Volevo solo avere più tempo

Volevo solo avere più tempo
Il nuovo romanzo di Stefania Convalle

domenica 26 febbraio 2023

Numero 437 - Parlo di me, Luca Verzulli - 26 Febbraio 2023


 

Parlo di me: l’ho sempre trovato difficile come compito fin dall’elementari, quando ti chiedevano di comporre quei temi per stimolare noi poveri bambini a pensare alla nostra identità. Ma io non so bene chi sono; come non lo sapevo allora, non lo so adesso.
Mi è sempre stato più facile creare immagini di me, personaggi estrapolati da qualche posto che mi facevano compagnia, ho sempre vissuto un po’ qui con tutti voi e un po’ in un altrove più divertente. Difatti, una delle mie battute preferite del film “È stata la mano di Dio” del grande Paolo Sorrentino, è quella tra il piccolo Paolo e il fratello maggiore, che recita così:
Fratello di Paolo: «A un certo punto, lo chiama un giornalista. E Fellini gli risponde: Il cinema non serve a niente, però ti distrae. E secondo me il giornalista gli avrà detto una cosa tipo, ti distrae da cosa? E Fellini gli fa, dalla realtà, la realtà è scadente.»
Lo stesso Paolo Sorrentino disse che fu proprio questo il motivo che lo spinse a fare cinema, e io mi rivedo pienamente nelle sue parole, solo che io mi sono buttato sulla scrittura, ma chissà cosa mi riserverà il futuro. 
Mi ritengo una persona sensibile che vive di alti e di bassi, entrambi momenti produttivi e importanti poiché nei momenti alti sono sempre fuori casa a socializzare, fare amicizie e conoscenze in ogni dove; nei momenti bassi, invece, tendo a chiudermi e a isolarmi, talvolta ne ho un bisogno naturale, come per ripulirmi e scrollarmi di dosso alcune cose che non hanno un nome. Questo secondo periodo è molto introspettivo e creativo. Sono due esatte contrapposizioni che fanno entrambe parte di unico essere, forse è questo che rende difficile rispondere alla domanda: “Mi parli di te?”. 
Pochi capirebbero, allora tendo a presentare solo una parte di me, quella che al momento fa più comodo. L’esperienza dei miei 28 anni mi fa capire quando ho bisogno di uno o dell’altro e mi comporto di conseguenza.
Ho iniziato a scrivere all’età di 16 anni, annotavo i miei pensieri, poi ho iniziato a trasformarli in poesie e da lì ne ho collezionate tante da spingermi a condividerle con gli altri, auto-pubblicandomi una raccolta di poesie intitolata “Il peso specifico di una carezza” su Amazon Kindle. 
Da lì in poi divenni un mangiatore di libri, quando lessi “Che Dio ci perdoni” di Amy Michael Homes e “La boutique del mistero” di Dino Buzzati, mi illuminarono su cosa volessi fare: scrivere una raccolta di racconti. Iniziai verso i 21 anni e con molta calma e pazienza arrivai al giorno, come per il primo libro, nel quale era pronto per essere condiviso con un pubblico. Iniziai a cercare online qualche casa editrice che potesse coronare questo sogno; tra case editrici poco trasparenti ed altre che chiedevano grandi cifre economiche per stampare il proprio libro c’era lei, Edizioni Convalle, solo libri di qualità, la prima cosa che lessi. 
Iniziai a informarmi, spulciare tra i forum. Mi sembrava veramente una casa editrice come quella che cercavo, meritocratica, gestita da qualcuno che ha veramente una forte passione per ciò che fa, una persona che ci mette la faccia e rischia in un mondo molto difficile come quello dell’editoria. Naturalmente sto parlando di Stefania Convalle, che ha trasformato il mio sogno in realtà. Colgo quest’occasione per ringraziarla ancora una volta, ringrazio anche Giuseppe e tutto il team che ha visionato e valutato il mio manoscritto.

Luca Verzulli


E adesso la parola all'editrice ;-)

Luca è stato, per me, una vera e propria scoperta.
Quando è arrivata la sua opera a Edizioni Convalle, in un primo momento sono rimasta perplessa perché alcuni racconti erano davvero forti... Poi ho deciso di pubblicare "Spogliati" perché ho scorto tra le righe e dentro le storie narrate, qualcosa di non comune. Il disagio esistenziale dei personaggi, le loro problematiche, alla fine non sono altro che i lati oscuri di tutti, anche se estremizzati. I racconti scuotono il lettore, ma inducono alla riflessione e questo è quello che cerco, come editore. 
Mi chiedevo se fossero autobiografici, in qualche modo, e devo dire che un po' il pensiero mi preoccupava! Poi ho conosciuto Luca, è venuto alla Fiera della Microeditoria, e mi ha colpito la sua gentilezza, la sensibilità che ha nello sguardo, la profondità dei pensieri. Impressione che si è confermata quando è venuto a casa mia per la diretta del giovedì nella Pagina Facebook di Edizioni Convalle, quando abbiamo presentato la sua opera.


Mi riconosco nel suo modo interiore, quello da lui accennato in questo parlo di me. Una persona, oltre che un autore, che ha tanto da dire e da dare, soprattutto a livello umano.

E quindi, se non l'avete ancora letto, ve lo consiglio caldamente.


Alla prossima
dalla vostra
Stefania Convalle

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