusto delle fontane, delle mandorle, delle rose vecchie, seguo vanesse, lucertole...
Meditiamo su un prato, illuminati dai girasoli, dal passaggio delle nuvole in cielo.
La Bestia della leggenda, il drago pernicioso, le sue corna sono un’inutile fesseria, abbandonata alle soglie del bosco come una teleferica arrugginita.
Cielo e terra si confondono, piove.
Scendiamo.


TESTO IN GARA
NUMERO 20

Il tesoro più grande
di
Casey Thompson

«Fammi vedere cosa c’è dentro.» disse elettrizzato Michele.
«Giù le mani!» intimò Alice «L’ho trovato io, e poi sono la più grande.»
I due fratelli non riuscivano a credere di aver trovato quello scrigno nella soffitta dei nonni, e cercavano d’immaginare quali tesori potesse nascondere.
Mentre la polvere, illuminata dal chiarore che entrava dal piccolo abbaino, danzava intorno a loro, Alice passò le dita lungo la fessura e, lentamente, sollevò il coperchio.
«Ma è solo un libro.» sbuffò Michele deluso.
«No…» lo riprese la voce della mamma, arrivata di soppiatto alle loro spalle «quella è la porta verso nuove avventure.»


TESTO IN GARA
NUMERO 21


Cosa chiede un libro
di
DanielaNicoletti

Vivo su questa mensola impolverata, tra oggetti ormai dimenticati.
Prendimi un’altra volta. Saprò risvegliare in te forti emozioni.
Solleva la copertina rigida e sbiadita, tra i fogli ruvidi e ingialliti, sentirai il profumo di una rosa che hai riposto molto tempo fa.
Vorrei che sfiorassi con le dita ogni riga soffermandoti su virgole e punti; forse la storia che ho da raccontare non la ricordi più.
Sono invecchiato con te, non abbandonarmi. Portami ovunque andrai, saprò farti compagnia.
Aspetta non avere fretta, vai avanti…
Leggi fino all’ultima parola… Fino a quando scoprirai antiche memorie avvizzite dal tempo.



TESTO IN GARA
NUMERO 22

Apollo e Dafne 
di 
Stefania Castiglione


Una mano cinge stretta il fianco che sfugge alla sua presa.
Piedi che sfidano il vento e vorrebbero essere trascinati via, mentre lentamente tutto si trasforma in fiori profumati.
Gambe che non sostengono più il corpo, ma diventano un tronco dal profumo di resina e braccia che si allunga verso il cielo, divenendo alloro.
La pelle è diventata corteccia dove serrare ogni battito di cuore.
Il giovane, colto da brama d’amore, stenta a credere a ciò vede, non potrà mai più stringerla tra le sue braccia.
Occhi negli occhi per l’ultima volta, prima di restare solo un ricordo.


TESTO IN GARA
NUMERO 23

L’orizzonte
 di
Annamaria Blogna

Al di là di quella linea dove il mare si tuffa per rinascere, c’è la libertà. La libertà si chiama Grecia o Italia, si chiama mare e a volte anche morte.
Lei sapeva che non era sempre stato così, sua madre glielo ricordava tutti i giorni. Quella sera l’aveva portata sulla spiaggia per giocare, aveva detto. Poi erano arrivate altre persone. Lei l’aveva abbracciata, le aveva messo una borsetta al collo  dicendole: «Devi andare via da qui, via da me: devi vivere». Due baci sulle guance salate e si era allontanata.
Per lei ora, cullata dalle onde, c’era solo l’orizzonte.


TESTO IN GARA
NUMERO 24

 Sad waters
di
Tania Mignani

Lei, senza forza di opporsi, si era lasciata trascinare dalle colleghe; non fosse stato altro che per sfuggire a quattro fette di bresaola plastificata e al rumore assordante di un telefono che, da tempo, non suonava più.
Lui metteva dischi per passione in quel chiosco al confine tra cemento e solitudine.
Lei sollevò lo sguardo dalla fetta di anguria e lo incontrò.
Lui riconobbe nei suoi occhi le note di una canzone, l’unica che lei desiderasse ascoltare.
Interruppe il tormentone dell’estate fra le proteste dei presenti e le regalò quella melodia.
Lei gliene sarebbe stata grata per tutta la vita.


TESTO IN GARA 
NUMERO 25

Nel tuo sguardo
di
Nadia La Pira

Indosso impotente il camice bianco.
Tu sei lì. Stanza 10.
Stringi in mano un cuore rosso.
Rosa profumata su un letto di spine.
Ossigeno, flebo, sondini.
«È nostra figlia… aiutatela».
Un padre, una madre, inermi.
Agosto 2016, crudele sentenza!
Lotta cruenta.
Fotografie tutt'intorno, testimoni d'eterna Bellezza.
Entro piano nel tuo sguardo, tu nel mio.
Sacro istante senza tempo.
«Posso perdere una battaglia ma MAI un minuto della mia VITA!» dicesti un giorno.
VITA...Tutta piena! Tutta bella! Tutta tua!
29 anni. 25 Luglio 2018.
Ultimo tramonto.
Scende il sipario.
Signori, si chiude!
Il Cielo è di nuovo mio!

(Buon viaggio Giuliana - Grande Guerriera)


TESTO IN GARA
NUMERO 26

L’alba della vita
di 
Elisa Giovene

Risveglio. L’alba. Un’alba, da godere nella sua totale intensità. Già rivista, probabilmente, ma del tutto nuova nella sua particolare veste giornaliera. Un nuovo giorno, un misterioso percorso da seguire, talvolta amaro, talvolta carico di quella fragranza che la vita offre. Gioie condivise, forse no, ma ugualmente ricche di forti sentimenti. L’alba della vita, quale incantevole alchimia, quale meraviglioso evolvere, non si rimanga indifferenti dinnanzi a tale divenire e nell’intraprendere il nostro cammino, si abbia consapevolezza che il miracolo della vita ancora una volta è stato realizzato. Risveglio. L’alba. Resto ancora a guardarla, anche da lontano.


TESTO IN GARA

NUMERO 27


Il temporale
di
Tiziana Mazza

Lampi di luce squarciano il buio della notte. Tutto intorno è silenzio. Un rombo di tuono riecheggia potente nell’aria risvegliando la gente che resta in attesa.
All’inizio è solo un leggero ticchettio, poi diviene sempre più intenso: gli Dei in cielo piangono tutte le loro lacrime, all’unisono, fino a prosciugarsi.

È ormai mattino, all’orizzonte compare l’arcobaleno: è nato un nuovo giorno, promessa di speranza e di felicità.


TESTO IN GARA
NUMERO 28


Il Terremoto
di
Marcella Manca

Tutto trema: la terra, l’acqua, l’aria... i nostri vecchi cuori. Il terrore ci entra nelle viscere e ci ferisce, facendoci sanguinare dentro.
Non possiamo più scappare: le scale, già rovinate dallo terremoto precedente, traballano, come la nostra vita.
«Nasconditi sotto al tavolo, Maria. È un posto sicuro.»
Mia moglie si accuccia con me: l’abbraccio, proteggendole la testa con le mie grosse e rugose mani, le accarezzo i capelli grigi e le sussurro il mio amore eterno.

Un vuoto nella pancia, un boato e le nostre anime chiedono perdono a Dio. Ma il terremoto inghiotte, famelico, corpi e preghiere.



TESTO IN GARA

NUMERO 29

Verbena e gelsomino
di
Giovanna Lucenti


Fu una decisione presa solo per stanchezza.
Una settimana al mare, noi due soli,unicamente, per rendere più respirabile, ai nostri figli, l'aria di casa.
Un viaggio fatto di silenzi,sguardi assenti, parole non dette.
La casetta era lì, immersa nel verde e nell'odore del mare vicino.
Entrando, un profumo inaspettato mi accolse, come  ricordo che improvviso ti assale, vagava per le stanze, soffermandosi più intenso, nella penombra di una camera.
Com'era lontano il rumore del mondo, com'era vicina la tua mano... chiedeva  un po' di tregua.

Fu una meravigliosa vacanza, complice, chissà... un mazzetto di fiori raccolti di fresco: verbena e gelsomino.



TESTO IN GARA

NUMERO 30

Assenza
di
Marilena Mascarello
Sai, non so più chi sono, ma  so quanta sofferenza  c’è tra questi muri con il vuoto dentro.

Basterebbe volgere lo sguardo a quella fessura verso il prato e tornare a esistere, ma non sono abituata ai colori e la luce mi fa paura.

Sento rumori lontani, assordanti, non più l’allegria e la dolcezza dei suoni che amavo.

C’è stato un tempo che il mio cammino era luminoso e correvo!

Poi mi sono fermata e c’eri tu, ma non c’era più la strada.

Sai, ora abbatterò questi muri e, nel sole e tra i colori, tornerò a correre nella luce.



TESTO IN GARA


NUMERO 31

Loquacità
di
Maria Grazia Pozzo

Mare, in questi giorni ho chiacchierato:
- con il barista ogni dopo pranzo: «Due caffè, per favore!»
- con la cameriera una volta al giorno: «Una bottiglia di acqua»
- con il giornalaio per ben due volte: «Un biglietto del bus»,«Un giornale, qualsiasi»
- con la vicina di ombrellone: «Oggi il mare è sporco…»
- con uno sconosciuto sulla passeggiata, la sua nipotina con un grande sorriso sdentato: «È felice, questa bimba!», «Sì, ma dorme poco»
- con mio marito, qualche volta.
E poi finalmente arriva lei, signora settantottenne seduta sugli scogli con  gran  voglia di parlare: minuti di pura gioia.
Viva  le vacanze!


TESTO IN GARA
NUMERO 32
L’ultimo esame
di
Giancarla Peduzzi

Il nonno era ormai quasi sordo. Tifoso del Milan, la domenica pomeriggio ascoltava le partite alla radio. Nella mia stanza arrivava l’eco della telecronaca e quando c’era un gol un boato mi faceva sobbalzare. Dovevo studiare, ma non riuscivo a concentrarmi.


Quella domenica ero nervoso, il giorno dopo avrei dovuto sostenere il mio ultimo esame. E quel rumore che proveniva dalla sala mi infastidiva sempre di più. Andai di là arrabbiato, ma vedere il nonno seduto sulla poltrona mezzo addormentato mi fece tenerezza. Perché scuoterlo? Perché urlargli addosso? Afferrai un cuscino. Poi spensi la radio. 
Il giorno dopo presi 30.



TESTO IN GARA
NUMERO 33

Addio
 di 
Giusy Sciacca

Quello sarebbe stato il loro ultimo incontro.
Un muto fotogramma sbuffante rabbia e traboccante di lacrime.
Il fischio di un treno, pronti via.
Mozzicò qualche parola oramai lacera a pugni stretti.
Inutile qualsiasi tentativo di inversione dei flussi emotivi, dunque. E’ il non ritorno.
La sua vita si disciolse sotto una fitta pioggia di promesse infrante.
Spesso amare significa scoprire il fianco al proprio carnefice.
Voltò le spalle e andò via in silenzio.
Dietro di sé una scia di zagara profumata, un fazzoletto stropicciato e l’eco dei suoi tacchi rossi sul bagnato.
 Addio.
E’ ora di ripartire.


Da se stessi.