Volevo solo avere più tempo

Volevo solo avere più tempo
Il nuovo romanzo di Stefania Convalle

domenica 12 luglio 2020

Numero 341 - Per la Rubrica "Parlo di me": Anna Maria Castoldi, Miriam Donati, Giuseppe Milanesi - 12 Luglio 2020


I TRE MOSCHETTIERI ;-)

Conosciamoli uno alla volta.

Anna Maria Castoldi

Premetto che non amo parlare di me, e per di più sono convinta che il modo migliore per conoscere un autore sia leggere quello che scrive, anzi credo che conoscerlo addirittura di persona possa essere controproducente: toglie quella patina di mistero e a volte delude. Ne ho fatto esperienza diretta con alcuni famosi. Insomma si può amare uno scrittore e detestarne la persona, quindi, ora che siete avvisati, non aspettatevi granché dalle prossime righe.
Ho lasciato il mio paesello natio in Brianza per studio e da allora ho sempre vissuto in città diventando una ragazza di periferia. Ciò nonostante porto dentro di me indelebile l’impronta paesana, nel bene e nel male, e in tutte le mie storie riemerge. Questo è uno degli elementi che ho in comune con Miriam Donati con la quale condivido la maternità di Delitti nell’orto e Fughe e ritorni, entrambi Gialli con protagonista la sciura Marpol, ambientati in un borgo inventato ma reale perché legato alla nostra esperienza. Di proposito parlo di maternità in quanto la scrittura è un atto creativo che dà vita a personaggi veri nella finzione letteraria.
Sono approdata alla scrittura per curiosità. Dopo decenni da lettrice onnivora e vorace, ho scoperto la scrittura condivisa e ne ho subito il fascino. La sorpresa di leggere come un coautore faccia agire un personaggio, in un modo  cui non avrei mai pensato ma congruo con la storia, è sorprendente e per me fonte primaria di motivazione a continuare. Nonostante abbia scritto da sola racconti vincitori in vari concorsi, preferisco lavorare con altri autori. La risposta ufficiale alla domanda inespressa è perché è stimolante, ma  una vocina fastidiosa insiste a dire, perché sei tanto pigra come autrice quanto attiva come persona, sempre alle prese con interessi vecchi e nuovi, meglio se nuovi, tutti fonti di distrazione. Davanti a due strade, una diritta e l’altra tortuosa, ovviamente scegli la seconda.
Va be’, è la mia natura, sono del segno dei Gemelli!
Come scrittrice sono maturata tardi, dopo la pensione, forse perché prima, mentre lavoravo in Sanità Pubblica, ero troppo impegnata a vivere intensamente con le persone le loro storie, le emozioni belle e brutte. È stato l’incontro con Miriam Donati e Giuseppe Milanesi che mi ha fatto scattare la voglia di scrivere con loro e non li ringrazierò mai abbastanza per aver accettato la mia proposta da cui è nato La svolta, romanzo finalista nel concorso Dentro l’amore 2019,  pubblicato da Edizioni Convalle. Questo romanzo mi è caro in quanto primigenio e formatore. Infatti è stata un’ottima seppure difficile palestra per il nostro trio.
In questa avventura legata alla scrittura, ho scoperto che un valore aggiunto della pubblicazione è il contatto con le persone, una parte fondamentale e gratificante nel mio lavoro precedente, che ho ritrovato nelle presentazioni dei libri. Sono grata ai lettori per i loro commenti, per la condivisione di riflessioni, per l’essere accomunati dal piacere dalla lettura; sono fonte continua di ricchezza e mi fanno scoprire tra le righe della storia, parti di me stessa che, consciamente, non avevo notato. In questi mesi di isolamento per la pandemia ho sentito la loro mancanza e sono impaziente di riprendere le presentazioni sia de La svolta sia della riedizione di Delitti nell’orto - Le prime indagini della sciura Marpol,  edita da Edizioni Convalle, arricchita di una nuova parte e dalla bella prefazione di Giuseppe Milanesi.
Non mi resta che salutare citando uno scrittore migliore di me: Giulio Giorello. “Se non potete avere tutto inseguite il meglio”.

Nella foto, Anna Maria Castoldi

E ora conosciamo meglio
Miriam Donati

Buongiorno a tutti,

Sono nata a Milano e vivo a nord della città, a Garbagnate Milanese.
Fin da piccola la cosa che mi attraeva di più erano i libri, una seduzione ininterrotta, ma non ho mai pensato di scrivere.
Ho studiato lingue e ho svolto l’attività lavorativa di area manager in aziende private commerciali, spesso all’estero, soprattutto Russia e Cina.
Una volta raggiunta la pensione ho deciso di scrivere la storia della mia famiglia perché non andasse perduta la memoria di quanto accaduto a nonni e genitori e per lasciarne traccia alle nipoti.
Mai avrei pensato che da quel momento in poi la scrittura sarebbe diventata una passione così importante da cambiarmi la vita, anzi facendomene iniziare un’altra. Tutti i programmi di intensificare i miei interessi compressi dal lavoro e i miei hobby si sono in parte volatilizzati anche se non ho mai rinunciato all’acqua. Se credessi nella reincarnazione direi di essere stata nella vita precedente una creatura acquatica. L’acqua mi rilassa, mi rigenera, mi fortifica, mi fa riflettere e volare, non è un ossimoro, i delfini volano. E sempre nell’acqua trovo le svolte per i colpi di scena o i conflitti per le mie storie.
La memoria è uno dei leitmotiv che mi accompagnano nella scrittura, un mondo irto di difficoltà, eppure meraviglioso, perché un racconto, un paragrafo, una frase o anche un solo vocabolo fanno scoprire qualcosa di sé che non si sapeva nemmeno di possedere e, nello stesso tempo, aprono al mondo e allo scambio con gli altri. Questa sensazione è ancora più accentuata dal riscontro immediato con la scrittura a quattro o a sei mani, come successo ne La svolta, il romanzo che, arrivato in finale al concorso Dentro l’amore, è stato pubblicato da Edizioni Convalle.
Il coautore è lo specchio in cui ti rifletti, con cui ti confronti e, a volte, ti scontri, una terapia psicanalitica. Infatti, con i miei amici coautori, due dei tre moschettieri (come ci chiama affettuosamente Stefania) Anna Maria, acuta e tagliente, e Giuseppe, generoso e accogliente, ci ripetiamo spesso che la condivisione e complementarietà nella scrittura comune funzionano da autoterapia e catarsi collettiva perché, privilegiando i meccanismi di intreccio e contenuto, ridimensionano il nostro ego.
Anche l’aspettare i tempi degli altri e rispettarli, aiuta a trovare nella lettura di quanto scritto quell’imprevisto impensabile, quella deriva inaspettata; per dirla come il titolo del libro, quella svolta che si pone come una sfida a sperimentare cercando nuovi percorsi e nuovi obbiettivi.     
Generalmente tendo a scrivere di luoghi e situazioni che conosco meglio, ma proprio per la voglia di sfide di cui dicevo poc’anzi, non mi dispiacciono puntate in territori inusuali e non mi riferisco solo ai luoghi, ma a mondi possibili e a percorsi mentali opposti ai miei.
Con Anna abbiamo scritto due romanzi gialli: Delitti nell’orto e Fughe e ritorni con una protagonista sui generis: un’ottantenne che stravolge lo stereotipo della nonnina tutta torte e uncinetto, anche se non disdegna di lavorare anche a maglia e cucinare. Anche questa è stata una sfida, volevamo riaffermare la vitalità, l’arguzia e non solo la saggezza delle donne anziane.
L’incontro fortunato con Stefania ci ha permesso di ripubblicare il primo con una indagine supplementare e una prefazione ad hoc fatta da Giuseppe Milanesi. Scoprire che il libro le è piaciuto così tanto da affezionarsi alla sciura Marpol non ci ha fatto solo piacere, è stato un vero e proprio premio.
Il bello della scrittura è che porta a leggere ancora di più e a confrontarsi con gli altri autori e con i lettori. E i lettori, quelli che assistono alle presentazioni dei libri, sono proprio l’altra affascinante scoperta avvenuta dopo la pubblicazione delle opere.
A parte le domande di rito o quelle legate alla curiosità per la scrittura a più mani, la gratificazione più grande è la conferma di chi ha già letto il libro e si è riconosciuto in una sensazione, in una descrizione, in un comportamento o in un personaggio in esso narrato. Che dire poi di chi si raccomanda: «Se nel prossimo romanzo mi fate morire la sciura Marpol vi tolgo il saluto!»
Verrebbe voglia di abbracciarli e baciarli tutti.


Nella foto Miriam Donati

E infine, conosciamo meglio 
Giuseppe Milanesi

Ciao a tutti,
sono nato in campagna, in una nebbiosa notte di novembre in provincia di Cremona e vivo dall’età di sei anni nell’hinterland milanese.
Diplomato perito agrario, (le radici prima o poi le ritrovi), ho frequentato anche la facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Milano senza terminarla, per affrontare il mondo del lavoro dove ho svolto il ruolo di responsabile di produzione, dapprima in aziende del settore florovivaistico, nell’industria chimica per oltre vent’anni e in quella alimentare a fine carriera.
Ho sempre considerato di primaria importanza la letteratura e l’arte e di quest’ultima mi interesso, in particolare, di musica e di pittura. Ho cominciato tardi (ai tempi delle superiori) a leggere gli autori del Neorealismo, per passare poi ai grandi giallisti e ai romanzieri in genere. La natura, il rugby e la buona tavola sono tra le mie passioni principali.
Ho scritto la mia prima opera nel 2006, e quello che era iniziato come uno scherzo alla fine si è concretizzato in un romanzo: La tela del ragno, edito da Ennepilibri. Da allora l’entusiasmo è stato tale che ho continuato a scrivere semplicemente per il piacere di farlo; in prevalenza storie di genere noir e thriller che si sono tradotte in raccolte di racconti edite, ma non disdegno raccontare storie di vita che creano spunti per la riflessione. Alcuni di questi lavori sono stati pubblicati con lo pseudonimo di Emil Ganesi.
Avevo già un’esperienza passata di scrittura condivisa in quanto proprio il mio primo romanzo è stato scritto a quattro mani assieme a mio fratello Erminio, ma con La svolta mi sono lanciato nell’avventura di scrivere con altre due autrici. Ho conosciuto Anna Maria Castoldi e Miriam Donati a un corso di scrittura e devo dire che da subito tra noi c’è stato feeling, se non altro per la voglia di mettersi in gioco, per la volontà di riuscire a scrivere qualcosa di interessante senza pensare per forza di volerla pubblicare. Ci siamo riusciti e il risultato finale è stato così entusiasmante da desiderare invece di proporlo proprio per la pubblicazione; l’abbiamo pertanto iscritto al Premio Letterario Dentro l’amore 2019 di Edizioni Convalle, arrivando tra i tre finalisti. Il romanzo è piaciuto molto a Stefania Convalle, che lo ha dato alle stampe nell’ottobre dello stesso anno.
Lavorare a uno scritto, per di più un romanzo, con altre due persone, non è solo molto difficile, direi che è quasi impossibile perché ognuno ha il proprio stile, il proprio modo di vedere le cose e il proprio carattere. Si rischia la lite. Bisogna obbligatoriamente entrare nell’ordine di idee che gli altri sono bravi almeno quanto te, o anche più bravi, e quindi hanno sempre qualcosa da insegnarti. All’inizio è stata dura, soprattutto per me che avevo una punta di presunzione per aver già pubblicato, ma più passava il tempo più mi rendevo conto che le critiche, i tagli e le correzioni di Miriam e Anna miglioravano la storia, la sua struttura, la grammatica. Sono sicuro che anche loro la pensino allo stesso modo. Il risultato che abbiamo ottenuto con molta fatica è frutto, oltre che di ricerche su luoghi e attività, di un grande lavoro di continua revisione, il che ci ha permesso di ottenere un romanzo di buona qualità che ci è stato sottolineato da più parti.
Ritengo che la più grande soddisfazione per chi scrive sia il riscontro dei lettori: al di là delle copie vendute (indice peraltro importante), non c’è cosa più appagante che sentirsi dire con sincerità che il proprio libro è stato apprezzato. È vero, spesso scriviamo per il nostro piacere ma, in verità, è solo la soddisfazione dei lettori che ci rende estremamente felici. 

Nella foto Giuseppe Milanesi 

E adesso tocca a me!
La parola all'editrice

I tre Moschettieri, così mi piace chiamarli per la grande complicità e solidarietà che c'è tra loro: si vede al primo sguardo.

Ho conosciuto prima Anna Maria e Miriam alla festa di compleanno della libreria Ghirigoro e ricordo che è scattata subito la simpatia. Così le ho invitate a partecipare al premio Dentro l'amore col loro inedito, scritto insieme a Giuseppe Milanesi, La svolta
Li ricordo sul palco, finalisti, ad attendere il verdetto: che emozione!


La suspance sul palco...


Non sono arrivati primi, ma il romanzo era talmente bello che è stato ugualmente pubblicato.


Un romanzo che ha iniziato il suo cammino con successo e chissà quante altre belle sorprese ci riserva!
Tra l'altro, ci tengo a sottolineare che gli autori hanno deciso di devolvere i diritti d'autore a scopo benefico, quindi acquistare il romanzo produce due effetti: quello di regalarsi una bella opera, scritta bene e tanto tanto tanto coinvolgente, e di aiutare i più deboli.

Ma mica finisce qui, la storia!

Le due moschettiere Anna Maria e Miriam mi hanno proposto di pubblicare in una nuova edizione Delitti nell'orto e così ho letto questo giallo tutto particolare, facendo anche la conoscenza della loro sciura Marpol. Devo dire che leggendo l'opera ho pensato che sono delle peperine come lei, per questo il personaggio  è venuto loro così bene e credibile!


E lui, il terzo moschettiere? Intanto dormicchiava? Eh no! Giuseppe Milanesi ha curato una raccolta di racconti tra fiaba e sogno, con la collaborazione di alcuni autori di Edizioni Convalle. Presto vedrà la luce anche questo progetto.

Mi aspetto grandi cose dai miei Moschettieri, perché sono un insieme di penne di alta qualità e poi con i loro caratterini frizzanti potranno andare solo lontano, verso grandi risultati.



Alla prossima 
dalla vostra
Stefania Convalle



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