Oggi, nel primo giorno d'autunno - una delle mie stagioni preferite per leggere buoni libri - inauguro una rubrica speciale: Quattro chiacchiere con il libraio.
La libreria La Torre di Merate ospita i nostri libri e non solo! Sono stata da loro nel maggio scorso per un personale firma copie e ho trovato un ambiente dinamico, con giovani collaboratori sorridenti e il Direttore, Michele, sempre gentile e disponibile.
In questa foto è un po' coperto dalle scritte, quando promuoveva l'evento che mi riguardava.
Qualche giorno fa gli ho chiesto se fosse disponibile per una breve intervista per far conoscere sempre meglio, cari lettori che mi seguite con affetto, il mondo delle librerie.
Siete pronti?
Partiamo ;-)
Eccoci qui, caro Michele, mi racconti com’è nata la Libreria La Torre?
La libreria La Torre nasce come libreria indipendente a conduzione
familiare nel 1979, caratteristica che mantiene fino a che i proprietari, i
signori Meschi, vanno in pensione nel 2023. A quel punto viene rilevata da
Fabio Lagiannella, già proprietario di altre librerie e discendente di una famiglia
di librai, diventando Mondadori Franchising. Siamo riusciti, però, a mantenere
il nome e gran parte dell'arredamento storico che la caratterizza, in virtù del
passato della libreria.
Com’è la tua giornata in libreria?
Una delle bellezze del lavoro in libreria è che non esiste una giornata
tipo: un giorno arrivano le novità da caricare e mettere sugli scaffali, un
giorno bisogna fare le rese dei libri in eccesso, un altro ricevere gli agenti
e ordinare le novità, poi preparare gli incontri con gli autori; ma più spesso
tutte queste cose insieme! La costante è il dialogo e il servizio con il
cliente, poi, quando alzo la saracinesca e accendo il computer, è tutto da
scoprire. Quello che è certo è che non si sta mai fermi.
Come scegli le opere da tenere in negozio?
È forse l'aspetto più complesso e delicato del lavoro in libreria.
Nell'ultimo anno sono usciti più di 80.000 titoli e nemmeno le librerie più
grandi possono permettersi di ordinarli tutti. La prima cosa da fare è capire
quale possibilità di vendita ha un libro, in base alla propria clientela, allo
storico della libreria e anche alle indicazioni dei fornitori. Poi bisogna
pensare allo spazio, quanti libri ci stanno, al costo, a quale posto
assegnargli, alle nostre specializzazioni; certo, anche il mio gusto è
importante, non è un criterio assoluto ma se amo un autore posso consigliarlo
e quindi averne più copie in negozio rispetto a un altro.
Insomma, la storia di un libro inizia ben prima che entri in libreria.
Cosa cercano i lettori di oggi, quando entrano nel tuo negozio?
Siamo una libreria piccola ma generalista, quindi vediamo ogni genere di
lettore, con i suoi gusti e i suoi desideri, taluni hanno già un'idea precisa,
altri invece vogliono farsi consigliare, ma una cosa accomuna quasi tutti: la
voglia di trovare un luogo accogliente, ben fornito e con personale competente
che conosce e ama i libri, che sa ascoltarli e dialogare con loro.
Quali sono le letture che vanno per la maggiore?
Oltre ai bestseller del momento, i romanzi e in generale la narrativa.
Dopo un periodo in cui le saghe familiari erano l'argomento più richiesto, ora
le letture sono più variegate, vanno dal romanzo più “classico”, a quello più
introspettivo. Non mancano mai i gialli e i thriller. Tra i ragazzi, il romance, in tutte le sue accezioni, è il più richiesto, anche se va a ondate: si
polarizza su un determinato titolo per un breve periodo per poi cambiare libro
di riferimento. Per i bambini i libri attivi (adesivi, etc) e gli albi
illustrati, in particolare quelli legati al ciclo delle stagioni e alle
emozioni.
I lettori si fanno consigliare da te?
Direi proprio di sì. Molti dei
nostri clienti cercano proprio il consiglio, sia in termini più specifici
(vorrei fare un regalo a una persona che legge gialli), sia in termini più
generici (mi consiglia un bel libro che mi faccia emozionare).
Leggi i libri che hai in libreria?
Sì, ma non in libreria. Non farei questo lavoro se non amassi la lettura
ma, contrariamente a quanto molti pensano, in libreria non c'è quasi mai tempo
di leggere.
Ti vedi più come un libraio stile Ottocento o stile Duemila?
Un libraio resta sempre un libraio. Oggi abbiamo strumenti moderni per
catalogare i libri, che ci fanno vedere le copertine e ci danno tutte le
informazioni sul testo e sullo storico delle vendite e li uso più che posso. Visto il numero di libri pubblicati, sono imprescindibili, com'è
imprescindibile la conoscenza dei testi, oggi come cent'anni fa.
Quando ho
iniziato, per un breve periodo ho fatto in tempo a vedere i foglietti con le
indicazioni bibliografiche che si lasciavano all'interno dei libri, per poi
raccoglierli alla sera e usarli per i riordini. Per motivi personali, faccio
più fatica nell'uso dei social, ma sono uno strumento importante e ho validi
colleghi che mi aiutano in quello. In
definitiva, a parte i mezzi, credo il lavoro sia sempre lo stesso, semplice e
difficilissimo allo stesso tempo: dare il libro giusto alla persona giusta.
Come giudichi il mondo editoriale odierno, sia a livello di opere, sia a
livello di dinamiche editoriali?
Gigante. Confusionario. Sarebbe un discorso lunghissimo, ma, in breve, la
parola che più usiamo tra librai è “scegliere”. In un mondo in cui è l'offerta
a fare la domanda (un bel libro attira i lettori, e uno brutto li allontana) le
case editrici hanno enormemente ampliato l'offerta, pubblicando sempre più
titoli ogni anno. Così per librai e lettori risulta difficile districarsi tra
le valanghe di novità proposte e
trovare veramente i libri “belli”.
Questo condiziona anche i piccoli editori che si vedono soffocati come
presenza sugli scaffali delle librerie dai testi dei grandi editori. Così,
paradossalmente, aumentando i titoli è diminuita la varietà, visto anche il
rincorrere sempre il tipo di libro che al momento sta vendendo, creando
innumerevoli “cloni” che mortificano ciò che ci può essere di nuovo e
“diverso”.
La qualità c'è, ma è ben
nascosta. Anche sulle dinamiche distributive ci sarebbe molto da lavorare: in
un momento in cui è tutto, o quasi, disponibile dei fornitori on line,
aspettare diversi giorni per avere il libro in libreria è limitante. Si era
parlato di varie iniziative (spedizione diretta al cliente, ordini online con
un margine alla libreria...) ma è ancora tutto da pensare. Trovo positive le
politiche sulla regolarizzazione degli sconti, il bonus cultura e il decreto
sulle biblioteche. Bisogna sempre ricordare che i libri più amati (e venduti)
spesso nascono dal passaparola tra librai e lettori e non dalla pubblicità
degli editori. Due esempi su tutti: “Harry Potter” e “Il cacciatore di
aquiloni” non sono nati bestseller, lo sono diventati col tempo, proprio grazie
a librai e lettori che li hanno amati e consigliati.
Oggi è più difficile di
ieri trovare le perle perché sono più nascoste.
La difficoltà principale, come in tutti i lavori, è far quadrare i conti:
trovare l'equilibrio tra l'assortimento, il valore di magazzino, il venduto e
le spese è ciò con cui quotidianamente si lotta. E questo condiziona tante
scelte in libreria. Al di là dell'aspetto economico e delle difficoltà
contingenti (spedizioni smarrite, consegne sbagliate, libri non disponibili),
per cui bisogna attaccarsi al telefono e sperare, un aspetto che bisogna
coltivare, e non è sempre facile, è l'aspetto umano. Il nostro è un lavoro che
si basa sulla comunicazione, sulle relazioni, del resto il libro è di per se
stesso un mezzo di comunicazione. Si coltivano i rapporti con i clienti, con
gli editori, con gli agenti, con gli autori, con insegnanti, bibliotecari,
operatori del settore e, come è evidente, non è sempre facile dal punto di
vista umano. Ognuno ha il proprio carattere, i propri interessi lavorativi, a
volte bisogna dire dei no o prendere decisioni che scontentano. Però avere
l'amico agente che ti consiglia un testo che reputa “giusto” per la tua
libreria, il cliente fidato che legge i gialli e ti dice quali sono davvero
belli, l'autore che viene a presentare il suo libro anche se sa che ci sarà
poca gente, la maestra che si fida dei tuoi consigli, sono tutte piccole
cose che possono fare la differenza ma che si coltivano nel tempo e hanno
bisogno di cura per crescere. Insomma mettere un libro su uno scaffale e darlo
in mano a una persona è una cosa semplicissima, ma mettere quel libro su quello
scaffale e darlo a quella persona è tutta un'altra storia.
Raccontaci un aneddoto relativo alla tua vita di Libraio, qualcosa che è
accaduto che ti abbia fatto pensare che, comunque vada, ne è valsa la pena.
Un amico libraio con cui ho lavorato per dieci anni in molte occasioni
consigliava un libro in particolare. Noi che lavoravamo con lui non ne potevamo
più di sentirlo parlare di quel libro e gli dicevamo di smetterla, di cambiare
consiglio. Invece, molte persone tornavano indietro ringraziandolo e, lui
stesso, grazie a quel libro, ha trovato l'amore. Già, perché una di quelle
persone ora è sua moglie e hanno tre bambini. Mi ha insegnato a crederci
sempre, anche quando si è stanchi o sfiduciati, perché non sai mai cosa un
semplice blocco di carta e parole, può far nascere nell'animo di chi lo legge.
Ne vale sempre la pena. Mi chiederete che libro fosse: era “Il diario” di Etty
Hillesum.
Che bella storia! Grazie per avercela raccontata. Come ti vedi tra dieci anni?
Non lo so e forse è meglio così. Aspetto
quello che la vita mi riserva di giorno in giorno, ma spero di essere ancora
attorniato dai libri.
Grazie, Michele, per questa bella chiacchierata che ci ha trasmesso tante informazioni su com'è la vita del libraio dietro le quinte. Fa bene al cuore, a noi autori e editori, come nel mio caso, sapere che in questo mondo complicato ci sono persone come te - come voi - che lavorano col cuore e con tanta passione.
Ne approfitto per dire che a dicembre, lunedì otto, sarò nella libreria per un mercatino di Natale, sarò lì tutto il giorno con tante belle opere di Edizioni Convalle.
Grazie ancora al Direttore della Libreria La Torre di Merate per la sua disponibilità e gentilezza.
Alla prossima intervista!
Alla prossima
dalla vostra
Stefania Convalle