Volevo solo avere più tempo

Volevo solo avere più tempo
Il nuovo romanzo di Stefania Convalle

martedì 8 marzo 2022

Numero 401 - L'Elogio dei colori - 12 Marzo 2022


Nei laboratori di scrittura che conduco mi piace proporre esperimenti che mettano alla prova la penna e la capacità di andare a fondo rispetto a ciò che si scrive.
Ho assegnato un "compito" particolare, scrivere l'elogio di un colore.
Il risultato è stato un arcobaleno di parole dalla profondità e originalità degne di nota, e anche istruttivo!
E quindi ho deciso di condividere con voi, cari lettori, queste meraviglie! Certo, nel gruppo del laboratorio su Facebook, l'elogio è stato letto da ogni autore in una diretta e vi assicuro che l'impatto emotivo di chi ascoltava è stato totale, ma anche leggere "solo" i testi, credo che per voi lettori sarà una bella esperienza. Riporto, dunque, i testi integrali che gli autori hanno letto in una diretta nel laboratorio e per questo motivo potrete notare alcuni passaggi come se ci fosse un video (riferimenti a pareti colorate alle spalle di chi legge, per esempio). 

Già che ci siamo, vi ricordo che la nuova sessione dei laboratori di scrittura creativa (e non solo) ripartirà a settembre, prenotate il vostro posto, se vi interessa.

E a voi, autori e autrici che vi siete cimentati in questa prova, vi rivolgo tanti complimenti perché avete scritto dei piccoli grandi capolavori! Sono proprio tanto orgogliosa di come avete svolto questo "compito", super super super!

Li proporrò qui in ordine alfabetico, prendetevi il tempo e leggeteli tutti: meritano davvero!

p.s. al momento in cui pubblico questo numero del blog, manca ancora qualche Elogio che inserirò successivamente.

Buona lettura!



ELOGIO DELL’ARANCIONE
Cinzia Baroni



Credo che la scelta del colore che Stefania ha fatto per me, sia data dallo sfondo che vedete alle mie spalle. Questa ormai, è la mia postazione per le dirette con voi.
Ebbene sì, l’arancione. E allora se in casa ho non una, ma ben due pareti arancioni, qualcosa vorrà dire, no?
Ma basta parlarvi di me, inizio con il vero e proprio elogio a questo colore.
L’arancione è il colore della gioia, è legato al Sole e in particolare all’aurora, ma anche il tramonto lo rappresenta bene.
Viene preferita l’alba in quanto simboleggia l’inizio, o meglio la nascita.
A livello spirituale è legato al secondo chakra che ne rappresenta l’energia sessuale e di riproduzione, e più in generale alla buona salute fisica. Non a caso i monaci tibetani si vestono così.
È un colore che se utilizzato in cromoterapia è un ottimo antidepressivo, e dal punto di vista fisico aiuta il metabolismo e l’appetito. Basta infatti indossarlo per sentirsi pervasi dal buonumore.
L'arancione è composto dal rosso e il giallo, due colori primari. Mescolandoli si ottiene - appunto - l’arancione, chiamato colore secondario. Non me ne vogliano i rispettivi genitori, giallo e rosso, non lo definisco certo io un colore secondario, solo all’anagrafe è battezzato così. Perché lui è unico e insostituibile.
Ora immaginiamo una girandola di quelle dei bambini, su ogni pala sono alternati frutti e fiori, dagli aranci ai mandarini, dai tulipani alle margherite, questo è lo spettacolo che la natura ci dona a ogni stagione in un ciclo perfetto.
La corniola appartenente alla famiglia dei quarzi è una pietra ornamentale; collane, orecchini e anelli aiutano chi li indossa a essere razionali e fiduciosi in sé stessi, in una parola: a splendere.
E gli amici animali dove li mettiamo? La volpe è arancione e astuta per antonomasia, la tigre è forte con la sua zampata graffiante, senza dimenticare il mitico micio Garfield, buono e coccoloso.
Potremmo parlare dei piatti arancioni, sia di ceramica che di alimenti, ma non voglio che questo elogio somigli alle rubriche tanto di moda in cui si parla di cibo e ricette a oltranza.
Per cui mi sono lasciata come ciliegina sulla torta il Fuoco.
Sua maestà il fuoco. 
Rappresenta la forza profonda, permette l’unione dei contrari, è simbolo di rigenerazione della natura.
Le sue lingue danzanti disegnano diavoli o cuori a seconda del momento, dando lo scettro di creatività a questo colore, che definirei liquido per la capacità di assumere ogni forma e andare ovunque.
Riassumendo, gioia, solarità e creatività sono il biglietto da visita di questo colore.

 ***


ELOGIO DEL COLORE BLU 
Graziella Braghiroli



Si dice che l’uomo primitivo non conoscesse il blu. Lo si evince dalle splendide pitture rupestri che ci ha lasciato in eredità; per la maggior parte, scene di caccia in cui trionfano i marroni, gli ocra e il nero, nessun segno dell’esistenza del blu. Eppure avrà ben visto sopra la testa quella vastità blu, molto più limpida di quella che vediamo noi, offuscata dall’inquinamento. Neanche la Bibbia, l’Iliade e l’Odissea menzionano il colore blu, e sì che in quegli scritti, di mare, se ne parla.
I primi che usarono il blu furono gli Egizi utilizzando il prezioso lapislazzuli per i loro arredi funerari. Chi non ricorda la magnifica maschera blu e oro del faraone Tutankhamon?
Da allora l’ascesa del blu non ha avuto tregua.
Dagli affreschi di Pompei ai giorni nostri, tanti artisti hanno avuto la folgorazione per quel colore: Marc Chagall, ad esempio, ha spesso rappresentato i suoi personaggi in uno splendido cielo blu violetto. Si dice addirittura che Domenico Modugno abbia scritto la famosissima “Volare” proprio dopo aver visto un quadro dell’artista.
Per quanto riguarda l’abbigliamento, il  blu, per lungo tempo, non è stato dei più “gettonati” visto che i vestiti della plebe erano di quel colore. I ricchi e i nobili preferivano il bianco, il rosso e il nero. Inoltre il blu, secondo gli antichi romani, era attribuito ai barbari visto che si dipingevano il viso di quel colore per spaventare il nemico.
Tutto cambiò quando il re di Francia, Luigi IX, il re santo, iniziò a vestirsi unicamente di blu. Tutta la nobiltà, i ricchi e i potenti d’Europa adottarono quel colore. È a quel tempo che risale lo stemma dei re di Francia: dei gigli dorati in campo blu.
Anche ai  giorni nostri, il blu è il colore della classe dirigente, dei politici, degli uomini di Stato, pare trasmetta sicurezza e affidabilità. Ci vogliamo credere?
Dicono che il blu sia un colore freddo. Secondo me è invece un colore emozionante. Avete mai visto il cielo in alta montagna? O al mare, quando il tramonto cede il passo alla notte? Io sì, e ogni volta mi convinco che non ci sia un colore più bello del mio amato blu.
E se fosse una questione di imprinting? Il  primo ricordo che ho di mia madre è quello di una bella ragazza bionda con un vestito blu pervinca a pois bianchi. Ancora adesso, quando penso a lei, la immagino in un bellissimo posto con indosso quell’abito che mi piaceva tanto.
Potrei andare avanti ore a parlare del colore blu e delle sue virtù. A proposito, lo sapete che ci sono anche i bambini blu? Indaco, per la precisione, pare sia una generazione di bambini con capacità eccezionali se non addirittura soprannaturali, il nome blu deriva dall’aura che li circonda. Ma questa è fantascienza.
Piccola chicca per finire. Ho appena acquistato un’autovettura. Indovinate la definizione del suo colore secondo la casa automobilistica? Era quasi scontato: blu dipinto di blu.

***

 


UN GRIGIO DI RAZZA
Stefano Buzzi
 


Se chiudo gli occhi e penso al grigio, per associazione di idee mi ritrovo subito in una strada deserta. Una qualsiasi, una via di paese come tante: edifici su tutti e due i lati, qualche insegna che ha visto parecchi inverni e macchine parcheggiate rivolte verso il confine con un altro paese.
Sono lì avvolto nella nebbia, da solo, nel silenzio totale, sotto una pioggerellina finissima.
Sono lì e mi sento a casa. Mi sento come se quel quadretto dipinto dal tempo novembrino mi appartenga.
Sarà che dentro io mi sento così. Sarà che ci sguazzo, nel crogiolare pensieri uggiosi e difficili che sanno di tormenti e fastidi. Sarà che non mi lascio stare proprio mai.
Ecco perché se potessi decidere di diventare il protagonista di un quadro, saltandoci dentro come Bert e Mary Poppins, non indugerei a gettarmi a capofitto in uno di quei dipinti dove il tema del grigio sia predominante.
Ho l’anima grigia. Che dopotutto non è mica un male. Sto esattamente a metà strada tra il nero e il bianco, anzi, oscillo un giorno verso il candore e tanti altri verso le tenebre. La sinusoide del mio umore mi tiene compagnia da sempre.
Trovo sia meraviglioso un paesaggio avvolto dalla nebbia, ci vedo tutta la metafora della vita. Navighiamo a vista verso luci poco nitide.
A pensarci bene, poi, grigi sono anche i miei capelli, nonostante la mia giovane età.  E non parlo di adesso che ormai quello che rimane è bianco, ma di come fin da poco più dei venticinque anni ho iniziato a brizzolarmi.
Non lo posso negare: una fortuna in quanto a fascino e successo con l’altra metà del cielo. Non che io abbia mai raggiunto livelli dalle cinquanta sfumature di grigio, ma certo, non mi posso lamentare.
Anche se, sono convinto, ha sempre avuto più peso il grigio della mia anima che quello dei capelli.
Perché il grigio è un colore che incuriosisce. È ambiguo e poco chiaro. Un colore che non svela, ma che offusca proprio come in quel quadretto sotto la pioggerellina avvolti nella nebbia, che cerchiamo la strada per raggiungere una meta.
E nella nostra natura è vita cercare nuovi orizzonti. È vita non accontentarci.
E attorcigliarci stretti al nodo di quel che manca a raggiungerli. Nella grigia atmosfera dell’insoddisfazione.
Cosi è per me. Un grigio di razza. 

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ELOGIO DEL BIANCO
Elena Caio
 


Che cos’è il bianco, è un non-colore? No, è l’insieme dei colori, ma che non si vedono. Almeno secondo me.
Tutto attorno a noi è bianco e non solo quando è ammantato di neve. 
In genere, appena si nomina la parola bianco, arriva per contrapposizione il suo antagonista: il nero. Bianco e nero come una scacchiera, come i tasti di un pianoforte. Ma il bianco è un colore esigente, forse non adatto a tutti. Comunica sicurezza a chi ha una grande autostima.
Le ballerine rinchiuse nei loro tutù volteggiano diafane come steli di fiori la cui corolla esplode in un trionfo di bianco. Restando nell’ambito della danza, una donna che ne ha omaggiato e che ha fatto da portabandiera a questo colore è sicuramente Carla Fracci. Infatti era soprannominata Il cigno bianco. Da qualche mese sfreccia per le strade di Milano un tram della Linea1 a lei dedicato con una scritta Grazie Carla. Tram interamente colorato di bianco.

E parlando di moda, chi non possiede una camicia bianca nel proprio guardaroba? È  un capospalla che di sicuro non può mancare neppure negli armadi più androgini. Indice di eleganza e raffinatezza, una camicia bianca risolve sempre, sia che si voglia essere eleganti o sportivi.   
Nella tradizione cinese e indiana si attribuisce il colore bianco al lutto, alla morte e ai fantasmi.

Restando in Italia, simbolo di purezza, il giglio bianco è anche l’immagine della città di Firenze. Non a caso una certa fazione di guelfi al tempo di Dante era detta di parte bianca. in contrapposizione alla parte guelfa nera. Ma perché? Si narra che  in pieno Rinascimento fosse nata una lite tra i figli di primo e di secondo letto in una delle più influenti famiglie toscane. Furono divisi con questo appellativo per il colore dei capelli, essendo quelli di primo letto più anziani. Rimanendo in Toscana, non si può non citare il marmo di Carrara, famoso e pregiatissimo, veniva utilizzato per capolavori dell’arte come il David di Michelangelo o Amore e  Psiche del Canova. Anche la torre di Pisa è rivestita di marmo di Carrara, infatti non a caso è stata proposta come una delle sette meraviglie del mondo moderno.

Il bianco riconduce spesso a situazioni positive. Tuttavia vi sono condizioni in cui non è proprio così. Per esempio in alcuni modi di dire:  

- Andare in bianco. È un’espressione che indica qualcuno che non ha consumato un atto d’amore o che non ci sia riuscito. 

- Trascorrere la notte in bianco: significa non prendere sonno. Deriva dalla tradizione medioevale quando la sera prima dell’investitura l’aspirante cavaliere veniva vestito con abiti rigorosamente bianchi  e lasciato a digiuno per tutta la notte sveglio a pregare.

- Issare bandiera bianca è segno di resa ma anche di tregua e di armistizio.

Ho lasciato per ultimo quello che per me è il simbolo del bianco in assoluto: la Luna. È la nostra luce nell’oscurità delle tenebre anche se da buona cancerina, essendo l’astro che influenza il mio segno zodiacale,  non l’ho mai presa troppo sul serio. Infatti ogni volta che alzo la testa e guardo il suo grande occhio bianco mi sembra di sentirla canticchiare: E guardo il mondo da un oblò, mi annoio un po’…

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ELOGIO DEL BIANCO

Martina Campagnolo



Questo colore da molti viene interpretato come assenza di colore, ma in realtà è l'insieme di tutti gli altri. Nero e bianco hanno molto in comune, più che essere l'uno l'opposto dell'altro. Sono colori assoluti, intransigenti, evocano tutto o niente. Il bianco è il primo tra tutti i colori, rappresenta la libertà, la pace, la purificazione, un nuovo inizio. Bianca è la luce. Le sensazioni del bianco rimandano alla purezza, incoraggiano l'ordine e la chiarezza mentale. E trasmette positive sensazioni di luce e di armonia.

A livello inconscio, indossare il colore bianco ci proietta all'interno di noi stessi. È sinonimo di candore, di spiritualità, di connessione con la parte ultraterrena presente di ognuno di noi. Infatti, è il colore usato dagli asceti delle popolazioni asiatiche.

In psicologia il colore bianco è sinonimo di leggerezza. Simboleggia il raggiungimento di un obiettivo senza pesi, senza aspettative, disinvolti e delicati. Senza quelle fastidiose sensazioni che tirano verso il basso, che opprimono e affaticano.

Il bianco è come un libro aperto, non si nasconde, neutrale e indipendente, spesso perfezionista, critico verso sé stesso e degli altri. Ma con un grande desiderio di semplicità. Al bianco non si mente, basta una macchiolina e la magia è svanita.

I filosofi diedero vari nomi al bianco, che non citerò. Eppure, l'opera al bianco nel processo alchemico era quella che, dopo la nigredo - opera al nero - conduceva all'albedo, alla rinascita, al risveglio interiore, all'illuminazione, alla primavera, all'aurora.

E quando gli alchimisti raggiunsero il bianco dissero che la vita aveva vinto la morte, la terra e l'acqua erano diventate spirito, il cielo e la terra si erano uniti in matrimonio.

I poeti hanno sempre cercato di catturare quell'attimo quando il sole varca la porta delle tenebre e l'alba celebra l'unione tra il mondo terreno e il cielo con il colore dell'ala bianca che viaggia nelle tenebre, primo annunzio del sole.

Non a caso è uno dei colori più visibili e utilizzato anche da madre natura: le magnolie e i gigli d'acqua si vestono di bianco per invitare i coleotteri, che non ci vedono granché bene, a farsi impollinare. Inoltre, bianca è la neve spumosa che avvolge le strade e i boschi, e li ammanta di una dolce purezza. Bianchi sono i bucanevi, dal nome evocativo, che si affacciano in questo periodo dopo un lungo silenzio della natura e che ammantano di bianco i nostri boschi.

Bianco è il giglio, simbolo di purezza. E la rosa bianca che simboleggia uno degli affetti più sinceri e disinteressati: l'amicizia.

Ed è una colomba bianca quella che sorvola i cieli in segno di pace. Quella pace tra i popoli che vorrei tanto adesso.

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ELOGIO DEL VERDE

Maria Grazia Conti

 


Mi è toccato il verde e sono felicissima perché, secondo me, non è stato un colore che abbia goduto sempre di grande fama; lo voglio rivalutare e desidero che anche voi ne apprezziate le qualità.

Mi piace utilizzare, modificandola a mio uso, una famosa frase di Metastasio, dicendo dovunque il guardo io giro,  oh verde io ti miro!

Verde è l’erba che ricopre i prati, verdi sono le foglie dalle svariate gradazioni, che formano i manti degli alberi; è il colore principale della primavera nelle sue svariate sfumature, verde è l’acqua profonda dei laghi e dei mari che nella loro immensità si perdono a vista d’occhio!

Gran parte degli alimenti vegetali è di colore verde: il verde è segno della presenza della clorofilla, che cattura l'energia  del Sole della quale le piante si nutrono. Per questo il verde è il colore della natura.

Ma voglio rendere giustizia a questo colore, ricordando alcuni illustri esempi in cui assume un suggestivo simbolismo. (Dante etc). Sono descrizioni tenere e potenti che non avrebbero sortito lo stesso effetto con un altro colore e se Dante ha scelto il verde ci deve far riflettere.

Il verde è un colore secondario formato dall’unione del blu e del giallo, pertanto ha in sé le caratteristiche di entrambi, superandoli per una certa ambivalenza. Con tale termine non alludo a un’accezione negativa, ma alla ricchezza della sua simbologia.

Il verde è il simbolo della vita, della fortuna, della speranza, ma anche del veleno, della sfortuna e del diavolo. Per tale motivo in pittura non è sempre stato apprezzato. Fu Goethe, per primo, nella sua “Teoria dei colori”, a considerare la tinta verde rasserenante e a raccomandarne l’impiego nei locali destinati al riposo e al convivio.

Il verde è il colore dell’equilibrio e dell’armonia, il colore più rilassante dello spettro, diffondendo sensazioni piacevoli e rassicuranti. Colore dalle notevoli capacità lenitive è infatti alla base della cromoterapia che lo utilizza per i suoi effetti  di rilassamento.

Per chi interpreta i colori sotto l’aspetto psicologico, si può dire che sia il grande bilanciatore tra testa e cuore: non a caso è da sempre considerato il colore della natura, santuario contro lo stress della vita moderna, che ci aiuta a riportare in noi un senso di benessere e rilassamento. L'esposizione al verde provoca una serie di effetti benefici come rilassamento della muscolatura, riduzione dello stress, senso di calma, recupero fisico. Sembra migliori anche la riflessione e la creatività. Ha il potere di calmarci e allo stesso tempo di caricarci di energia. Nella terapia cromatica funziona come rimedio per ansia, rabbia e per ritrovare calma interiore, soprattutto se in una tonalità scura.

È per antonomasia il colore della speranza, della salute e della guarigione, difatti gli ospedali utilizzano sale di colore verde perché ha una tendenza calmante sui pazienti.

Proprio perché ll verde trasmette fiducia e sicurezza è uno dei colori simbolo del Natale.

Ma perché il verde piace tanto? Essendo un colore “naturale” risulta il più rilassante, e il migliore per sostenere il buon umore. Il nostro organismo è inoltre come predisposto a reagirvi in modo positivo.

Che dire di più? Guardate il famoso ritratto in verde di Tamara de Lempizka e nessuno di voi vorrà rinunciare ad avere un capo verde nel guardaroba.

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GRIGIO

Alessandra D'Angella

 

Archetipo dell’incontro tra l’inizio e la fine, grigio è il tono che precede qualcosa: grigia è la rugiada sui petali dei fiori prima che venga giorno; grigio è il colore del cielo prima di un temporale che spazza via le nubi e sgombera la mente dai cattivi pensieri, per lasciare spazio all’infinito.

Ma grigio è anche il culmine del cammino: i capelli di coloro che hanno accumulato esperienza e sono stati baciati dal privilegio della vita, il solco sul volto tracciato da una ruga che ha tanto da raccontare, la schiena curva di una donna che ha vissuto sporcandosi le mani con quella terra che si prepara a chiamarla a sé, il colore dei delfini d’argento che nuotano sull’orizzonte.

Grigio è poi l’equilibrio perfetto tra la luce e il buio, la sosta, la tregua, la necessità di fermarsi a pensare prima di trovare un compromesso tra ciò che è e ciò che vorremmo che fosse.

Grigia è la sfumatura tra il tutto e il niente; è il colore dell’equidistanza, della ragione, del pensiero, l’unica cosa in cui siamo davvero liberi.

Grigia è la mina della matita che riempie il foglio delle forme dell’esistenza, il mare apparentemente calmo sotto il quale si scontrano le correnti più impetuose.

Grigie sono molte fasi della vita di ciascuno di noi, in cui non è mai tutto bianco o tutto nero. In mezzo ci sono mille sfumature che spesso non siamo nemmeno in grado di cogliere o che non riusciamo ad apprezzare, ma che ci spingono nella direzione che scegliamo di prendere o verso la quale inconsapevolmente ci porta il destino.

Grigio è il colore dell’ombra che percorre la nostra stessa strada ed è tanto più intensa quanto più forte è la luce che ci illumina; l’irrinunciabile compagna che non potremo mai perdere, ma nella cui ricerca più recondita riusciremo sempre a smarrirci. Un paradosso forse, al quale però non possiamo sfuggire.

E proprio come il bambino che non voleva crescere, talvolta rifiuteremo di riconoscerla come parte di noi, penseremo di averla perduta, salvo poi ritrovarla guardandoci dentro con occhi attenti. E così scopriremo che in fondo quell’ombra è il riflesso della nostra anima, lo specchio della nostra coscienza, il completamento del nostro io.

Grigia, allora, sarà la voce che ci chiederà di ascoltare.

 

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ELOGIO AL COLORE GIALLO

Silvana Da Roit



Il giallo è un colore da prendere con i guanti, con riguardo e attenzione, guanti gialli per l’appunto. Sì, perché l’espressione trattare con i guanti bianchi, ci è giunta trasformata. Trattare coi guanti bianchi è un modo di dire nato alla fine dell’Ottocento, in Francia, dove la frase originaria era trattare coi guanti gialli, considerati il massimo dell’eleganza e della raffinatezza; ma finita la moda divennero rapidamente “bianchi”, riferendosi a quelli usati per la lucidatura degli argenti o lo spolvero di delicatissimi oggetti quali cristalli e porcellane, che dovevano esser maneggiati con estrema delicatezza e gentile cautela.
Detto ciò, secondo molti studi sociologici, il giallo è un colore apprezzato più dai bambini che dagli adulti. Chi non ha in mente i loro primi disegni paesaggistici dove il Sole giallo è sempre presente? Certo, il Sole con la sua luce, l’energia, il calore, capace di calamitare lo sguardo. Non per nulla nella gamma dei colori abbiamo creato il giallo evidenziatore su cui l’occhio si sofferma con più frequenza e non per nulla è un colore molto utilizzato nelle operazioni di marketing, dove il prodotto di questo colore o segnalato attraverso esso diventa facilmente distinguibile. Un esempio su tutti il giallo Simpson, ovvero la pelle, colorata di giallo, dei personaggi di quella serie di cartoni animati. In effetti, il giallo è il colore che si distingue più facilmente rispetto agli altri. Altrimenti, perché gli autobus e i taxi spesso hanno quel colore? Il creatore dei Simpson e la casa distributrice hanno solo pensato allo zapping dell’utente di fronte alla tv e al potere del giallo di fermare la sua attenzione su quel tipo di spettacolo. Altro che simbologia e terzo chakra a cui la filosofia orientale associa il giallo!
E vogliamo parlare della collana Il giallo Mondadori pubblicata per la prima volta nel 1929?
Il nome e soprattutto il colore caratteristico della copertina hanno dato vita a un genere altrimenti definito poliziesco o mutuato dall’inglese detective story. In questo contesto è il colore del mistero indagato e risolto con la luce dell’intelletto.
In psicologia il giallo è associato alla positività, alla leggerezza tipica della gioventù. Allora, come non menzionare la canzone degli anni Sessanta Bandiera gialla o il programma radiofonico omonimo di Arbore e Boncompagni? La bandiera gialla era quella che in tempi lontani sventolava sulle navi degli appestati, come simbolo di pericolo, che dovevano sostare in quarantena. Allo stesso modo, i generi musicali catalogati sotto l’etichetta “bandiera gialla” erano quelli fino ad allora banditi dalla radio italiana, ma che non avrebbero smesso di risuonare perché la rivoluzione musicale era alle porte.

Ma l’elogio più alto al colore giallo si trova nella poesia di Emily Dickinson intitolata: La natura usa il giallo più raramente.

La Natura usa il Giallo più raramente

Di ogni altra Tinta –

Lo serba tutto per i Tramonti

Prodiga d’Azzurro

Consuma lo Scarlatto, come una Donna

Che il Giallo si permette

Solo di rado e con misura

Come le Parole di un Innamorato –

Con questi versi, anche se oggi non c’è il Sole, m’illumino di giallo.

***




ELOGIO AL COLORE GIALLO

Serenella D'arpino



Ho amato questo colore sin da ragazzina. Mia madre indossava un vestito giallo, che nascondeva le sue rotondità in un'estate d’attesa.

Il colore dei capelli di mio fratello ricordava il campo di grano.

All’asilo ho imparato a colorare il Sole, le api, i fiori.

Crescendo ho scoperto che il mio carattere è giallo: la positività, l’ottimismo, la giocosità e il buonumore sono protagonisti delle mie giornate anche quando il giallo del Sole è oscurato dal nero delle nuvole.

Il giallo è il colore più prossimo alla luce.

Il fiore magico del girasole si identifica con la vita.

Il giallo è il colore ufficiale della Ferrari, fu scelto dal patron Enzo in onore della città di Modena, che ospitò la scuderia dal 1929 al 1943. Sullo sfondo dello stemma del cavallino rampante troneggia il giallo oro.

Giallo oro è il vestito della signora ‘‘da un certo languorino” prontamente accontentata da Ambrogio che le porge il gustoso cioccolatino incartato nella stagnola. Chissà se quella donna così elegante ha assaporato il Moscato di Terracina, vino dal colore giallo paglierino, dai riflessi dorati, che mantiene i colori di quelle uve baciate dal sole che illumina il Tempio di Giove.

Spostandosi a sud, in Campania, d’estate, sotto il caldo cocente ci si può deliziare con il profumato limoncello, un liquore dal colore giallo intenso, risultato dei limoni macerati nell’alcool.

Poi la magia dello zafferano che colora di un giallo tenue le pietanze.

In primavera gli arbusti di mimose fiorite regalano all’olfatto e alla vista uno spettacolo unico.

Il giallo canarino è il colore del Frosinone Calcio, la mia città.

Il marchio della divisa che indosso al lavoro è una grande margherita gialla.


***






BIANCO
Barbara Galimberti
 


Uno degli spettacoli della natura che ci emoziona di più è l’arcobaleno.
Quante volte dopo il buio del temporale, il cielo si è aperto nella sua maestosità, trasportandoci, per pochi minuti, come per magia, nel gioco dei colori dell’arcobaleno.
Ecco, in questi giorni i suoi colori sono legati a un importante messaggio, che forse, tutti noi dovremmo comprendere e magari, diventarne portavoce.
Ma, se parliamo di rispetto, di uguaglianza e, soprattutto di libertà, la mia mente mi porta a pensare al bianco e a quella colomba, simbolo di pace, che vorrei potesse aprire le sue meravigliose ali e iniziasse a volare in tutti quei luoghi del mondo, che sembrano tanto lontani, ma che in realtà sono molto più vicini di quel che pensiamo. La Terra non è poi così tanto grande.
Mi piacerebbe che quella bianca colomba potesse essere vista da tutti gli uomini, da tutte le donne, da tutti gli occhi del mondo, così da poterne capire la forza e l’importanza.
Il bianco è un colore affascinante e luminoso.
La scienza lo definisce acromatico, per la sua capacità di riflettere tutti gli altri colori.
È stato Newton nel 1666, che per primo, ci parlò della composizione della luce, utilizzando un prisma di vetro, nel quale fece passare un raggio di luce bianca, che nell’uscire venne scomposta nei sette colori fondamentali dell’arcobaleno.
Il bianco è un non-colore, perché in realtà è la somma di tutti gli altri colori, è semplicemente senza tinta. La sua caratteristica è proprio la purezza e la forza. La psicologia, spesso, lega i colori, con tutte le loro sfumature, agli esseri umani, perché in realtà ci possono aiutare a esprimere emozioni, ma solo il bianco ci porta nella parte più intima di noi stessi, ci aiuta a non nasconderci, ci insegna ad aprirci agli altri, e in qualche modo, è così potente da permetterci di guardare lontano, verso un futuro più puro e luminoso.
Il bianco è il colore delle spose, è il colore di quelle tovaglie poste su quelle piccole o grandi tavole, che non fanno altro se non raccontare la storia delle famiglie del mondo.
Il bianco è così forte e potente da essere vissuto da tutti noi come simbolo di quel luogo dove la pace e la libertà trovano la loro massima espressione. È proprio questo non-colore a mostrarci la perfezione.
Indosso spesso abiti bianchi, non perché io sia perfetta, anzi, ma perché il bianco mi lascia una sensazione di tranquillità e mi trasmette quella forza per riuscire a guardare avanti e provare a fare un piccolo passo nella mia vita e trovare quell’energia, che mi permetta di superare le mie paure, i miei timori.
Non sento il bisogno di correre, ma solo di camminare piano, con fermezza e serenità.
È proprio il bianco di questa pagina, dove le mie parole scorrono una dopo l’altra, che mi sta aiutando a parlare con tutti voi.
Ed è proprio in questo momento, che vorrei poter vedere quella colomba bianca portare la luce nell’oscurità della guerra.

 ***



ELOGIO AL COLORE NERO
Giusy Li Vecchi



Innanzi tutto posso dire che a me il Nero piace molto, e userò la maiuscola perché è il protagonista di questo scritto.
Fino a qualche anno fa era l'unico colore che indossavo, ora ho introdotto anche qualche altra tinta ma lui rimane il mio preferito, diciamo che lo uso anche un po' per nascondermi.

Ma di questo colore non colore, che per ottenerlo bisogna combinare nelle giuste dosi i primari rosso, altro colore che adoro, giallo e blu, devo fare l'elogio, e quindi ho dovuto documentarmi, perché non ho mai pensato a quali potessero essere i lati positivi del Nero, mi piace e basta.

Unitamente al bianco/grigio, lo uso, quasi sempre, nel mio modo di rappresentare fotograficamente il mondo, questo perché nel catturare un'immagine mi concentro sul contenuto e a volte il colore toglie attenzione, distrae, così lo evito.

Nell'immaginario collettivo il Nero viene considerato il colore della fine ma, proprio per questo, anche l'origine di ogni nuovo inizio, dopo il buio più assoluto arriva la luce e quindi la rinascita.

Per trovare tutte le cose positive del Nero, e quindi fare questo elogio, ho dovuto documentarmi e ho trovato tanti Neri che nemmeno avevo mai sentito nominare, per esempio il Nero bitume composto da fonti minerali, il Nero fumo ottenuto principalmente dal carbone, il Nero avorio che ha una derivazione animale, il Nero di campana che non è più accessibile, il Nero di manganese che è un composto biatomico, che non so cosa voglia dire ma dopo questo compito mi documenterò, il Nero caffè, che mi ricorda Fiorella Mannoia che nel lontano 1981 cantava Caffè nero bollente, e non so perché anche Pinuccia Sassone che a sua volta mi ricorda la Mannoia, il Nero carta, corno di cervo, tedesco, lampada, Marte, nocciola (che se è nocciola non capisco come faccia a essere nero), il Nero minerale e credo altri ancora.

Mentre il mondo in generale attribuisce al Nero significati nefasti, il popolo Masai crede che la pioggia e la fertilità arrivino ai loro villaggi proprio dal Nero e dalle nuvole, e per quanto riguarda le nuvole direi che non ci siano dubbi.

Nel mondo del Nero ci sono anche le pietre usate come talismani, indicate quali minerali positivi, perché dicono assorbano la negatività, come l'onice nera. A proposito, me ne dovrò procurare una da tenere in tasca, o sempre in mano, vedrò.

Nella cromoterapia è collegato al chakra dei piedi, perché dicono che incanali le energie.

Per gli antichi Egizi era considerato sacro alle divinità, simbolo di conoscenza e interazione con l'universo.

Altra chicca che ho trovato è che una leggenda narra che tutto l'universo ebbe inizio dall'esplosione di una minuscola onice nera.

Tornando indietro parecchio, insieme al rosso e al bianco, il Nero fa parte delle prime tinte utilizzate dall'uomo per le pitture rupestri.

Ma non si può elogiare il nero senza citare la lingerie, di sicuro noi donne abbiamo nel cassetto un completo intimo nero che abbiamo sfoggiato almeno una volta nella nostra vita amorosa, proprio perché sexy.

Insomma, il colore delle grandi occasioni, e non si può non ricordare che Chanel - non la figlia di Totti ;-) - nel 1926 lanciò, nel mondo della moda, il tubino nero, o come lo aveva definito lei "petite robe noire", abitino nero.

Comunque, un punto fermo del nero è quello che è indubbiamente elegante e sfina! 

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  ELOGIO DEL COLORE ROSA
Giovanna Agata Lucenti


Chissà perché mi piace pensare che tutto abbia avuto inizio con il colore rosa. Che la prima alba del mondo abbia squarciato le tenebre più fitte proprio colorando di rosa tutta la creazione. Non per niente Omero, nell’Odissea, chiamava Eos, la divinità dell’aurora, la dea dalle dita rosate e Lucrezio usò la parola roseus per descrivere l’alba nel suo poema “De rerum naturae”.

Il rosa è il più etereo, astratto, immateriale dei colori: nasce dalla fusione tra la forza del rosso e l’equilibrio del bianco e da sempre ha rappresentato la dolcezza, la tenerezza e la delicatezza, forse per questo è il colore preferito dalle persone romantiche e da chi non ama l’aggressività.

Rosa è lo sguardo di bene che ognuno di noi vorrebbe lanciare verso il futuro, per coprire le brutture e le ombre di questo mondo.

Anche alle pietre preziose di questo colore si attribuiscono proprietà calmanti, lenitive, adatte a far riposare corpo e mente. Fra queste la più famosa è il quarzo rosa o Rosa di Francia ma c’è anche la tormalina, lo zaffiro e il diamante.

Come colore, il rosa è nato solo alla fine del diciassettesimo secolo, impiegato soprattutto nell’arte religiosa e molte volte il Cristo bambino viene ritratto vestito di rosa.

Si arriva poi al diciannovesimo secolo, quando in Inghilterra, questo colore ornava spesso gli abiti di giovani ragazzi che, non potendo indossare le uniformi rosse degli uomini, venivano vestiti appunto con decorazioni rosa.

Nel ventesimo secolo, il rosa, grazie a una famosa designer italiana Elsa Schiaparelli, acquista una nuance più audace e intensa diventando rosa Shocking e questo sarà anche il nome di un famoso profumo di quell’epoca.

Anni più tardi, un triangolo rosa, nella Germania nazista, indicherà gli omosessuali fra i detenuti dei campi di concentramento e appunto per questo verrà adottato dai futuri movimenti per la battaglia dei loro diritti.

Soltanto negli anni quaranta si arriverà alla “norma” di acquistare il rosa per le femminucce e il blu per i maschietti.

Tralasciando ora le note storiche, come posso non pensare al colore rosa associato alla mia terra di Sicilia? I mandorli in fiore nella Valle dei templi d’Agrigento costituiscono un incanto che non ha eguali, come anche le Saline rosa di Marsala che, stagliandosi accanto all’azzurro del mare, ci regalano un affascinante spettacolo naturale.

E che dire del significato del rosa nella mia vita? Sapete di che colore era il mio vestito da sposa? Proprio di un appena accennato colore rosa, sì, perché in quegli anni, la ragazza che si era “macchiata” del peccato della cosiddetta fuitina, non era degna d’indossare il colore bianco e così avevo dovuto ripiegare, ma sapete che vi dico? Il mio abito era bellissimo! Parecchi anni dopo, a Parigi, io e mio marito percorrevamo in metrò il lungo Senna, quando un signore con la fisarmonica ci avvicinò, intonando “La Vie en rose”. Ricordo che, nella magica atmosfera che si era creata, ci scambiammo anche un bacio, perché poi, dopotutto, cos’è un bacio se non... un apostrofo rosa fra le parole t’amo?

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ELOGIO DEL VERDE
Federica Madeddu


Coerenza, questa sconosciuta. 

Scontato definire il verde come il colore della natura, dell'armonia, dell'energia, è davvero solo questo? Credo di non aver mai  conosciuto un colore più emotivamente instabile del verde. Nasce da due colori primari come il blu e il giallo, cosa potevamo aspettarci? Più approfondivo l'argomento, più nella mente compariva l'immagine del Tao: la fusione dello yin e yang, i due opposti che si fronteggiano sino a fondersi creando questo splendido colore. È paradossale, come in ogni campo dello scibile umano, abbia connotazioni opposte.

Qualche esempio?

Il verde rappresenta l'Islam, ma in Irlanda è associato alla fazione cattolica e alla cultura celtica; allo stesso tempo, nel medioevo, venne accostato alle streghe e al diavolo. Dovette intervenire Papa Innocenzo III e proclamarlo colore medio, accostabile al rosso, blu e rosso. Ma da quando in qua un Papa è esperto di armocromia?

Se non siete convinti arriviamo ai nostri giorni: il verde è accostato al mondo della salute e della sanità, ma è il colore dei veleni. È il colore della scienza così come di tutto quello che ci appare strano e sconosciuto (gli alieni di che colore ci sono sempre stati rappresentati?).

Rappresenta la buona e la  cattiva sorte al contempo ed ecco spiegato perché i tavoli da gioco, così, come i consigli di amministrazione, sono per gli esperti del settore un tappeto verde.

Il verde, in origine, era un colore instabile ed era difficile ottenere delle tinture durature: estratto dai prodotti presenti in natura, a contatto con l'atmosfera erano soggetti a un'ossidazione che faceva virare la tonalità verso il marrone.

In tempi moderni venne "inventato" da due chimici tedeschi unendo l'arsenico al rame (vedi la voce veleno) ottenendo un colore battezzato verde Parigi: ottimo  per le sue tonalità smeraldine in mano agli artisti e altrettanto efficace per contrastare i ratti dei sobborghi cittadini e la malaria delle zone paludose italiane nel secondo dopoguerra.

Sono sicura che ora sarete d'accordo che il verde è il colore perfetto per descrivere l'uomo e la sua mutevolezza. Effimero per natura, così come la giovinezza, la vita. Rappresenta tutto quello che con il tempo è destinato a svanire. Pensiamo alla magia della vita fugace di un germoglio, di una foglia o un semplice fiore e accostiamolo alla volatilità dei soldi (non lo devo specificare che il colore dei dollari è verde per questo motivo, vero?).

È il colore della speranza, che come da tradizione è sempre l'ultima a svanire, ma lo è anche dell'invidia, della gelosia e perfino della rabbia (vedi Hulk).

Più approfondisco l'argomento, più mi identifico in questo colore.

L'ulteriore conferma l'ho avuta grazie alla cultura zen dove il verde è il colore associato al quarto chakra, quello del cuore, dell'amore incondizionato e dell'armonia degli opposti.

Ora capisco perché amo il verde: è il colore della Terra e dell'umanità intera in tutte le sue contraddizioni.

Concludo con una curiosità: sapevate che Babbo Natale era bianco e verde? Solo a scopo pubblicitario divenne bianco e rosso, dopotutto, anche lui da piccolo è stato un bambino cattivo.

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 ELOGIO AL COLORE ROSSO

Tiziana Mazza
 
 

Se mi chiedessero di fare un esempio di colore in contrapposizione ai non colori bianco e nero, non esiterei a dire il rosso. Il colore della passione per antonomasia, quello del cuore, dell’amore. Ma anche il colore dell’energia. Un’energia legata ai bisogni materiali dell’essere umano.
Il rosso stimola i nostri sensi, nel bene e nel male. Quanti significati ha questo colore? Quanti modi di dire utilizziamo con questo colore?
Il rosso indica pericolo. I cartelli stradali ne sono un esempio.
Il semaforo rosso indica STOP, non andare oltre.
Quando il conto va in rosso è meglio prendere provvedimenti. Lo stesso vale quando le scritte di un bilancio sono di questo colore.
Il rosso, infatti, è incandescente, e quindi bisogna prestare attenzione a non bruciarsi.
Le luci rosse sono un segnale esplicito per un certo tipo di attività proibita ai minori d’età.
La linea rossa di un telefono è una linea calda. Il telefono rosso del presidente degli Stati Uniti d’America, per esempio, è meglio che non squilli mai.
Ma il rosso è anche indice di commozione. Gli occhi quando piangiamo si arrossano, come pure il naso.
Il rossore sulle gote mostra imbarazzo.
La rossa è anche una birra ad alta gradazione che fa girare la testa, proprio come la donna rossa, da sempre considerata nell’immaginario maschile come donna focosa.
Rosso è anche Marte, in antichità il pianeta del Dio della guerra e dei duelli, ma anche del tuono, della pioggia e della fertilità.
Il rosso è un colore dalle mille sfumature.
Rosso Tiziano, per esempio, ovvero quella particolare tonalità utilizzata dal grande artista che donava ai suoi quadri un’atmosfera calda e sensuale.
Rosso veneziano o pompeiano, carminio o scarlatto, minio o ciliegia, amaranto, porpora, granata, bordeaux, borgogna, corallo, cremisi, fucsia, magenta, vermiglio, cinabro, cadmio…  Ferrari o Valentino, dal nome degli stilisti che l’hanno utilizzato rendendo unica quella particolare tonalità nel panorama mondiale.
Ma il rosso può essere anche relativo, come canta Tiziano Ferro: Il tuo è un rosso relativo senza macchia d'amore ma adesso canterà dentro di te per la gran solitudine…
Rosso è il colore del sangue. Una persona sanguigna è una persona con un carattere che prende fuoco facilmente. Non per niente esiste il modo di dire vedo rosso, per intendere quando si perde il lume della ragione per la rabbia.
Rosso è il drappo che il torero sventola davanti al toro per farlo partire all’attacco.
Infiniti sono gli esempi che si possono portare per descrivere questo colore intenso che tutto può essere, tranne che anonimo. Perché rosso è il colore per eccellenza, quello che ha più carattere, che non passa mai inosservato.
È il colore dei forti sentimenti.
È il colore della passione e dell’amore.
È il mio colore.

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ELOGIO DEL NERO

Tania Mignani




Anche oggi sono vestita di nero. “Total Black” direbbero quelli “alla moda”. In realtà, questa mattina, ho afferrato le prime cose che mi proponeva l’armadio ed erano nere, come il resto del mio abbigliamento.
No, non sono una persona cupa, per lo meno non più di tanto, non credo che i colori che indossiamo manifestino i nostri stati d’animo, non di questi tempi, almeno. Alla favola del “nero che sfina” ho smesso di crederci tempo fa, mi sento a mio agio con questo colore non colore, non mi interessa né essere notata, né passare inosservata, chi mi cerca mi troverà, qualsiasi colore o, non colore, io indossi.
Eppure, quanti significati sono stati attribuiti al nero.
Innanzitutto, mi sono fatta un giro nelle regole del bon ton e ho letto che è assolutamente proibito indossare il nero di mattina, e rischi la scomunica se partecipi a un matrimonio vestendo con tale colore, a meno che non si svolga nelle ore serali.
Me ne farò una ragione… il bon ton,  almeno per quanto riguarda il “dress code”,  non fa per me.
Indagando su significati più seri è noto a tutti che il nero sia associato al lutto. Come la notte stabilisce la fine del giorno, la morte pone fine alla vita. Da qui tutte le connotazioni che ha acquisito nel corso dei secoli dando vita anche a superstizioni ormai anacronistiche. 
Nero è tutto ciò che rifugge la luce, la chiarezza, da qui espressioni come lavoro nero o mercato nero, per porre l’accento sull’illegalità.
Ma è anche il colore degli artisti, vi siete mai chiesti perché i componenti di un’orchestra vestono di nero? Per non distogliere, con la loro presenza, l’attenzione dal palcoscenico. Anche in molte rappresentazioni teatrali, per lo più definite d’avanguardia, gli attori indossano semplici abiti neri, per porre maggiore risalto al testo che andranno a recitare.
Il nero, quindi, nasconde, ma allo stesso tempo evidenzia. Qualsiasi colore acquisirà maggiore risalto se affiancato al nero.
Sono attratta da questo colore che possiede, in sé, lati negativi e positivi.
Tutto o niente.
Il nero è simbolo di potere, di forza e autorità. Basti pensare alle toghe dei giudici e degli avvocati, alla cintura nera nel Karatè, agli abiti talari dei sacerdoti. Ma raffigura anche la ribellione, il male adattarsi alle regole comuni, la pecora nera che spicca in un gregge totalmente bianco.
In ogni suo significato segna sempre qualcosa di netto, di deciso, di ufficiale.
Il cosiddetto nero su bianco che stabilisce chiarezza, formalità e autorevolezza.
M'intriga questa ambivalenza, da una parte l’ombra, il mistero, la sensualità e dall’altra il potere, la rettitudine, la forza e il conformismo.
Tutto il resto altro non è che una serie di sfumature, le stesse che trasformeranno il buio in un nuovo giorno.
Perché di una cosa siamo certi, dalle tenebre sorgerà sempre un’alba nuova.

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ELOGIO DEL COLORE BLU

Vittoriana Motta


Il cielo blu, il mare blu... Se si osserva con uno sguardo veloce  il blu è sempre blu. Solo se ci si sofferma a guardare  il cielo e il mare, ad accarezzare con gli occhi il paesaggio, se ne scoprono tutte le tonalità.

Vi è il blu-grigio che preannuncia una tempesta, o il blu-melanzana quando arriva il temporale; il blu-rame del tramonto, prima del Mistral, e il blu-notte che fa da sfondo alle infinite fiammelle che illuminano il cielo quando il giorno è ormai lontano.

Poi c’è il blu dell’oceano profondo, che mentre lo guardi ti trascina lontano da ogni tipo di stress quotidiano, cullandoti dolcemente con le sue onde.

Colore dell’armonia e della tranquillità, rappresenta quel senso d’infinito che cielo e mare ispirano.
Può anche turbare quando si vira verso la tristezza e la nostalgia che questa tinta sa richiamare. La sua connotazione relativa a nostalgia e malinconia l’ha portato a dare il nome a un genere musicale che esorcizzava questi stati d’animo, ovvero il blues, che deriva dall’espressione “to have the blue devils” letteralmente: “avere i diavoli blu”.
Probabilmente sono gli stessi diavoli che hanno turbato la mente del grande Picasso nel suo periodo Blu: un periodo difficile, tra il 1901 e il 1904, a cui il pittore ha dato sfogo realizzando una serie di dipinti intrisi di un’atmosfera malinconica, calibrata sui toni del blu.
Rimanendo nell’ambito dell’arte, come non citare una delle più importanti moschee di Istanbul: la Moschea Blu? Chiamata così per le 21.043  piastrelle di ceramica turchese che ricoprono le pareti e la cupola: meraviglia allo stato puro per i nostri occhi!
Sapevate che, nel 2003, a Palermo fu scoperta per caso in un appartamento nel quartiere dell’Albergheria, nei pressi del mercato di Ballarò, la denominata “Camera delle Meraviglie”? Si tratta di una camera di un intensissimo colore blu interamente dipinta a olio, con iscrizioni arabe in oro e argento: da vedere!
Più cerco in internet e più notizie trovo su questo colore che avevo sempre snobbato, ma che già amo.
Il blu simboleggia l’unione della pace, infatti è stato scelto per la bandiera delle Nazioni Unite e quella dell’Unione Europea.
Gli influssi benefici di questo colore sulla mente e sul corpo sono noti: induce alla calma. Fissandolo a lungo, l’effetto è di quiete e armonia, perché provoca una maggiore attivazione del parasimpatico, che inibisce la produzione di adrenalina.
Non a caso in Internet è il colore più usato in assoluto: basti pensare al logo di Facebook. Nelle grafiche online non distrae e ci permette di concentrare la nostra attenzione sul contenuto; e comunque, se dosato bene, non dà neanche fastidio agli occhi.
Dovete sapere che dopo il tramonto e prima della notte fonda, vi è un momento della giornata detto ora blu, caratterizzata da una particolare cromaticità blu tipica dell’ombra e del crepuscolo: le fotografie scattate in questo lasso di tempo sono fantastiche.
Uomini blu del deserto, sangue blu che scorre nelle vene dei reali, Le mille bolle blu, come cantava la mitica Mina: quante storie ci sarebbero ancora da raccontare su questo colore.

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PURPLE  IS  LIFE 

Daniela Perego




colori riempiono la nostra vita e la rendono movimentata, grazie al loro significato e all’influenza che hanno su di noi.
Io sono un’anima viola. 
Mi rappresenta in molte delle sue caratteristiche e significati.
Da sempre considerato un colore porta sfortuna, soprattutto nell’ambiente dello spettacolo, deve questa fama all’antichità in cui – durante il periodo di Quaresima – le rappresentazioni non si svolgevano e per gli addetti ai lavori era periodo di non guadagno. L’associazione al viola è dovuta al fatto che i paramenti liturgici del periodo sono appunto di questo colore. Non andiamo molto lontano dalla spiritualità, in quanto il colore viola è legato a essa e ci collega alla parte più profonda e divina. Questo colore mette pace, rilassa e infonde coraggio; osservandolo noteremo l’insorgere di queste sensazioni liberatorie che ci aiutano a uscire dalle giornate accelerate. Infonde calma e tranquillità favorendo la riflessione sui particolari importanti della vita; aumenta la capacità creativa e la fantasia, chi meglio di noi pseudo scrittori potrà fare a meno del viola?

Posso dire che i miei pensieri sono molto influenzati da questo colore: l’ho messo sui capelli così arriva prima alla mente e si connette al cuore. Non voglio essere di parte, ma questo elogio è tratto da un’infinita ricerca sul web; io più che un elogio lo vorrei come colore nazionale.

Non è un colore primario, nasce dalla mescolanza del blu che incarna la saggezza, e il rosso che richiama l’amore. Cosa volere di più?
Diverse sono le sue sfumature che vanno dal porpora al violetto, passando per il color lavanda, il  fucsia e il lilla, fino al pervinca e il prugna. L’immagine da sogno che vorrei vivere dal vivo è affacciarmi su un campo di lavanda in fiore al tramonto, con le tonalità di viola in ogni dove fino all’orizzonte prima che il Sole muoia; da riempirsi gli occhi, e in più un profumo che attraverso le narici inebria i sensi.

Non siete ancora convinti?


Uno spirito viola ama viaggiare e conoscere culture lontane dalla propria.
Chi non ama questo colore, tende a essere ipercritico con il prossimo, proprio perché ha perso la connessione con il suo sentire il cuore, ha perso la strada verso l’altruismo e l’apertura verso gli altri; l’attitudine a immedesimarsi nelle altre persone.
Se amate il colore viola, avete compreso l’importanza della vita, la sua maestria e gli insegnamenti che può donarci; non è una faccenda astratta o mistica, ma un bisogno sempre più concreto in questo presente.

Indossare il viola è simbolo di regalità: sin dall’antichità era identificativo di re, imperatori e nobili; compariva nella colorazione delle vesti come negli accessori, una pietra molto usata era l’ametista. Se ami indossarlo significa che sei determinato e sicuro di te.

Insomma, viola è vita. Un mix di dolcezza e sogno senza perdere di vista la realtà, magari dalle sfumature purple.

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ELOGIO DEL COLORE ROSSO

Pamela Pirola

 


Ogni elemento ha il suo colore: la terra è azzurra, l’acqua è verde, l’aria gialla e il fuoco rosso. Così citava già nell’antichità Paracelso.

Il rosso, tra tutti i colori, viene considerato l’unico  per eccellenza in contrapposizione al bianco e al nero.

Nell’antichità è sempre stato associato alla regalità. Infatti la preziosità della porpora era elemento predominante negli abiti sontuosi dei re, dei principi e anche dei religiosi. Non a caso ancora oggi i cardinali indossano una tunica color rosso. Agli albori della cristianità il rosso simboleggiava la figura dello Spirito Santo.

Rosso come il fuoco si usa dire… Fuoco che rappresenta il calore, l’energia e la luce. Fuoco che  veniva usato per scacciare gli spiriti maligni e i demoni delle tenebre, essendo portatore di luce e di calore.

Rosso in astrologia è rappresentato da  Marte, dio della guerra e governatore dei nati dello Scorpione e dell’Ariete, a cui infonde passionalità, coraggio e forza.

Rosso è sinonimo di grande personalità e fiducia. Stimola la creatività.

È un colore che visivamente colpisce, infatti viene usato nei cartelli stradali di divieto, nei semafori, nelle sirene degli allarmi.

Se penso al rosso come cibo mi vengono in mente fragole, dal sapore dolcissimo, e i pomodori con la loro nota acida, ma che, se cucinati a dovere, diventano un’esplosione di sapore, magari associati alla pasta.

Il rosso è il colore della vita, è passione, rabbia. Colore dell’amore. Da sempre simboleggia l’eros, inteso come amore passionale e carnale. Rosso è la passione che travolge coloro che si amano, è la fiamma che si accende nel cuore degli innamorati, ma è anche amore puro e romantico, fatto di connessione tra cuore e mente.

Il rosso si associa ai  sentimenti accesi come rabbia, ira e collera, che si manifestano con il rossore delle gote in chi li prova. Non a caso si dice essere rosso per la vergogna.

Nella cromoterapia si usa per combattere disturbi e dolori del corpo, mantiene vivi i sensi e attira le energie. È il colore del movimento, della forza e della carica vitale.

Rosso è anche l’emblema di molte feste, tra le quali Natale e San Valentino.

Se qualcuno adesso mi chiedesse di pensare a qualcosa di rosso, ecco, penserei al cielo infuocato che ho ammirato tantissime volte in montagna, cielo che ogni volta scatena in me emozioni sempre diverse. Ma che sono tutte accomunate da un infinito senso di pace interiore.

Colore eclettico, dai mille significati e dalle mille sfumature. 

E pensare che l’ho sempre detestato, come colore!

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 ELOGIO AL ROSSO

Adelia Rossi

 


Se dovessi scegliere in una tavolozza di colori quello che più mi rispecchia, potrei farlo a occhi chiusi. Lo respiro con la pelle. Lo odoro nell’aria. Sarebbe lui. Sì, quello più infuocato, più carismatico, estroverso e sensuale. Caparbio e deciso. Rosso! Il colore che parla di me, quello che mi appartiene; dal battito del cuore allo scorrere del sangue nelle vene. E come un tramonto infuocato sul mare, mi rispecchia l’estasi di quella passione. Arde in me, di questo colore sanguigno, forza e determinazione.
Chi dice che l’inferno sia tormento e dolore, ha dimenticato la fiamma che accende la passione. Io lo immagino circondato di sublimi tentazioni, pronte a inghiottirmi negli abissi di un viaggio senza fine.
Rosso! Come l'eterna sete di succo d’arancia, labbra al gusto di fragola e per orecchini grappoli di ciliegie come quando da bambina mi divertivo a ornarmi le orecchie.
Profondo rosso non è solo il titolo di un film, ma un buio tunnel da candele illuminato. La piacevole sensazione di bruciore sulla pelle e baci infuocati.
Ecco, forse ho descritto con troppo calore ciò che mi manca e che anelo ancora trovare. Solo un sogno, questa mia colorata realtà? Può darsi, ma mi aiuta a vivere in questo mondo di grigio dipinto.
Rosso! come i petali vellutati di una rosa che ogni notte, peccaminosa, mi avvolge, mentre pudica attendo il sorgere dell’aurora.
Rosso! 
Come un rubino, come me!

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ELOGIO DEL ROSA 

Laura Sala


Amo il rosa. 

Il rosa è sinonimo di primavera, con i fiori di pesco che a marzo risvegliano gli alberi ricordandoci che c’è vita. C’è vita dopo il torpore dell’inverno. C’è vita dopo un dolore e la vita ha il colore rosa.

Il rosa è lo spettacolo dell’Hanami, la tradizionale festa giapponese legata alla fioritura degli alberi di ciliegio, che vengono chiamati Sakura. Sono circa sessanta le località del Sol Levante in cui è possibile assistere a questo spettacolo della natura che, ogni anno, richiama milioni di persone da ogni parte del mondo. Simboli di bellezza e fragilità, i fiori di ciliegio rispecchiano la delicatezza dell’esistenza umana e sono sinonimo di femminilità e di fortuna in amore.

Tra le varie tonalità del rosa, io adoro il rosa antico.

Nell’abbigliamento, è un colore neutro, che si abbina a tanti altri colori quali il verde, il blu, il nero, il beige, il bianco o il marrone, e in un’epoca dove gli ottici proponevano montature nere, io ho scelto l’unica che spiccava tra le tante, quella rosa antico con le sfumature marroni. Questo colore è rilassante. Crea pacatezza e dolcezza a chi lo indossa. Simbolo di spensieratezza e giovinezza, regala quel tocco romantico che sa di ‘800, con i pizzi e i merletti tipici di quell’epoca, che ornavano e valorizzavano la purezza e la bellezza femminile.

La caratteristica principale del rosa è quella di alleggerire la mente dai pensieri negativi poiché questo colore ha un forte potere rilassante.

Il rosa pallido viene spesso denominato color carne, in quanto simile alla carnagione umana. E proprio di questo colore sono state create le scarpette per la danza classica, che adornano i piedi delle ballerine facendoli sembrare il prolungamento delle loro gambe.

Jane Austen durante la guerra, colorava di rosa i suoi romanzi raccontando di balli, di incontri e di amori da sogno.

Nel contesto odierno anche io voglio portarvi a corte, tra abiti rosa, pizzi e merletti, e con una quadriglia mi auguro di farvi sognare e di aver reso onore a questo splendido colore.

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ELOGIO AL COLORE AZZURRO

Maria Rita Sanna

 


È bello vivere nel mondo dei sogni. Le forme delle cose cambiano in continuazione; le persone e la vita non sono mai monotone. Non occorre alcun mezzo di trasporto per raggiungerlo, è sufficiente guardare il mare o il cielo. La loro immensità rappresenta il senso di libertà dell’uomo, la sua ricerca di coscienza e conoscenza.

L’azzurro degli elementi naturali simboleggia il mondo dei sogni. Osservare la grande quantità d’acqua induce a pensare alla vita che si nasconde dentro di essa; altresì alla vita che si trova oltre il suo orizzonte. Il potere dell’immaginazione davanti al mare diventa così forte che ogni proposito o piccolo progetto, edificato durante quel tempo, riesce a raggiungere il suo sviluppo.  

L’uomo è sempre stato attratto dal suo mistero, le grandi scoperte lo dimostrano e le costruzioni di mezzi per solcarlo ed esplorarlo sono in continua evoluzione. Il senso della libertà è anche questo, aprire la mente a nuove prospettive di vita.

L’azzurro è sinonimo di vita.

Il cielo azzurro è come un grande campo di esperienze sensoriali. La vista è coinvolta nell’inseguire una nuvola di passaggio, come l’udito è impegnato a catturare ora il grido di un gabbiano, ora quello di una cornacchia; con l’olfatto si percepisce l’odore del suolo, erba, mare, o città. Il pensiero vola nell’aria, libera la sua massima espressione di fantasia.

L’azzurro è libertà di pensiero.

L’azzurro lo si trova anche tra i fiori, come per esempio l’ortensia. La vista di tanti petali richiama certo l’immensità del mare e del cielo, perciò pur essendo l’uomo chiuso dentro una casa o in un giardino, si ha comunque l’opportunità di una immediata fuga dalla realtà.

La mano di un bambino che colora con grande energia uno spazio d’azzurro è libera di muoversi senza badare ai confini, che nel foglio ci sono, ma nella mente no. Ogni sfumatura prodotta dallo sfregare della matita sarà un altro pensiero, un nuovo mondo.

L’azzurro è il mondo dei sogni.  

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ELOGIO AL COLORE BLU

Pinuccia Sassone      


(Dipinta di blu)

Tra le teorie sull’affascinante mondo dei colori, come quello dei numeri, emergono significati interessanti, a noi sconosciuti. Spesso, infatti, siamo  inconsapevoli di quanto possano influenzare le nostre scelte e persino l’umore.

Tra le calde e vellutate tonalità autunnali, amo l’arancione.

Dei colori freddi, invece, il blu è il privilegiato. Desidero scoprire nella sua anima se c’è un po' della mia. Sono sempre convinta che nulla è a caso.

Amo anche indossarlo, lo trovo elegante e sobrio, raffinato per una pietra d’amore e fedeltà come lo zaffiro,  misterioso se penso ai colori del cielo durante un temporale, pauroso pensarlo nella profondità degli abissi.

È un colore primario, non deriva da nessuna mescolanza, ma miscelandosi col giallo diventa verde: la speranza. Se unito al rosso esplode il viola: metamorfosi, mistero, magia.

Il blu è un colore dalle mille possibilità  di trasformazione, quindi  si arricchisce di ulteriori significati. È un colore serio, ispira affidabilità, per questo è molto usato nel mondo degli affari e del marketing. Rappresenta anche l’intelligenza, analitica, intuitiva, determinata.

Blu è profondità.

Blu è il mare, il cielo, l’infinito, la notte.

Una parete colorata di blu mi rilassa, avverto un senso di armonia,  i pensieri mi accompagnano alla riflessione, a domare ogni reazione istintiva, capaci di entrare nel profondo donandomi nuova energia.

Il blu del cielo rievoca i sentimenti più belli, tra  ricordi e nostalgia. Alimenta il silenzio, in stretto contatto contemplativo con ciò che sta dentro e intorno a me. Penso alla Luna che nella notte domina, discreta, il mistero del cielo; lo stesso cielo buio, colmo di stelle, che come una calda coperta vorrebbe proteggere il sonno del mondo intero. Invece ci sono cieli, dove le stelle, timide, si spengono per il  brillio di  luci di morte.

Le mie ansie  si fanno minuscole quando le annego nell’immenso  blu del mare. E il mio cuore si placa.

Blu, il colore della spiritualità, del principio femminile, lo collego al sacro mantello di Maria Vergine Madre, che avvolge benevolo e protettivo l’intera umanità.

Blu sono gli occhi di mia figlia in cui mi perdo ogni volta che la guardo, annegando  in un abisso d’amore.

Blu è il colore della pace, della fratellanza, quella che una parte del mondo sta distruggendo, mentre un’altra parte cerca di difenderla.

Sono arancione, creativa, energica, gioiosa, ma anche blu, riflessiva, calma, introspettiva, so perdermi e so ritrovarmi. Miscelando i due colori esce un marrone rossastro, il risultato di una fusione che mi riporta altre cose: i miei colori, quelli che la natura ha scelto di darmi.

Marrone rossastro, proprio come la terra, pronta ad accogliere ogni seme perché germoglino nuovi frutti. In lei tutto può anche appassire o morire, ma nascere e rinascere sempre, in mille altri modi e  forme.

Ora immagino la mia anima: un quadro, dal caldo sfondo arancione, con tante pennellate di blu.

Il mio ultimo pensiero all’Ucraina: che il giallo e blu della sua bandiera  possano fondersi presto, trasformarsi nel verde della speranza: LA PACE.

 

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ELOGIO AL VERDE

Laura Scartabelli

 



Anche se non ho un colore preferito in particolare, devo dire che il verde mi piace molto.
Quando ero una ragazzina usavo spesso un mascara di questo colore per far risaltare i miei occhi. Verdi, appunto.
Questo tono riesce a scaldare il mio cuore e aprire la mia mente come nessun altro. Mi accoglie quando sono triste e intensifica la mia gioia quando sono felice.
Verdi sono i paesaggi naturali in cui l’onnipotenza della mano dell’uomo non ha ancora alterato la brillantezza del colore.
Verdi sono le sfumature del mare appena accarezzato dal vento, quelle delicate gradazioni che, da sempre, calmano e colmano le mie inquietudini.
Verdi sono gli occhi di mia figlia in fondo ai quali rivedo la mia curiosità di bambina e percepisco la voglia e la tenacia  di chi, anche se con fatica, non arretra davanti alle difficoltà.
Verde è anche la quiete dopo la tempesta, così come il profumo, il tepore delle giornate che si allungano e il respiro profondo dell’anima che sa di rimanere viva per sempre.
È la consapevolezza che siamo artefici della nostra vita e che, come tali, abbiamo la possibilità di attribuirgli un colore, ma anche di cambiarlo.
Il verde è caldo e delicato, ma pretende rispetto, altrimenti si incupisce e si raffredda.
Volendo infine ricorrere all’astrazione del pensiero,  verde è la speranza e per questo merita più di un elogio, direi quasi una celebrazione.
Vorrei dipingere la guerra di verde per dare speranza a un popolo disperato, e umanità a chi non riesce a sentire, neppure in lontananza, la  loro angoscia.
Non si può recidere, da un momento all’altro, la gioia che sconfinati spazi verdi avrebbero riservato a molti bambini.
Credo che i bambini abbiano il verde nel cuore e, forse, un giorno, potranno perdonare questa criminale lotta incolore.

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ELOGIO AL COLORE ARANCIONE

Camilla Terso

 


Salve a tutti. Mi presento, sono l’arancione. Non so se conoscete la mia storia e se tanto meno sono tra i vostri preferiti. Così ho pensato di parlarvi un po' di me. Magari conquisto qualche preferenza in più.  

Sono nato dall’unione di due grandi del mio mondo: dal rosso e dal giallo.  Perciò vengo considerato un colore secondario. Sono stato scoperto da uno scienziato francese tramite il ritrovamento di una pietra. Ho il nome di un frutto, l’arancia, però, in principio, mi chiamavano rosso-giallo, e solo grazie a poeti come Dante e Boccaccio sono diventato noto con il nome di rancio. Per gli amici arancio. Dicono che sono un tipo molto caldo, ho preso da mio padre, il rosso; inoltre dono energia e vitalità come mia madre, il giallo. Chi mi guarda si sente più ottimista e porto allegria. Proprio per questo vengo spesso usato per curare la depressione, il mio compito è quello di stimolare a parlare e ad ascoltare. Sono anche molto audace. Altri ribadiscono che in me dominano ancora istinti primordiali, come la fame, la sete e il sesso.

Sono lo specchio dell’anima di chi mi sta dando voce in questo elogio.

Ma tutto dipende dalle culture e religioni in cui mi trovo, e principalmente, in quale epoca vivo. Per esempio, nel medioevo, nella religione cristiana, rappresentavo il peccato di gola ed ero giudicato impuro, solo perché frutto di un miscuglio. Mentre nell’induismo, ancora oggi simboleggio la rinuncia dei beni materiali e dell’ascetismo. Stessa cosa nel buddismo, infatti vesto i monaci, dal Dalai Lama a Budda stesso. Nella tradizione ebraica mi danno il significato di splendore. In Cina rappresento il cambiamento e la felicità, invece in Giappone sono simbolo d’amore. Insomma ho mille volti, per esempio quando sono in India vengo considerato molto passionale. In Egitto venivo utilizzato per dipingere le tombe e nell’antica Roma vestivo le spose.

Anche nelle opere d’arte sono molto conosciuto. Ho contribuito alla bellezza di molti quadri famosi. A fine ottocento divento il preferito di grandi pittori come Van Gogh. Gli piacevo così tanto che dipinse la Luna della mia tonalità. Anche Monet mi usò per dipingere un piccolo Sole.

D’estate, in riva al mare, incoraggio le timide coppiette ad amarsi con bellissimi tramonti.

Sono diventato popolare perché rivesto molti tipi di attrezzature e abbigliamento per indicare situazioni di pericolo; dalla seconda guerra mondiale e ancora oggi per la marina militare e per le compagnie navali sono il colore dei giubbotti di salvataggio. Ma mi vedete anche indosso ai lavoratori nei cantieri di autostrade o sui ciclisti nelle ore serali.

Poiché sono seducente divento la cornice di qualche trovata pubblicitaria per attirare l’attenzione, soprattutto delle giovani menti, ma non solo. Come si vuol dire: l’occhio vuole la sua parte. Basti guardare la lattina della Fanta o il logo di alcune banche. Insomma, sono bravo a far girare l’economia e riesco a convincere le persone a fare un acquisto. È così che ho conquistato l’autrice di questo mio elogio, quando, pochi mesi fa, ha comprato un’auto C4 color Orange.

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ELOGIO DEL COLORE ROSA

Emanuela Carmelita Tomiato

 


«Quante cose ci sono nel mondo di colore rosa?»
«A me sembra che ce ne siano poche, anzi pochissime.»
«Ma no, sono tantissime, guardati attorno.»
Sono passate da poco le sei di sera ed ecco il sole all’orizzonte, scivola dentro il mare e il cielo si tinge di pennellate gialle che diventano arancioni, c’è del violetto, ma tutto intorno è rosa.
Il rosa colora le nuvole dalle forme strane e allungate, si riempiono di sogni e lanciano promesse d’amore, nonostante l’arrivo delle tenebre.
Il tono del rosa accarezza le pareti delle case e le rende tenere, come le famiglie che ci abitano dentro.
All’alba poi, il cielo buio piano piano si fa ancora rosa. Un battito di ali, sguardo in alto: alcuni fenicotteri partono. Una macchia rosa saluta la riserva marina, si alza, prende il volo e inizia la migrazione. Buon viaggio a voi! Che senso di libertà questa partenza!
Nel mare, migliaia di colonie ramificate creano giochi e intrecci deliziosi di corallo rosa, specie marina protetta. Che meraviglie rosa ci sono nelle acque...
In effetti sto notando che le cose di color rosa sono tante, nel cielo, nel mare…
Ecco: un fiocco rosa, appeso al portone di casa, è nata una femminuccia e in quella casa è arrivata la gioia. Un segno di festa, una nascita lo è sempre.
In fondo alla strada c’è anche un innamorato, ha comprato dei fiori per la sua innamorata. Un bel mazzolino di anemoni di color rosa. Li tiene nascosti dietro la schiena. Lei si avvicina. E, senza parlare, con il linguaggio dei fiori, lui le sta dicendo: “Mi sei mancata da morire”. Si sente tutta l’emozione. Che delicatezza in questo gesto e che gentilezza in quelle corolle rosa. E che belle le labbra rosa dell’amata, da baciare.
Due amiche, sedute al bar, si dicono: “Oggi mi sento giù, non ho dormito abbastanza, ho messo il ciondolo di quarzo rosa”.
“Brava, è la pietra che aiuta contro l’insonnia e ti tranquillizzerà con il suo colore rosa.”
Beh, il rosa sta proprio dilagando.
E poteva mancare un riferimento rosa legato al cibo?
Una bimbetta cammina con un gelato in mano, un cono al gusto di fragola, color rosa. Si sente il profumo.
E poi quanto è bello il rosa delle fragole, il rosa della barbabietola nelle insalate, il rosa dello yogurt alla ciliegia, il rosa dei marshmellow, il rosa dei maccaron, il rosa dei confetti…
Ho finito in bellezza, anzi, in dolcezza.
Rosa: colore della delicatezza.
Spero di aver elogiato abbastanza.
E pensare che il colore rosa non mi piaceva neanche un po’…
                                                                               
PS: e che dire delle “QUOTE ROSA”? A livello politico e sociale la presenza della donna assume una dignità sempre più presente e di valore.

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ARANCIO
Cinzia Zerba

Un tuffo nel cielo al tramonto, una succosa arancia dal profumo d’estate, la veste di un monaco tibetano, una zucca intarsiata per halloween… Tutto esplode di un colore intenso, caldo, un colore che è vita: l’arancione.
Mi ci immergo, lo guardo, lo accolgo, mi fa stare bene. Mi riempie gli occhi e il cuore. Mi regala gioia. Lo ritrovo nella moltitudine dei colori dell’arcobaleno, preziosa pennellata di vitalità. Compare tra le foglie d’autunno, spento ma non morto, pronto a riattivarsi non appena i raggi di un tramonto lo inondano.
Tra i colori, il mio preferito.
Carico di vitalità, dona entusiasmo ed energia pura.
Colore mistico, vibrante, passionale e avvolgente, senza il quale – credo – la mia vita non sarebbe la stessa. 

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Alla prossima
dalla vostra
Stefania Convalle